Tra i vari ruoli del gioco del calcio, per i giovani del settore giovanile, giocare centrocampista è sempre divertente e pieno di fascino. Certo nel corso dei decenni il ritmo di chi è abituato a dettare i tempi di gioco è molto cambiato. Se negli anni 70-80 il centrocampista stava in mezzo al campo ed era il fulcro della squadra, dettava i tempi giusti e porgeva deliziosi lanci per i compagni d’attacco. Oggi si respira più un calcio aggressivo e di personalità. I centrocampisti a turno si propongono in avanti alzando la squadra e spesso si tramutano in punta segnando dei pregevoli gol. Ma amici lettori, vi siete chiesti quali sono i centrocampisti che con le loro giocate sono entrati nell’hall of fame del calcio mondiale? In cima alla lista troviamo il francese Zinedine Zidane che ha reso grande la Juventus, il Real Madrid e la nazionale transalpina. Michael Platini, altro nazionale francese e giocatore simbolo sempre dei bianconeri juventini segue a ruota. Al terzo posto c’è il talentuoso brasiliano Socrates che ora tifa per tutti dal cielo, fuoriclasse mai dimenticato dai viola della Fiorentina dove ha giocato nella stagione 1984-85. Anche l’ex Inter Lothar Matthaus, il mediano tedesco piu forte di tutti tempi e autore di 200 reti, ha lasciato il segno in serie A. Andiamo indietro nel tempo e parliamo di Luisito Suarez, anima dell’ Inter della famiglia Moratti, vincitore di due Coppe dei Campioni nel 1964 e nel 1965 e indimenticato numero dieci nerazzurro. Per non parlare poi del Golden boy del Milan Gianni Rivera che nel 1968 si è laureato campione d’Europa con la nazionale italiana e un anno dopo è stato premiato con il pallone d’oro. Fortissimo anche Xavi, protagonista del gioco bellissimo che solo le furie blaugrana del Barcellona sapevano offrire in quei anni. Non da meno e l’altro spagnolo Iniesta, decisivo per sei anni con la maglia del Barca e della nazionale spagnola. Johan Neeskens era un vero jolly del centrocampo e uno degli esponenti, insieme al più offensivo Johan Cruijff, del calcio totale olandese. E per ultimo citiamo il tedesco Paul Breitner, che ha cominciato da giovane come attaccante per poi passare a fare il difensore e finendo poi a centrocampo, incarnando così alla perfezione il calciatore duttile che andava di moda negli anni settanta.
Certo professionismo e dilettantismo non possono essere paragonati tra di loro. Due modi differenti di vedere il calcio ma la generosità e i piedi raffinati del centrocampista veronese Jacopo Menolli, che da quest’anno milita nell’ ambiziosa Castellana, nel girone “C” di Eccellenza lombardo, non sono mai mancati e lui a quasi 27 anni fa ancora la sua bella figura. “Mi trovo benissimo nella Castellana del presidente Sergio Pezzini, squadra mantovana di Castel Goffredo, società al top che vuole ritagliarsi i propri spazi in campionato – dice Jacopo -“. Ricordiamo che la Castellana occupa attualmente l’undicesima posizione in graduatoria a quota 18 punti dopo le 13 partite finora giocate, con 5 vittorie, 5 sconfitte e 3 pareggi. Nel girone “C” guida i giochi l’Ospitaletto con 31 punti, squadra che era in serie C ai tempi del mai dimenticato presidente Gino Corioni che in seguito acquistò il Bologna e poi il Brescia dopo ingaggiò giocatori del calibro di Roberto Baggio, Josep Guardiola, Luca Toni, Marek Hamšík, Alessandro Diamanti, Gheorghe Hagi e Andrea Pirlo. Ospitaletto seguito in classifica dal Castiglione a 25 e dalle coppia formate da Cliverghe e Scanzorosciate a 24 e Cazzago Bornato e Rodengo a 22 punti. Continua Il talentuoso giocatore ex Villafranca e Ambrosiana: “Non e’ un buon momento per noi, veniamo da due sconfitte consecutive rimediate contro Vertovese e Cliverghe dove l’arbitro ci ha fischiato tre rigori a sfavore, una roba pazzesca. Ma non molliamo, siamo pronti a ritornare a vincere in casa contro la Pradalunghese che ha 4 punti in meno di noi.”
Jacopo Menolli ha vestito nel veronese, oltre alle maglie di Villafranca e Ambrosiana, anche quelle di Vigasio e Garda. Ma quali sono le differenze tra l’Eccellenza veronese e quella Lombarda? “Sono due tipi di campionato diversi. In Veneto puoi sempre trovare due o tre squadre più deboli delle altre, in Lombardia questa cosa non esiste. Alto livello tecnico e tutte le squadre sono davvero molto forti. Ogni gara è un aspra battaglia che può finire con qualsiasi risultato”. Quali sono gli allenatori che ti hanno lasciato il segno? ” Mi hanno dato tantissimo, in annate diverse, Gigi Possente, Cristian Soave e Paolo Corghi. Tre modi differenti di vedere il calcio ma sempre con tanta grinta, intensità e passione”. Menolli quest’anno vuole dare il suo contributo alla Castellana ma non esclude che l’anno prossimo possa ritornare nel veronese. “Non si sa mai, conservo a Verona e provincia tante amicizie e se arriveranno nuove offerte dalla città scaligera ci penserò sicuramente, intanto buon calcio a tutti!”
Roberto Pintore per www.pianeta-calcio.it