Ha fatto come sempre la sua parte, anche quest’anno al PescantinaSettimo, l’attaccante classe 1991 Luca Bonfigli. E’ stato il capocannoniere della formazione rossoblù, alla pari del compagno di reparto Patryk Parol, con 8 gol realizzati a testa. Il PescantinaSettimo che ha ottenuto la permanenza in Promozione grazie ad un gioco corale e mai noioso ottenendo 38 punti in 30 gare giocate che gli sono valsi l’11° posto in classifica conquistando 8 vittorie, 14 pareggi e incassando 8 sconfitte. Luca, è stata una stagione, quella da poco conclusa, dove con l’arrivo di mister Alberto Facci nella seconda parte di stagione, avete puntato alla salvezza diretta che poi è arrivata.. “E’ stata una stagione abbastanza dura – dice Bonfigli -, la società all’inizio aveva aspettative più alte. Io sono arrivato a metà stagione quando la situazione era già difficile e quindi ho cercato di dare il massimo per poter aiutare la squadra a raggiungere la salvezza. Sono felice di avere contribuito alla causa ma come dico sempre in una squadra non contano i singoli ma la coesione che si costruisce nel gruppo strada facendo nell’arco di un campionato”.
L’Oppeano è stato il rullo compressore del girone A di Promozione? “Certamente, l’Oppeano dopo tanti anni di investimenti alla fine ce l’ha fatta e si è meritato il salto in Eccellenza per lo splendido campionato che ha fatto. Mister Andrea Corrent ha lavorato bene e i suoi ragazzi hanno interpretato al meglio le sue idee calcistiche”. Sogni nel cassetto? “Il mio sogno nel cassetto, dal punto di vista sportivo, è quello di continuare ad allenarmi e a giocare a calcio finché il fisico me lo permetterà, perché la passione e la voglia di mettermi gli scarpini c’è sempre, forse anche più di prima. Sicuramente la mia vita privata prima o poi mi porterà a fare scelte diverse. Per il momento però non ci sto pensando e non mi sono ancora domandato cosa farò da grande, questo perché, come ho detto prima, ho ancora tanta voglia di giocare, divertirmi e togliermi altre soddisfazioni sul campo”. Hai sempre avuto il fiuto del gol e hai superato i 100 gol in carriera, non ti sei ancora stancato di gonfiare la rete avversaria? “Ma stiamo scherzando, perché dovrei smettere di divertirmi a giocare nei dilettanti. Il mio ruolo è quello di segnare che è la cosa che amo di più. La gioia che provo quando faccio un gol è meravigliosa e l’abbraccio dei miei compagni lo è ancora di più”.
La tua stagione più bella? “Non ne ho una in particolare, certo sarebbe facile dire quelle dove ho vinto i campionati in Promozione, a Pescantina e a Castelnuovo, ma in realtà in molte stagioni mi sono tolto delle belle soddisfazioni, sia dal punto di vista personale che di squadra. Diciamo che tutte sono state importanti perché mi hanno portato degli insegnamenti e tante amicizie. Non posso non ricordare i miei primi anni in prima squadra, dove, forse senza rendermene conto, sono stati gli anni più belli. Giocavo nell’Alba Borgo Roma con il mio grande amico Lorenzo Baraldi, bei tempi!” Hai avuto diversi allenatori nella tua carriera, vuoi farci qualche nome? “Si, ho avuto tanti allenatori, chi più bravo e chi meno bravo, chi più buono e chi meno buono, ma senza ombra di dubbio l’allenatore che mi ha lasciato di più il segno nel mondo dei nostri dilettanti è stato Mario Colantoni. Numero uno sia negli insegnamenti tattici in campo e numero uno anche fuori dal campo, è una bellissima persona, un grande allenatore che è diventato anche un amico. Penso che avrebbe meritato palcoscenici ben più importanti dei nostri dilettanti”.
Roberto Pintore per www.pianeta-calcio.it