Il tema della nostra inchiesta riguarda il delicato ruolo del portiere. Colui che con le sue parate cambia il volto alla partita. Ma come ci si rialza dopo una prestazione sotto tono dove si è stati messi in discussione? Dove si trova la tranquillità per parare meglio di prima. I portieri hanno qualche segreto nascosto? Come vi caricate prima della partita? Abderrahim Afyf, portiere dell’Oppeano capolista del girone A di Promozione ci dice: “Il fatto che mi mettano in discussione mi intriga molto. Dimostrare in partita tutto il mio valore mi esalta e mi spinge a migliorare sempre. A mio parere, il portiere deve essere sempre protagonista, nel bene e nel male. Deve essere il collante e il punto di forza della sua squadra. Deve dare tanta tranquillità ed autorità in difesa per dimostrare che alla domenica merita la maglia di portiere titolare. Avere la cattiveria e la fame di meritare il livello raggiunto senza vivere di quanto si è fatto prima. Io la tranquillità la trovo in settimana con il mio bravissimo preparatore dei portieri Paolo Perazzani che conosco da tempo. La domenica è per me una sfida nel chiudere ogni varco agli attaccanti della squadra avversaria. Negare loro la gioia del gol per me è bellissimo”.
Ora la parola passa ad Andrea Padovani, portiere del Gargagnago di Seconda categoria: “Una volta che si è messi in discussione dopo aver fatto un errore in partita, io personalmente assieme con il mio preparatore Alberto Fano, analizziamo l’errore ed andiamo a lavorarci su durante gli allenamenti per migliorare. L’unica risposta che possiamo dare non è a parole ma sul campo nella partita successiva, per far capire ai compagni e all’allenatore che noi ci siamo. A casa poi ho una moglie e due bimbe che vengono sempre al campo a vedermi e basta questo per rendermi tranquillo e felice, soprattutto nei momenti più difficili. Il mio trucco è questo, essere consapevole ed aver l’umiltà di ammettere che abbiamo fatto un errore per poi, la partita successiva, prenderci le nostre rivincite. Per caricarmi, io già la domenica mattina della gara, a casa con le mie bimbe, ascolto musica punk dei Green Day, questo per scaricare un po’ la tensione pre-partita, poi una volta al campo, mentre mi cambio e dopo tutti i miei riti scaramantici, entro in una bolla protettiva dove vado a trovare la giusta tensione e carica per la partita”.
“Innanzitutto penso che sia importante, dopo aver sbagliato, cercare di rimanere il più lucidi possibili e archiviare fin da subito l’errore fatto – ci dice il portiere ex Ambrosiana Andrea Fumanelli -, in quanto c’è ancora una partita da giocare e c’è sempre il tempo per rimediare e fare vedere chi veramente si è. Dopo la partita è poi importante fare una disamina dell’errore in autonomia, per potersi poi confrontare il martedì con il proprio preparatore dei portieri. Penso che questo confronto sia necessario per capire l’errore che si è commesso e per far si che non lo si ripeta più e quindi per cercare di migliorare. Poiché è proprio “sbagliando che si impara”. La domenica successiva è importante entrare in campo, sin dal riscaldamento, con le giuste motivazioni e con la certezza di aver capito dove si è sbagliato, e dunque di voler aiutare la squadra il più possibile a trovare la vittoria. Il trucco per me è esser sempre convinti e consapevoli delle proprie qualità, perché nel momento in cui si viene messi in discussione questa consapevolezza e convinzione vacilla. Ma un portiere deve essere forte di testa e non mettere mai in dubbio se stesso, deve saper voltare pagina dopo una giornata storta e lavorare sempre di più, cercando di dare sempre qualcosa in più. Prima della partita non ho un vero e proprio “metodo” per caricarmi , ma è importante arrivare al campo con la testa libera e pensare solo a cosa si deve fare dentro al rettangolo verde.”
Umberto Gottardi, portiere del Pedemonte di Promozione, dice: “Cerco, prima della partita, di essere il più tranquillo possibile. In campo do sempre il meglio di me stesso con attenzione e responsabilità, sapendo che un mio errore potrebbe danneggiare la mia squadra e una mia grande parata esaltarla. Non faccio gesti scaramantici particolari prima della gara”. Passiamo la parola al portiere del Real Valpolicella Riccardo Rossi: “Fa parte del calcio, se prendi un gol gli altri ti puntano il dito contro. Quando commetti un errore devi fare finta che non sia accaduto. E’ una questione soprattutto di testa ed è importante la fiducia dell’ambiente. I compagni sono importanti perché con loro puoi scherzare per alleviare la tensione. Questo ruolo che mi è sempre piaciuto ma non è privo di scossoni, soprattutto emotivi”. Daniel Bottona, portiere del Peschiera di Prima categoria (foto grande), dice: “Ci si rialza cercando di lavorare bene, inizialmente di testa per poi andare sul campo durante gli allenamenti più determinati di prima. Ma è fondamentale che la testa quando si gioca sia sgombera. Altra cosa importante è confrontarsi e parlare con il proprio preparatore che è l’unica persona (purtroppo) che può capire il portiere. Giocare concentrati fa il resto. Prima della partita non faccio niente di particolare, nel tragitto da casa al campo ascolto la solita musica della playlist preparata”.
Roberto Pintore per www.pianeta-calcio.it