La serie D è lì, dietro l’angolo; che sembra quasi invocarti con quel suo “prendimi!”, in ricordo di quando da bimbi giocavamo a nascondino. Raggiunto al cellulare, dopo aver appena staccato dal lavoro – collabora con la sorella al funzionamento di una nota boutique del Vicentino – mister Paolo Beggio, un tecnico che abbiamo avuto la fortuna di conoscere quando era al servizio della Belfiorese e della Provese nel campionato di Eccellenza veronese, non si fa prendere – almeno da quanto abbiamo carpito durante l’allegro colloquio – dall’emozione del momento: “Non so neanche di essere primo, giuro, so che lei direttore non mi crede, ma anche tutti gli altri del nostro pianeta! Vivo alla giornata, e, quando succederà, qualcuno mi dovrà dare un bel pizzicotto sulla guancia”. Un personaggio alla buona, non un “tirone” come tanti suoi giovani “colleghi della panca”: ma, non sta recitando la parte del finto umile, ora che é a un passo dal paradiso, ma è così “semplice, normale” di carattere, da sempre. Quando viene a sapere che siamo di Borgo Venezia, gli viene da ricordare Gigi Fresco: “E’ un grande, lo stimo molto per quello che è riuscito a creare: è davvero unico!”
Da ragazzo, Beggio – è un classe 1966 – ha conosciuto presto la rinuncia ai divertimenti e si è messo subito al lavoro a causa della perdita del padre – non ancora 50enne -. Gli è sempre piaciuto il mondo della moda; il mondo del fashion, dell’eleganza lo ha sempre attratto, ammaliato, abbacinato: “La mia prima occupazione è stata alle Alte Ceccato, presso le Sorelle Ramonda, donne che hanno fatto del lavoro il loro principale karma. Io e molti altri impiegati – messi in regola fin dal primo giorno in cui abbiamo messo il piede in quel “feudo” – che anni dopo veniva quotato addirittura in Borsa – ci preoccupavamo di chiamare a raccolta mercerie, negozi, aziende che mai come nell’Alto Vicentino (in primis, a Schio) trattavano lane e tessuti vari, non solo quelle che operavano nei dintorni, beh le invitavamo a portare da noi sete, stracci, tele, tessuti avanzati, ma in ottime condizioni, ovviamente. E, noi, le accatastavamo e le mettevamo a diretta disposizione dei nostri clienti, i quali – ecco un altro grande risparmio di costi da parte dei nostri datori di lavoro! – non venivano serviti da impiegati o da impiegate, perché erano lasciati liberi di scegliere loro stessi il pezzo di stoffa che occorreva “tuffandosi” in quelle che noi scherzosamente chiamavamo “mangiatoie”: ovvero cassoni di legno, alti più di un metro, in cui avevamo riversato i nostri articoli e dentro i quali mentre le signore e le mamme potevano affondare le mani e scegliere liberamente, contemporaneamente i loro figli piccoli si divertivano a tuffarsi e a nascondersi”.
Nell’Unione La Rocca Altavilla del presidente Francesco Verlato militano anche alcuni giocatori veronesi, con alle spalle un bel pedigree, meglio ancora, dotati di mentalità vincente, vedi Maicol Andriani, Mattia Falchetto, l'”immortale” (1985) bomber Rachid Arma, il vicentino ma è trionfatore con il Caldiero Francesco Peotta, il valpolicellese (di San Peretto di Negrar) Nicolò Righetti (classe 2000, figlio del “Bepo”, presidente dei rosso-neri sanperettiani e “titolare” de “La Porchetta”). Dall’alto dei 59 punti, frutto di 17 vittorie, 8 pareggi e di una sola sconfitta (“Quella rocambolescamente subìta al “Paolo Rossi”, in casa nostra, dall’A.C. Oppeano; contro il quale abbiamo centrato in pieno un palo, spolverato una traversa e fallito un rigore. Ma, il calcio, si sa, è un deja vou), ora a tallonare i berici c’è il solo Arcella di mister Claudio Ottoni (ex coach dell’A.C. Sambonifacese di serie C, castigato anche costui dai “bianco-rossi del Piganzo” di mister Andrea Corrent), a quota 47: ergo, a 15 punti dal termine della tappa, manca pochissimo al balzo verso la serie D da parte dell’Unione, la quale tra qualche giorno incontrerà un Montorio rivitalizzato dalla cura-Stefano Menini, squadra in buona performance, per aver battuto, domenica scorsa, nel suo impianto di via dei Cedri – 3 a 0 – il Villafranca, sempre terza miglior realtà del girone “A” di Eccellenza, a quota 42 punti. Ritorna, a distanza di qualche anno, l’egemonia assoluta di una compagine vicentina, capace come avevano fatto – anche altre veronesi – in passato, di chiudere (toccatevi, amici alto-vicentini, i “gioielli di famiglia”! Tanto vi vediamo, inutile che vi nascondiate: il largo e continuativo dominio, la vostra mai discussa leadership a brevissimo, germoglierà. Alla pari di questa primavera in boccio, diversamente, invece, da quella sola rondine – come si dice – non capace di annunciare l’arrivo della bella stagione, del Rinascimento della natura, da noi tanta presa a calci, più di un pallone!
Andrea Nocini per www.pianeta-calcio.it