Mister Antonio Paganin crede fortemente nei giovani e quest’anno vuole portare in alto il Mestrino Rubano del presidente Riccardo Stefani. Domenica scorsa, nel combattuto match casalingo contro i veronesi del Real Valpolicella finito 2 a 2 , la sua compagine non ha affatto sfigurato. Ha lottato ad armi pari contro gli ospiti veronesi ed entrambe le contendenti avrebbero potuto portare a casa il risultato pieno. In gran spolvero l’attaccante Giovanni Guccione che ha segnato una pregevole doppietta per i blaugrana di mister Andrea Matteoni. Mentre per la squadra locale ha infilato due volte l’incolpevole portiere Rossi con gli attaccanti Nalesso e Scapin. Il Mestrino Rubano, dopo 5 giornate, occupa la quinta posizione del girone “A” di Eccellenza con 8 punti, frutto di 2 vittorie, altrettanti pareggi e una sola sconfitta. E’ soddisfatto del cammino dei suoi ragazzi Antonio Paganin che ci dice: “Oggi mi sono divertito, ho visto Mestrino e Real Valpolicella non risparmiarsi mai e giocare con tanta voglia di superarsi a vicenda. Giudico il pareggio il risultato più giusto e sono contento della prestazione dei miei ragazzi”. Dove può arrivare quest’anno il Mestrino Rubano: “Siamo una squadra giovane ma molto determinata. Costruiamo tante buone azioni di gioco e troviamo la porta avversaria con molta facilità. Penso che possiamo dire la nostra e lottare per stare nella parte sinistra della classifica, se ci crediamo e non commettiamo troppe sbavature ci possiamo benissimo stare”.
Si sofferma poi sulla qualità del Real Valpolicella: “E’ una squadra quadrata e difficile da affrontare. Forte in difesa, pungente in attacco e pimpante nelle ripartenze, una squadra che non molla mai”. Come è il livello tecnico del campionato di Eccellenza 2023-24: “Di buonissimo livello, con squadre che si sono attrezzate con giocatori esperti e di provato valore per mettere in difficoltà le rivali. In questa categoria devi concedere molto poco, devi dare intensità e personalità al tuo gioco e leggere con criterio le varie fasi della partita che stai giocando. E’ un campionato avvincente e molto equilibrato dove nulla è mai scontato”. Antonio Paganin, che ha 57 anni, in passato è stato un ottimo difensore professionistico. Cresciuto nel settore giovanile del Bologna e poi passato alla Sampdoria dove ha esordito in serie A. Dopo quattro stagioni a Genova, ha giocato per due stagioni nell’Udinese e nel 1990 è passato all’Inter. In nerazzurro gioca sei stagioni dal 1990 fino al 1995 contando in campionato 109 presenze. Si è ritirato dal calcio professionistico nel 1997 a 31 anni, continuando poi per qualche anno a giocare nei dilettanti. Ha vestito anche le divise di Atalanta ed Hellas Verona. Ha vinto anche un campionato Allievi nazionali con i rossoblù del Bologna nella stagione 1981-82, due Coppe Italia con la Sampdoria, con Vialli e Mancini come compagni e mister Boskov in panca nelle stagioni 1984-85 e 1987-88 e due Coppa Uefa con i nerazzurri dell’Inter del presidente Pellegrini nelle stagioni 1990-91 e 1993-94.
“Il calcio di serie A e B – continua Paganin -, mi lasciato tanto in termini di crescita calcistica e personale. Ho conosciuto tante persone che mi hanno arricchito. Tra i tanti ricordo Walter Zenga, Giuseppe Bergomi, Andreas Brehme, Andrea Mandorlini, Giuseppe Baresi, Nicola Berti, Lothar Mattheus, Aldo Serena nell’Inter; Pietro Wierchowod, Ivano Bordon, Alessandro Renica, Evaristo Beccalossi, Graeme Souness, Fausto Salsano, Trevor Francis, Roberto Mancini, Gianluca Vialli, tutti con mister Boskov ai tempi della Sampdoria, poi Stefano Pioli, Thomas Berhold, Antonio Di Gennaro, Preben Elkjaer Larsen, Luigi Sacchetti, Vinicio Verza e Marco Pacione, dell’Hellas Verona guidato dal mister scudettato gialloblu Osvaldo Bagnoli. Un calcio, quello degli anni ottanta e novanta, di grandi campioni che in campo all’improvviso facevano la differenza. Quello di oggi invece è diverso. Per fare degli esempi il portiere è più chiamato in causa, spesso con i piedi deve costruire l’azione, sono arrivate nuove regole. Il calcio si è evoluto. Tecnici bravissimi nella tecnica di base e con idee sempre nuove”.Quali sono gli ingredienti che hai trovato nel mondo dei dilettanti? “Passione e divertimento. La mia sfida da allenatore nei dilettanti è trovare, con ragazzi che vengono la sera dopo una dura giornata lavorativa o di scuola o all’Università, la chiave giusta per costruire tutti insieme un buon progetto calcistico. Noto sempre più tecnici che lavorano benissimo sul settore giovanile. Il vero tesoro, a mio parere, di ogni società dilettantistica”. E dell’Inter attuale cosa ci dici mister? “Squadra fortissima in tutti i reparti. Ottimo il suo mister Simone Inzaghi, ha tanti campioni, in primis Lautaro Martinez che è l’anima dell’Internazionale. Quest’anno ha tutte le carte in regola per provare a vincere il campionato di serie A”. Per finire ci racconta degli aneddoti da giocatore legati al calcio? “Quando penso a Luca Vialli, che ora ci guarda dal cielo, mi commuovo. E’ stato portato via da un male terribile che non gli ha lasciato scampo. Mancini e Vialli alla Sampdoria sono stati due miei grandi amici. Eravamo allenati da mister Boskov, uomo di grande carisma e forte simpatia. Ricordo con piacere una gara casalinga allo stadio “Marassi” tra noi della Sampdoria e il Napoli. Prima di entrare in campo elenca i difensori della nostra squadra che scendono in campo e le loro marcature. A me mi dice “Antonio prendi quello piccolino” io pensavo che fosse Zola e invece mi diede da marcare Diego Maradona. Tra e me ho pensato, che bella fiducia ha nei miei confronti il mister, una volta entrato in campo ho fatto la mia parte con carattere ed è stato davvero emozionante. Colgo l’occasione per ricordare ancora una volta Gianluca Vialli, un signore in tutti i sensi. Mi manca molto, era una persona che anche al di fuori del calcio, senza clamori, si prodigava per il sociale. Insomma tanta roba, come “Pablito” Rossi, un altro grande giocatore e uomo”.
Roberto Pintore per www.pianeta-calcio.it