No, non spaventatevi! Anche se a lui piace tenere nella vita di tutti i giorni una condotta da vero militare, severa e molto disciplinata, imbevuto com’è dai grandi valori ricevuti dalla sua famiglia di Minerbe, Marco Farinazzo, è di lui che parliamo -, classe 1994 (è nato il 25 giugno), la parola, alla fine, l’ha mantenuta: come lo fanno i veri uomini, i veri “guerrieri d’attacco” calcistici come lui, dotato di un destro al fulmicotone, spacca palloni e tritura saracinesche. Già, il calcio, una passione infinita, che lo segue anche oggi a Castellinaldo d’Alba, nel Cuneense, dove è finito fin là, all’estremo Ovest dell’Italia, nel nord del Piemonte, per un lavoro che lo vede impegnato come responsabile commerciale per l’estero di un’azienda che tratta poste rapide di materiale in Pvc. Prima o poi uscirò con un mio libro, ci aveva detto una sera, durante un allenamento con il GSP Vigo 1944, la squadra con cui ha trionfato in Terza categoria, in cui ha giocato da Esordiente e poi ha militato ultra ventenne: e, noi, che, vendendo passare molto tempo, quasi non gli credevamo, anche se quelle pagine in bozza le abbiamo viste con i nostri occhi, visto che le aveva fatte supervisionare da una matura professoressa di Inglese di Isola Rizza.
Poi, quasi d’incanto, dopo averlo visto all’”Erasmo Zamperlini” di Ronco all’Adige, in occasione di una gara di play of dell’Albaronco, in cui ci aveva aggiornato circa la sua nuova occupazione nel Piemontese e l’abbandono, temporaneo, del calcio dilettantistico veronese, per gli ovvi motivi dettati dalla distanza (quasi 400 km!), eccocelo comparire sul whatsapp, chattandoci la nascita della sua fatica editoriale. “La grande vendetta” – libro di 160 pagine – spiega l’autore minerbese “è un thriller militaresco che tratta le vicende dei cartelli della droga. Era tempo che avevo in mente di pubblicarlo, scrivere lo reputo un hobby dopo lavoro, uno sfogo, alla pari del calcio”. Ma, sfornato il primo, Farinazzo ha già in serbo di pubblicarne un altro, di genere totalmente diverso: “E’ un racconto su come ho vissuto il calcio da dilettanti, come tanti altri miei coetanei della Bassa veronese. Sì, come lo potrebbero scrivere mille altri giocatori della mia età; ma, sono ancora agli inizi, lasciami un po’ di tempo!”
Luci e ombre di quel calcio minore, che ha visto il panzer minerbese fare gol a mitraglia (una 50na, gulp!) nei Giovanissimi e negli Allievi dell’A.C. Cologna Veneta, un record sfiorato a Cerea, ovviamente ridimensionato a Casaleone, in Prima categoria, mister Stefano Sacchetto, e successivamente nella sua Minerbe (Terza categoria), nel GSP Vigo 1944 (in 2^) e, infine, storia molto recente, in 2^ categoria nel Sustinenza, costituiranno il filo rosso zingaro della prossima fatica editoriale di Marco: “Racconterò episodi della vita di spogliatoio, curiosità di quella che per molti noi ragazzi rappresenta da sempre una sorta di seconda famiglia. Sì, dagli scherzi alla scaramanzia, passando per gli aneddoti che ho vissuto sia in prima che in terza persona in campo e fuori dal campo”. Marco ci ha sorpreso una sera di dicembre, a margine della rituale cena di Natale condivisa con il GSP Vigo 1944, quando il parroco di Vigo, don Luciano, originario di Bevilacqua, ci ha confidato che era corso in aiuto di Farinazzo per poter meglio capire le istanze di ragazzi russi di passaggio a Vigo: “Mi ha tradotto con una semplicità incredibile” ha detto il religioso “il cirillico”. E, di lingue, oltre all’italiano e al russo, Marco ne conosce bene altre: “Me la cavo in inglese e in spagnolo”.
Ora, per non perdere (fugurati!) la passione per la pelota, Marco sta cercando di accasarsi in una scuderia del Cuneense, vicino a dove lavora: “No, il Castellinaldo d’Alba milita in una categoria, la Promozione, impegnativa, che richiede molto impegno e presenze certe negli allenamenti. E, io, che non posso garantire, per motivi di lavoro – sono impegnato, a volte anche all’estero – la mia presenza continua, preferisco ripartire da un categoria più bassa, da una 2^ o da una 3^ categoria, anche per tenermi in forma per quando un giorno rientrerò nel basso veronese. Non mi piace fare brutta figura con me stesso né con la società a cui chiederò ospitalità”. Ben detto, panzer Farinazzo: l’uomo per la parola, l’asino per la cavezza!
Il titolo del prossimo libro? No, non si può svelare, rispondiamo noi stessi al posto suo, perché il solo pronunciarlo non porterebbe bene. Restiamo, dunque, in attesa della prossima creazione, da presentare magari nel Minerbese, così intuiremmo il tuo ritorno a casa e nel nostro calcio, da cui, per simpatia che hai sempre irradiato, manchi già anche da troppo tempo, caro scrittore e bomber, Marco Farinazzo!
Andrea Nocini per www.pianeta-calcio.it