E’ un Lucio Alfuso più disteso, meno nervoso, sempre più innamorato del suo Pescantina. Che con la vittoria di domenica scorsa – in casa contro lo Schio: 1 a 0 – ha già raggiunto il primario obiettivo, quello della matematica permanenza in Eccellenza. “Sono soddisfatto” commenta “di aver raggiunto la salvezza senza soffrire patemi d’animo, ma, soprattutto, del lavoro svolto da mister Giovanni Orfei e dai miei più stretti collaboratori, in primis, il diesse Gregory Donadel, favorevole alla linea “verde”, al lancio dei giovani. Adesso, da qui alla fine, intensifichiamo il processo di valorizzazione dei nostri giovani interessanti, quali i 2004 Marco Berardo e Mattia Ambrosi e il 2003 moldavo Enrico Lici”. Chi vincerà il vostro girone “A” di Eccellenza? “Dire che il Villafranca possa perdere solo lui il titolo mi sembra un modo di dire superato. Diciamo che i ragazzi di mister Paolo Corghi stanno comprensibilmente accusando un lieve calo per la lunga concentrazione, attenzione che inevitabilmente richiede una così continua e strameritata leadership. Noi, come Pescantina, per fortuna, abbiamo già incontrato tutte e tre le big del campionato (Villafranca, Montecchio Maggiore e Vigasio), ci spettano – tolta l’ottima Belfiorese – avversarie da metà classifica in giù, e devo dire che ora come ora il Vigasio, partito lento, è molto lanciato, è in gran spolvero e sta correndo più delle altre. I montecchiesi vicentini probabilmente e giustamente stanno giocando su due tavoli: campionato e Coppa Italia nazionale di Eccellenza, cercando di fare ancora meglio del Caldiero di qualche anno fa, il quale arrivò fino alla finalissima di Firenze, battuto dal Casarano”.
Un vivaio importante, il vostro… “Sì, abbiamo un Settore Giovanile importante, che supera i 400 tesserati. Abbiamo dovuto raddoppiare i numeri creando l’Academy, non imitando la Virtus B.V., ma per dare la possibilità di giocare a più giovani senza sposare criteri selettivi”. Ci parli della tua nuova avventura di mister patentato “C” e “D”, quindi, “B”? “Ma, è una missione nata grazie alla smisurata passione che nutro per il calcio fin da bambino. Nel lavoro sono arrivato al più alto gradino – sono direttore dell’Aeroporto Merci di Villafranca di Verona – del mio lavoro e quindi desidero, anche da buon padre di due figli – approfondire le dinamiche che partono dal basso, ovvero che ineriscono la galassia delle più giovani leve del football. Solo solito analizzare i processi nel lavoro, desidero farlo anche nel mio secondo amato mondo, perché è importante sapere – oltre al ricorso del buon senso – come ci si deve meglio comportare con un mister – di Prima squadra e di vivaio -, nell’ipotesi in cui i risultati non tornino. Non sono un mister, cui interessa l’aspetto solamente tattico o tecnico, ma quella della gestione del comportamento all’interno di un gruppo. E’ fondamentale capire le nostre giovani risorse perché sono quelle che, avvantaggiati dal fatto di essere cresciuti nel nostro ambiente-Pescantina, rimarranno, potranno aprire un ciclo, e mostrano comprensibilmente più attaccamento alla maglia rispetto ai giocatori della Prima squadra ai quali ricorriamo per puntellare i reparti”. Che tipo di mister sei? “Con le rigorosissime distanze e il massimo rispetto, mi piacciono Pep Guardiola, Luciano Spalletti e Maurizio Sarri. Non certo Antonio Conte o gli altri mister che puntano solo al risultato”. In bocca al lupo, mister e presidente Lucio Alfuso! Sei quasi sulla buona strada per imitare un certo “Sir Alex Fergusson” Gigi Fresco…
Andrea Nocini per www.pianeta-calcio.it