Grande soddisfazione in casa dei bianco-rossi portuensi, guidati dal più alto scranno da Beatrice Zancanella, per la salvezza ottenuta non domenica scorsa, bensì la settimana prima, battendo per 1 a 0 il Real Vigasio. Oggi, dopo 24 tappe, il Porto affidato a mister Nico Ferrari, classe 1976, ha raggiunto quota 30 punti, una cifra che condivide – fatalità – con quei Boys Gazzo, in cui è cresciuto come calciatore, iniziando anche la carriera di allenatore delle giovanili del club di Maccacari. “Ho giocato” ricorda il coach del Porto “nei Boys Gazzo in Terza categoria e contemporaneamente guidavo le forze più fresche, fino ad arrivare, anno dopo anno, agli Juniores. A 34 anni, la frattura di un ginocchio mi ha tolto dal calcio giocato, ma non mi ha spento la passione di allenare: ho proseguito con gli Allievi della Scaligera per due stagioni, ma sono stato anche a Nogara (Allievi), all’Atletico Città di Cerea (due annate splendide!), conseguendo nel 2016 il patentino Uefa B”. Il battesimo di mister di una Prima squadra avviene nell’Union Best, in Terza categoria, giusto l’anno della fondazione del sodalizio che ha unito diverse realtà calcistiche del basso veronese: “L’anno successivo, veniamo ripescati in Seconda categoria, ma durante il campionato si è deciso di proporre al posto mio un altro candidato alla panchina”. A proposito di panchina, pochi sanno che il suo più stretto collaboratore è il fratello Massimo: “E’ da una vita che mi affianca, fino da quando giocavo negli Amatori. Da giocatore, non perdeva una mia partita, poi, da allenatore, mi è sempre stato a fianco”.
Nico ha una figlia, Giada, frutto dell’amore con Michela: nella vita di tutti i giorni opera come operaio serramentista, per poi volare al campo ad abbracciare la sua grande passione per il calcio. E, sì che in campionato – girone “C” di Seconda categoria – il Porto Legnago non era partito con le vele spiegate al vento. “Alla partenza abbiamo accusato qualche difficoltà anche a causa della partenza di due ottimi giocatori, quali il capitano e centrocampista Mattia Melotto, classe 1994 – passato al Real Minerbe 2014 – e all’altro centrocampista Giacomo Poli, classe 1993. Anche se i risultati tardavano a scaturire, ho avuto la fortuna di avere vicino la società. Ciò ha fatto sì che il gruppo rimanesse unito e sull’onda dell’entusiasmo e, sulla ritrovata fiducia nelle proprie capacità, abbiamo raggiunto la quota-salvezza”. Il miglior calcio del vostro girone, chi l’ha espresso? “Eccezion fatta per lo strepitoso trionfatore Zevio, mi è piaciuto il Bonferraro di mister Andrea Greggio: si vede la mano di un allenatore che ha operato in categorie superiori alla Seconda, perché ho incontrato da avversario una compagine quadrata, in possesso di un’idea di gioco”.
Su cosa punti come mister? “Sul gruppo, perché a questi livelli è un fattore fondamentale, e sull’organizzazione di gioco. Importante è dare alla squadra un’idea di gioco, accompagnandola con le motivazioni che la posizione di classifica ti suggerisce di adottare”. Il tuo modulo preferito? “Il 4-3-3, anche se non è sempre adottabile. Importante è non intestardirsi solo su quello!” Un giovane interessante del “tuo” Porto Legnago 2022-23? “Alfredo De Martini, una punta classe 1999, fisicamente dotata e tecnicamente molto attrezzata. Di testa è capace di saltare più in alto di un corazziere, ed è di suo conio il gol-partita di domenica scorsa al “Lombardi” di Bonferraro, quando, alzatosi da poco dalla panca, ha recuperato palla a centrocampo e con un lob ha battuto l’estremo difensore avversario Alessandro Lucato”.
Andrea Nocini per www.pianeta-calcio.it