Ha trascorso una vita a fare il “guardiano dei pali”, ora si è inventato di trattare tutti i portieri – giovanili, dilettanti e professionisti – con i guanti. Federico Da Vià, classe 1993 (è nato il 24 aprile), da Zevio, da grande designer qual è, una volta appesi al fatidico chiodo (oggi allena i portieri della Prima squadra del San Martino-Speme) i guantoni, ha avviato un’azienda che realizza il più moderno modo di neutralizzare i gol degli avversari, di approntare – oltre alla barriera umana di atleti – la difesa più sicura per evitare traumi alle falangi, al polso e allo scafoide, ma anche quella per meglio catturare, neutralizzare gli insidiosi proietti (o colpi di testa, chiamali, in buona sostanza, conclusioni) di quelli della schiera che ti trovi opposta ogni domenica pomeriggio. Federico vanta trascorsi in serie D – è stato alla senese Pianese -, dopo aver fatto tutta la trafila delle giovanili dell’Hellas Verona. “Per 3 stagioni” ricorda “sono stato aggregato al gruppo della Prima squadra dell’Hellas Verona, allora per un anno in serie C, per due in serie B. Un brutto infortunio di gioco (trauma facciale) riportato contro il Padova in una gara di Primavera, mi ha fatto perdere il treno con l’Hellas. Poi, due anni nella Pianese (club di Pian di Castagnaio) , uno stop di 6 mesi come fuori quota, quindi, l’allenamento con la Virtus di Gigi Fresco”.
Nel frattempo, giudiziosamente, il designer zeviano, non abbandona gli studi universitari: “Non li ho ancora completati, ma ho sostenuto esami di Lingue per il Commercio Internazionale. Poi, due-tre mesi, giusto il tempo per chiudere la stagione in Eccellenza con la Provese, quindi, 3 anni a Caldiero, 6 mesi a Belfiore, preceduti dall’esperienza vissuta a Castelbaldo, infine, il San Martino-Speme – estate 2021 -, e in riva al Fibbio ho iniziato ad allenare i portieri della Prima squadra in serie D, i due 2002 Scalera e Mora”. Come vedi il San Martino-Speme? Ce la farà a salvarsi? “Penso di sì: è una piazza dura a morire e dalle grandi tradizioni calcistiche, quindi, venderanno fino all’ultimo cara la pelle all’orso. E’ un bel gruppo di giovani talentuosi, i più titolati sono il Duemila Leonardo Moraschi (ex Atalanta ed ex Ambrosiana) e l’ex difensore del Cittadella, il 1999 Gabriele Della Bernardina. E’ un club, il San Martino-Speme, che si avvale sempre di bravi allenatori, quali Alberto Baù ed ora Mario Colantoni. Un altro forte mister che ho avuto è Cristian Soave, ora alla guida del Desenzano-Calvina, squadra di serie D in provincia di Brescia”.
Che tipo di portiere sei, visto che potresti – dato il fisico che hai! – essere ancora utile alla causa sanmartinese? “Non sono un portiere tecnico, cioè forte con i piedi, ma credo di saper leggere bene le situazioni, quando debbo uscire, il saper prevenire la manovra avversaria. Le uscite, ecco, quelle sono il mio forte. No, né un rigorista né un para-rigori”. Il tuo idolo? “Gigi Buffon, da buon juventino, anche se l’altro Gigi – Donnarumma – è destinato a diventare il più forte portiere del mondo e lo sta già dimostrando. Diciamo che Donnarumma se la gioca con Buffon: sono tra i 5 più bravi del pianeta!” Che strano il tuo marchio, con le due II vicine e seguite da leven… “Le due II ricordano il numero 11 di una squadra di calcio ed è stato scelto perché all’inizio eravamo due soci”.
Dove è nata la passione per il disegno? “Uno la passione ce l’ha dentro fin dalla nascita; diciamo che mi è esplosa nei due anni vissuti in Toscana a Pian del Castagnaio: lì di tempo, da buon professionista del calcio, ce n’era! Avevo ricevuto in omaggio un paio di guanti da un’azienda potente, e io, dopo averli guardati, mi son detto: “Ma, io sinceramente potrei farli meglio!” Ho iniziato a informarmi su come gettare le basi per avviare un’attività, una ditta e, poi, buttandomi a capo fitto, ho iniziato a elaborare, a sfornare prototipi di guanti. Oggi, modestia a parte, guido un’attività riconosciuta a livello Nazionale ed anche a livello Internazionale, muovendomi sul mercato come un brand che è già posizionato sulla rampa di lancio. Ed è un prodotto, quello che sto curando, ricercato, preso come spunto per le nuove tendenze”. Ed ancora: “Nel 2019, il prestigioso brand alto-atesino Reusch – leader nel settore mondiale – mi ha contattato per inserirmi, con un incarico importante, nei suoi quadri, mi ha proposto di diventare product manager, ma io ho voluto proseguire con le mie forze, di testa mia!”
Il portiere della Juventus Perin, quello del Benevento Alberto Paleari e l’attuale secondo dell’Empoli, Furlan hanno accettato di essere tuoi testimonial… Qual è il tuo sogno? “Di diventare una realtà affermata a livello mondiale, con assi che indossano i guanti disegnati da me. Magari, anche lo juventino Wojciech Szczesny, tanto sognare non costa niente, dicono”. Mai pensato di disegnare palloni o altri accessori di abbigliamento sportivo? “I palloni, in realtà, sto già disegnandoli e tra un mese potranno essere on line. Amo tutto ciò che ruota attorno al mondo dello sport, del calcio in particolare, dal punto di vista – intendo dire – dell’abbigliamento sportivo”. I guanti, rappresentano un modello difficile da trattare, da creare? “Ho fino ad ora creato 5 modelli: la differenza sta nella vestibilità, sul modo di calzarli, sulla loro robustezza, sull’essere più o meno aderenti alle dita della mano. E’ un articolo che deve avere il suo rispetto, che deve recitare la sua parte perché deve aumentare l’efficacia della parata, soprattutto quando ti arriva una sfera che viaggia ai 130 km: con un guanto, riesci ad ammortizzare il proietto, ad attutire l’impatto, ad evitare traumi alla mano e alle falangi. I materiali impiegati, poi, devono fare in modo che il guanto non scivoli all’interno della mano, ma che crei il giusto attrito”.
Come si fa a riconoscere un portiere che calza le tue creazioni? “Del riconoscimento delle mie opere ho fatto il mio cavallo di battaglia. Ho creato guanti a forma di rombo, che si stagliano e che fanno apposta da contrasto con il verde del terreno di gioco, sia esso naturale o in sintetico. Un altro paio di guanti ha una punta che si allunga e sembra che la scritta IIleven strisci, si allunghi fino alle dita del guanto stesso. Un altro ancora rappresenta – se lo guardi ben bene – gli occhi di un serpente, meglio, di una vipera e tale modello l’ho chiamato “Hadder”. Infine – termina di mostrarci nella sua azienda di San Pietro di Morubio i campioni disegnati – questo è il modello IV (6°) senso, con una bella “V” che si può facilmente vedere sulle dita del guanto”. I guanti (quelli, ovviamente, da portiere!), dunque, sono già stati lanciati da questo giovane designer zeviano. Vediamo se il grande palcoscenico pedatorio mondiale sarà in grado di raccogliere la sua elegante ed assolutamente incruenta sfida!
Andrea Nocini per www.pianeta-calcio.it