Dopo due stagioni di stop – per motivi di lavoro – l’ex portiere classe 1968 alto 190 centimetri, Emanuele Tobaldini, si rituffa nel nostro calcio dilettantistico riproponendosi come preparatore dei portieri. Una carriera passata a difendere i pali di Cerea, San Giovanni Lupatoto (imbattibilità per 10 partite) ed Isola Rizza, poi, deposti i guantoni, si è dedicato a cercare di far volare da un palo all’altro le più giovani “saracinesche” del veronese. “Ho iniziato” ricorda “a fare il preparatore nel Casaleone di mister Zatteroni, allora in Eccellenza, poi, sono stato a Cerea in Serie D, nel Trentino e a Pergine Valsugana. Quindi, a Legnago, in serie D, nell’ultima stagione guidata dall’allora mister Andrea Orecchia”. Che tipo di preparatore è Emanuele Tobaldini, per tutti “El Toba”? “Sono uno che fa lavorare tanto i portieri e che non guarda in faccia a nessuno, nel senso che non ho preferenze. Quando ero agli Allievi Nazionali dell’Hellas Verona, ho imparato molto da Ermes Fulgoni su come il portiere deve posizionarsi tra i pali, sulla lettura tempo-spazio: il portiere bravo è colui che è in grado di leggere il situazionale e come saper stare in porta”.
Ci sono stati dei portieri poi famosi che sono passati dalle tue mani? “A Pergine, ho allenato Stefano Chimini, poi passato al Monza, in Lega Pro per 3 anni, prima di rientrare nel Trentino. A Legnago, invece, ho preparato Matteo Biggeri, portiere che in Lega Pro ha difeso i pali di Pontedera, Viterbese, Lucchese ed Empoli”. Chi prende “El Toba” come preparatore dei portieri, cosa si assicura? “L’esperienza nel lavoro che svolgo, la passione, la tanta carica e le diverse motivazioni che cerco di trasmettere ai ragazzi per farli crescere, migliorare ed essere pronti al grande salto”. Da quale categoria preferisci ripartire ad allenare? “Non mi interessa la categoria, mi interessa trovare una società seria animata da programmi seri e che, soprattutto, ti permetta di lavorare con tranquillità e senza grosse pressioni”.
Andrea Nocini per www.pianeta-calcio.it