C’è un antico detto nel mondo del calcio: se vuoi vincere le partite devi avere un attaccante che segna e un portiere che para. Mai, come negli ultimi decenni, lo sport del calcio è in continua evoluzione. La velocità delle giocate, il tatticismo, l’intensità di gioco si sono evolute. Oggi il ruolo del portiere è diventato fondamentale all’interno di una squadra, ha il compito di difendere la propria porta ma anche far partire l’azione della propria squadra. All’inizio “il numero uno” era solo il guardiano della porta, era quasi fisso sulla linea di porta e il suo obiettivo era quello di “chiudere” con le mani e piedi la propria porta difendendola dagli attaccanti avversari. Una volta in possesso della palla bastava che la rinviasse lontano dalla porta al servizio dei suoi compagni. Insomma il portiere passava il tempo quasi appoggiato ai legni della porta e si preoccupava davvero poco della costruzione del gioco, preoccupandosi solamente di non prendere gol. Il calcio moderno chiede al portiere nuove doti tecniche: deve essere bravo non solo con le mani ma anche con i piedi. Deve a volte uscire dalla propria area come se fosse l’uomo aggiunto alla manovra. I portieri più bravi hanno affinato le proprie doti personali. Ora hanno la necessità di saper leggere le situazioni di gioco, e soprattutto saper guidare i propri compagni per avere il miglior assetto difensivo. Valori che sempre più anche le nostre squadre dilettantistiche richiedono. Ma quali sono i segreti del portiere moderno? Abbiamo provato fare la domanda ad alcuni portieri dei nostri dilettanti veronesi, queste le loro risposte.
Emanuele Carli, portiere del BureCorrubbio ci dice: “A mio parere il segreto di un portiere è allenarsi bene, con tranquillità, e deve sempre sempre essere concentrato durante la partita. Il nostro è un ruolo delicato, ti può capitare di ricevere un tiro all’improvviso e magari non pararlo. Se succede ti criticano ma se invece fai delle “paratone” tutti ti dicono bravo e alcuni ti ricordano che è una cosa normale, che è quello che deve fare il portiere. Io dico che chi fa sbaglia, chi non fa nulla non fa mai nessun errore. C’è tanta differenza rispetto ad un altro ruolo del calcio. Nel ruolo di estremo difensore sei sempre protagonista, nel bene o nel male. E’ un ruolo di visione continua delle azioni che capitano durante la partita, ci vuole preparazione, lucidità ed attenzione. Bisogna aggiornarsi con i tempi e migliorare le proprie doti con la preparazione nei fondamentali che l’allenatore dei portieri ti insegna con il duro lavoro che si fa in allenamento. Il portiere deve essere bravo e attento sulle palle inattive e magari essere bravo a parare i rigori”.
Francesco Gobetti, portiere e direttore sportivo del Casteldazzano: “Il vero segreto di un portiere è l’esperienza. È un ruolo solitario, in pochi riescono a farlo. Bisogna fare degli allenamenti diversi da tutti i compagni e lavorare duramente a testa bassa e in silenzio. Si è poi il perno fondamentale della difesa, una posizione sempre indiscussa. Le critiche ci sono sempre se fai questo ruolo, ovviamente è quasi sempre colpa del portiere quando si prende un goal e spesso si dimenticano di tutte le parate che magari hai fatto prima salvando il risultato. Io accetto sempre le critiche, soprattutto quelle costruttive, perché c’è sempre da imparare. Non mi piacciono invece le parole dette senza senso, destabilizzano e non servono a nulla, solo a fare rumore”.
Ora la palla passa a Mattia Maragna, portiere del Montorio: “Non sono pochi, a mio parere, i segreti del portiere. Partiamo dalla mentalità e dalla grande responsabilità che ti da questo ruolo. Oggi un portiere deve essere bravo sia con le mani che con i piedi, ma soprattutto nella gestione dei tuoi compagni di squadra. Deve avere personalità nel comandare la sua difesa durante ogni partita. Devi essere un leader sul campo. Anche se fai parte della squadra ti alleni a parte da solo con un allenatore specifico. La bravura sta quindi anche nel sapersi inserire nello spirito di gruppo, anche se ti alleni spesso da solo, e vivere la partita in fase difensiva rimanendo attento cercando di chiudere a doppia mandata la tua porta. Se un portiere sbaglia lo vedi subito, il pallone rotola in rete e sei fritto. Non come gli altri difensori della tua squadra che se sbagliano una giocata possono in qualche maniera rimediare. Il portiere quando ha preso gol non può più far nulla. Serve avere la leggerezza mentale di saper superare l’evento negativo del gol subito per fare meglio nelle prossime gare che giochi. Fa parte dei rischi del portiere. Con personalità ed esperienza puoi superare i momenti difficili per ripartire con più forza e grinta di prima”.
Matteo Zambelli, preparatore dei portieri del PescantinaSettimo: “Lasciamo perdere la scaramanzia, la cabala e altre cose legate al portiere. Il vero segreto del portiere è lavorare bene e faticosamente durante la settimana. Non ci sono altre cose! Essere sempre concentrato, mettere il massimo impegno negli allenamenti ed avere la testa sgombra da tutto, tutte caratteristiche fondamentali. Soprattutto bisogna mettere tanta intensità negli allenamenti. Magari fare una seduta più corta ma con un intensità al 100%. Il portiere deve sempre prendere una decisione e portarla fino in fondo, costi quel che costi. Certo si sbaglia, ma così si fanno anche della parate fondamentali, nell’economia di una partita. Gli errori ti insegnano a crescere. Nulla è mai scontato durante un azione, non sai mai come va a finire. Bisogna essere bravi e forti nel rialzarti dopo delle critiche subite. Fa parte del gioco. Devi avere la scorza dura e credere in te stesso. Dopo la partita, a mio parere, è sbagliato esaminare gli interventi e magari gli errori commessi. Si fa di solito a mente fredda il martedì sera, alla ripresa degli allenamenti di squadra assieme al tuo preparatore dei portieri. Servono quei due giorni per sgombrare la mente. Io non lo faccio nello spogliatoio ma sul terreno di gioco simulando l’azione dell’errore commesso. Il portiere è un ruolo delicatissimo e finita la partita devi farti scivolare tutto alle spalle”.
Federico Cecchini, portiere del Valgatara: “Io dico che senza dubbio sono due i segreti legati al ruolo del portiere: lavorare bene con l’allenatore dei portieri durante la settimana, e curare nei dettagli i fondamentali. Bisogna saper trovare la giusta tranquillità per poter scendere preparato ad attento la domenica in partita. Colgo l’occasione per fare i complimenti al nostro preparatore Andrea Scamperle che allena il sottoscritto e il mio collega Giacomo Spiazzi con bravura e grande dedizione. Un altro segreto è per me il fattore mentale. Un portiere deve essere forte e di carattere. E’ un ruolo a se, in tutti i sensi. Sei alla fine da solo, anche se fai parte della stessa squadra. Quando sbagli sei molto criticato ma devi rialzarti in fretta cancellando dalla tua testa tutte le emozioni che hai vissuto durante la sfida che hai giocato, indipendentemente da come sia finita, se hai vinto, perso o pareggiato. Equilibrio e grande tranquillità sono fondamentali nel ruolo del portiere. Devi sempre farti sentire durante la partita, devi essere molto concentrato e sicuro tra i pali”.
Roberto Pintore per www.pianeta-calcio.it