Comune piccolo, circa 700 abitanti, Tresché Conca, il primo che ti apre la porta verso l’Altipiano di Asiago. Quassù, l’Italia nel 1915-18 trionfò nella Prima Grande (per la quantità di vittime!) Guerra mondiale, sbaragliando le truppe austroungariche: sulle colline-montagne, quando la neve lo consente, i giovani d’oggi si avventurano in gare di sci. Molte le specialità culinarie tipiche di questi posti eroici, epici: dal cumino (una delle mille erbe di questa Edorado vicentina, da cui si ricava l’omonimo liquore!) ai funghi (squisiti quelli di Scapìn: provare per credere!), allo speck, dalla patata rossa ai formaggi, dalla torta Ortigara (in omaggio al monte sacro della patria italica) ai bigoli al ragù di capriolo o di cervo.
Ma, Treschè Conca, la cui Prima squadra l’anno scorso ha sfiorato l’ingresso in Seconda categoria – si sta ultimamente facendo onore per i calciatori che sta dando al calcio professionistico: il centrocampista Stefano Pozza, classe 1987, ha vestito la casacca di Chioggia, Giacomense ferrarese (C2), Cavese (C1), Real Vicenza, Marano, Altovicentino, Arzichiampo (serie D) ed Este di Padova (serie D). Per non parlare di Alberto Rubbo, classe 1989, anche lui centrocampista, prima al Cassola Vicentino, all’Albignasego Pd, all’Este, al Legnago Salus, all’Altovicentino, al Mestre, poi, alla Virtus Verona ed oggi in forza alla Vis Pesaro (serie C).
Ed ora un’altra stella sta spuntando in serie C: è quella di Thomas Alberti, avanti alto 191 cm, ex Berretti del Bassano Virtus di mister Baldi e con tanto di esordio in serie C con i “giallo-rossi del ponte”, poi, Levico Terme (serie D del Trentino), Paganese (serie C), Pisa, e oggi di nuovo bomber degli azzurro-stellati salernitani: “Sono di proprietà del Pisa, neo-promosso in Serie B, ma il club toscano mi ha voluto ancora un altro anno cedermi a titolo di prestito alla Paganese per mettermi meglio in vetrina, per acquisire un altro anno di esperienza. Sono qui per il week end, poi, sabato 27 luglio scendo a Pagani per partire col gruppo per il ritiro di Gubbio di Perugia. Devo assolutamente far parlare di me, con i miei scarpini, con i miei gol: questo è un anno importante, con vista sul Pisa. La piazza è esigente, molto calda, non è un paesino tranquillo come Tresché Conca, dove ci conosciamo tutti, ma, se la conquisti a suon di reti e di belle prestazioni, è come se giocassi con le ali ai piedi. Lo stadio “Marcello Torre” registra quasi sempre una bella presenza di supporter”.
Prova a descriverti calcisticamente. “Mi piace finalizzare, andare incontro alla palla, far salire la squadra, lanciare l’azione. La mia specialità è il destro potente, credo di cavarmela abbastanza bene sui calci piazzati, siano punizioni o penalty. Per adesso, so che duetterò con un mio coetaneo della classe 1998”. Thomas, nel tempo libero, collabora alla gestione dell’hotel Miravalle di proprietà della nonna: “Ho conseguito il diploma di Liceo Scientifico Scienze Applicate ad Asiago, ma, sinceramente sto pensando di iscrivermi all’Università, alla Facoltà di Scienze Motorie, a Verona. Ho tanti amici nella città di Giulietta e Romeo. Mio padre fa l’impresario edile, io per adesso cerco di trasformare in realtà il mio sogno di calciatore che coltivo da ragazzino”.
Ma, perché siete una culla di calciatori, anziché principalmente di sciatori, Thomas? “Per quello che riguarda la mia esperienza, ho praticato lo sci fino all’età di 13 anni; poi, cominciando a diventare importanti le fasi di livello di entrambe le discipline, ho preferito dedicarmi al calcio. Tifo Juve, il mio idolo resta Alessandro Del Piero, anche se come caratteristiche oggi mi avvicino a Ibra o a Higuain”. Ora, la serie C e la Paganese, una sorta di prova del nove, di serio banco di prova… “La serie C potrebbe essere la migliore rampa di lancio per chi anela a fare la scalata al calcio che conta. Non hai una grande retribuzione economica, quella è riconosciuta solo a chi si è già fatto un nome. Io cercherò di impegnarmi a fondo, perché la mia vita potrebbe subire una svolta importante!”
Già, i pronipoti dei nostri “eroi della Prima Grande Guerra” hanno un DNA inossidabile. Del resto, buon sangue non mente mai le previsioni del futuro. In bocca al lupo, Thomas, e che i gol sgorgano, zampillino dai tuoi scarpini come i funghi di questo dorato ed odoroso altipiano, subito dopo una giornata di pioggia!
Andrea Nocini per www.pianeta-calcio.it