Il calcio dilettantistico, con più di 12.000 società e 1.050.451 di tesserati, è senza dubbio una risorsa per il nostro paese che questo Covid-19 sta minacciando. A risentirne, oltre alle società, sono i “protagonisti della domenica”, chi scende in prima linea, insieme ai giocatori, per portare a casa il risultato: gli allenatori. Tastiamo il polso di questo surreale periodo insieme a due figure di rilievo all’interno del nostro panorama dilettantistico: Giuseppe Allocca, condottiero del Valdalpone Roncà e Cristian Cordioli, mister dell’Illasi. “Il fermo è un atto dovuto – apre spiegandoci il trainer dei monscledensi – considerato il protocollo in vigore per noi dilettanti; inoltre, il rischio che si sarebbe creato nel dover fermare persone che devo anche lavorare, e che non sono professionisti, sarebbe stato troppo alto”.
Dello stesso pare è anche mister illasiano Cordioli: “E’ stato giusto fermarsi perché la situazione non era più sostenibile. Forse se fossero stati fatti dei gironi con meno squadre saremmo riusciti a termine la stagione, in un modo o nell’altro con più facilità, ma è difficile fare programmi e prendere decisioni in questo periodo. Chiaramente abbiamo tutti voglia di ricominciare, ma sarà difficile farlo a breve”. Ci sono, nonostante il periodo complicato, degli aspetti positivi? “Durante il primo stop, vivendo il nostro tempo in modo diverso, avevamo imparato tutti a rallentare e a gestire la vita in modo diverso. Poi, sono bastati pochi mesi estivi, per farci tornare ai soliti ritmi frenetici. Ad ogni modo abbiamo imparato delle lezioni importanti” risponde Allocca. “Gli aspetti positivi”, replica Cordioli, “non sono molti. Sicuramente questo situazione ci permette di passare più tempo con le nostre famiglie”.
Niente più schemi, moduli e schede d’allenamento: il pane quotidiano di tutti gli allenatori. “Mi manca molto lo spogliatoio e tutta la preparazione settimanale per la partita. Siamo un bel gruppo – commenta il tecnico dei bianco-azzurri della val d’Illasi – e l’aspetto umano è sicuramente un nostro valore”. Dello stesso parere è anche il coach dei giallo-amaranto montecchiesi: “Mi manca confrontarmi con il mio staff: parlare della partita, analizzare gli errori e lavorare durante la settimana sul campo. Ma più di tutto il rapporto umano con la squadra”.
Dare una valutazione su questo campionato, pesantemente condizionato, è difficile, ma entrambi hanno visto cose buone che fanno ben sperare: “Questa stagione è sicuramente particolare – spiega Beppe Allocca. I nostri valori, come quelli di altre squadre, sarebbero usciti nel lungo periodo. Sono convinto che la stagione non sia ancora finita, speriamo di avere la possibilità di dimostrare il nostro potenziale”. “Non siamo partiti nel modo migliore, ma poi avevamo iniziato, anche grazie agli ultimi acquisti, ad alzare l’asticella. Nelle prima giornate c’è da dire che avevamo incontrato anche degli ottimi avversi come Valtramigna e Bevilacqua”, ci dice il condottiero della squadra del presidente Renato Cengia.
Il salto da allenatori a papà a tempo pieno è una gioia per tutt’e due. “Le mie ore libere”, racconta Beppe, “le dedico a crescere il mio piccolo Marco – nato il 31 agosto – insieme a mia moglie”. Stesso bellissimo compito spetta anche a mister Cristian Cordioli: “Adesso che sono più spesso a casa posso dedicarmi maggiormente ai miei due figli: ora li accompagno anch’io nelle varie attività che devono svolgere”. Le speranze dei nostri due mister, come quelle di tutto il mondo dilettantistico, sono quelle di tornare alla normalità il prima possibile per iniziare nuovamente a vivere senza paura e tornare a calcare i palcoscenici delle partite domenicali fatte di agonismo, ma anche di tanta felicità.
Sebastiano Perbellini per www.pianeta-calcio.it