venerdì, 7 Febbraio 2025
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Pastorello (Alpo club 98): “La voglia di vincere fa la differenza. Dobbiamo solo averne più degli altri!”

Tra le squadre che quest’anno lotteranno per le prime posizioni figura anche l’Alpo Club 98 del Presidente Carlo Parolin e di Mister Stefano Ferro, autore di un ottimo inizio di campionato insieme alla sua squadra, nella quale spicca il nome di Leonardo Pastorello, centrocampista classe 1996 dal mancino raffinato, ormai abbastanza conosciuto in categoria grazie anche ai suoi precedenti trascorsi nell’Olimpica Dossobuono, nel Bussolengo e nel Real San Massimo. Allora Leonardo, un buonissimo inizio di stagione da parte tua ma soprattutto da parte dell’Alpo Club 98! Dopo i play off persi l’anno scorso avete tutte le carte in regola per riprovare il salto in Prima, non credi? “Abbiamo tutte le carte in regola per il salto di categoria, ma comunque dobbiamo pensare di partita in partita, dato che si tratta di un campionato molto equilibrato. In questa categoria la differenza è data dalla voglia di vincere quindi sta a noi dimostrare sul campo che ne abbiamo più degli altri.”

Un gol partita al Parona che ha deciso un match complicatissimo. Quanto è stato importante quel gol per la vostra classifica? “E’ stato un gol importante perché ha deciso una delle tante sfide importanti di questo campionato, ma cerco di pensare sempre che il gol decisivo sarà il prossimo.” Contro il Borgo Trento è arrivata una vittoria importantissima nei minuti finali. Nonostante ciò, c’è stato un bel gesto di Fair Play da parte della squadra e della società dopo la partita, giusto? “Possiamo dire che la fortuna in questo momento sta girando dalla nostra parte e anche noi comunque abbiamo fatto il nostro per vincere una partita dura contro un’ottima squadra. Sì, in seguito ad uno scontro di gioco il loro portiere purtroppo Filippo Lorenzutta è finito in ospedale. Siamo venuti a saperlo dopo la partita e tutti abbiamo voluto dimostrare di essergli vicini. Sono soprattutto i gesti come questo che rendono bello il calcio.” (Nella foto il portiere del Borgo Trento Filippo Lorenzutta, all’Ospedale, riceve la visita di una rappresentanza dell’Alpo club 98, l’attaccante Domenico Marino, il d.g. Davide Benedetti e mister Stefano Ferro)

Hai girato tante squadre prima di approdare qui all’Alpo. Cosa ti ha spinto ad abbracciare il progetto di questa società e a rinnovarlo ulteriormente quest’anno? “Il valore principale della famiglia Alpo Club è sicuramente il gruppo e si respira un’aria che non avevo mai respirato in nessun ambiente calcistico. Proprio il fatto di aver girato tante squadre mi ha dato la possibilità di apprezzare meglio l’ambiente che c’è qui. Consiglio a qualsiasi giocatore dilettantistico di fare almeno un anno in questa squadra: è un’esperienza da non farsi sfuggire.”

Questa società è molto recente giusto? “Sì, è nata nel 1998, in seguito alla fondazione da parte di un gruppo di amici che si erano prefissati di riportare all’Alpo i sani valori dello sport. Ormai però, dopo sedici anni di Seconda, questa categoria comincia a starci stretta…” C’è una figura in particolare, in squadra o nella dirigenza, che rappresenta a pieno lo spirito di questo Alpo Club? “Più che una persona in particolare, è il “pacchetto completo” della dirigenza a rappresentarci al meglio, essendo anche molti di loro ex giocatori della società. Il fatto poi, che non ci sia un settore giovanile fa sì che tutte le attenzioni siano verso di noi, ovviamente. Siamo una sorta di “figlio unico” per questa società, e come i figli unici veniamo spesso “viziati”.”

E in squadra invece? “Il primo che mi viene in mente è il nostro portiere, Mattia Zenti, che protegge i pali di questa squadra ormai da quasi una decina di anni. Poi penso anche al nostro capitano Marco Meggiorini, un giocatore di tanta esperienza, pronto sempre a consigliarmi e dal quale cerco di apprendere il più possibile durante gli allenamenti.” Quanto è cambiata la situazione in squadra rispetto all’anno scorso? Qual è la squadra da battere secondo te?“La situazione è cambiata quasi impercettibilmente e lo spirito e la voglia sono sempre gli stessi. Secondo me non c’è una squadra da battere, anche se ho sentito che il Pizzoletta è una formazione molto solida, ma non avendoli ancora affrontati non mi sbilancerei.”

Una curiosità che tanti forse non sanno: voi Pastorello siete calciatori da generazioni e qualcuno è anche approdato tra i professionisti… “E’ vero. Lo zio di mio padre (Antonio Pastorello) ha contribuito a suon di gol a vincere due campionati con la Primavera del Verona negli anni ’60. Poi ha girato molto la Serie C, tra Juve Stabia, Arezzo e Pordenone. Mio padre (David Pastorello) invece ha giocato in varie squadre come Caselle, Ambrosiana, Villafranca e Don Mazza (attuale Sona Mazza).” Il più forte dei Pastorello? “Vorrei tanto poter dire di essere io, ma la carta canta, perciò devo dire il fratello di mio nonno. Una cosa che comunque ci contraddistingue tutti sono i piedi buoni: mio padre era un 10 naturale, mentre mio pro zio un esterno mancino.”

Riccardo Padovani per www.pianeta-calcio.it

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