giovedì, 30 Gennaio 2025
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Roberto Visentini, da diesse dell’Oppeano a consulente esterno dell’Isola Rizza Roverchiara

Non è stato un fulmine a ciel sereno il “divorzio” tra Roberto Visentini, classe 1964, odontotecnico, e l’A.C. Oppeano: la decisione ce l’aveva confessata in occasione dell’ultima partita in casa dei “bianco-rossi del Piganzo”, e prima dello spareggio play off di Promozione perduto contro il Team S.Lucia Golosine. E, da alcune settimane si parla di un suo ritorno all’Isola Rizza Roverchiara, il club che anche grazie alle sue indicazioni conquistò il Trofeo Veneto di Prima categoria, battendo i polesani dello Scardovari a Bagnoli di Sopra (Pd). “No, non è un mio ritorno a Isola Rizza; è che voglio dare una mano al presidente Graziano Molinari, il quale è un amico fraterno. Non sono entrato nella stanza dei bottoni dei biancazzurri”. Tre stagioni come diesse all’A.C. Oppeano, cosa ti hanno insegnato? “L’Oppeano è una società che mi ha permesso di consolidare il rapporto di amicizia con l’attuale presidente Luca Agnolin, con Emanuela Cantù, con “el Bicio” ed altri ottimi dirigenti. Dal punto di vista calcistico, sono riuscito solo in parte a vedere realizzate alcune mie idee e per ottenere questo risultato ho speso il meglio di me stesso. Da qui, la scelta di lasciare la società perché perché era troppo totalizzante, mi prendeva troppo. Infatti, da 8-9 mesi a questa parte, avevo inserito l’ex preparatore dei portieri Davide Merlini nello staff dei dirigenti oppeanesi”.

Errori commessi? “E’ chiaro che in qualcosa ho sbagliato”. In che cosa in particolare? “Nel pensare di aver costruito per due stagioni due “rose” molto competitive. I fatti hanno visto trionfare un anno il Castelnuovo del Garda, l’altro il Mozzecane calcio. E, io le ho prese entrambe come una sconfitta personale, anche se bisogna imparare a perdere provando a vincere. L’Oppeano è una società che vanta un’organizzazione superiore alla Promozione, dove un atleta o un dirigente può vivere il calcio in maniera non dico professionistica, ma professionale. Ci si sente bene, a proprio agio giocare nell’Oppeano, non ti manca davvero nulla!” Parlano di un tuo possibile ritorno all’Isola Rizza Roverchiara… “Mi limito – ti ripeto – a dare solo una mano dall’esterno perché ora come ora sono così scarico, che non me la sento di partire con una nuova avventura calcistica. Anche se mi hanno contattato società dalla Seconda categoria in su, ho bisogno di rimanere concentrato sul mio lavoro. Dentro di me mi sento ferito, per non aver visto mettere in atto, a Oppeano, le mie idee. Ora mi rilasso un po!”

Andrea Nocini per www.pianeta-calcio.it

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