lunedì, 25 Novembre 2024

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Dalla prossima stagione anche i dilettanti potrebbero avere le maglie personalizzate col cognome

A partire dalla prossima stagione sportiva 2020-2021 nei nostri dilettanti le società potrebbero apporre il cognome dei propri calciatori sul retro delle proprie maglie da gioco, come stanno facendo da diversi anni anche i professionisti. Novità che è emersa nell’ultimo Consiglio Federale della Figc. Una disposizione che se approvata non sarà valida solo in serie D ma anche a scendere dall’Eccellenza fino alla Terza categoria, nonché per tutte le squadre femminili e le formazioni Juniores della Lega Nazionale Dilettanti. Ma come sarebbe accolta questa grande novità? Noi abbiamo fatto la nostra inchiesta sentendo i pareri di alcuni giocatori e mister della nostra provincia. Il primo che abbiamo sentito è l’attaccante del Cologna Fabio Sinigaglia che al momento dello stop ai campionati era in testa alla classifica della scarpa d’oro con le sue 21 reti segnate in 22 partite nel campionato di Promozione: “Personalmente lo trovo un modo di voler copiare i professionisti che porta solo spese alle società. Siamo dilettanti e francamente il cognome sulle maglie la trovo una forzatura”.

Il giocatore del Caldiero Alberto Filiciotto dice: “La considero un’iniziativa molto bella così anche noi giocatori dilettanti possiamo avere i nostri attimi di popolarità sul rettangolo di gioco. Motivo d’orgoglio e stimolo in più per fare ancora meglio in campo. Secondo me è un’ottima novità!”. Il neo difensore del Valgatara, ex Caldiero arrivato quest’anno dal Castelbaldo Masi Alessandro Tonolli dice: E’ un’ottima opportunità per noi giocatori dilettanti veronesi innamorati del calcio. Può servire per darci maggiore visibilità a noi giocatori e a tutto il movimento dilettantistico. E’ uno dei sogni che ha ogni bambino fin da quando mette per la prima volta una maglietta di calcio. Quello di vedere un giorno il suo cognome stampato sul retro della maglia da mostrare ai propri tifosi. Secondo me è una roba meravigliosa!”. Gli fa eco il suo nuovo allenatore, Jodi Ferrari: “A mio parere per l’Eccellenza mi sembra una cosa esagerata. Far spendere alle società soldi in più, che francamente in questo periodo di crisi andrebbero risparmiati, mi sembra inutile. Tuttavia potrebbe essere un modo per dare nuovi stimoli ai calciatori in campo che sono orgogliosi di vedere il loro cognome scritto sulla maglia”.

Continuiamo l’inchiesta con il parere di anche qualche altro allenatore e la parola passa a mister Filippo Damini del San Martino Speme: “Io penso che questo sarebbe un costo in più per le società assolutamente non necessario. In questo periodo di Covid-19 il nostro calcio dilettantistico vive problemi più seri ed importanti. Preferirei altre iniziative più interessanti per aiutare questo movimento”. Ora la palla passa a mister Peter Taccardi che si è appena accasato in terra vicentina al Torri di Quartesolo: “Sinceramente non ne vedo lo scopo e l’utilità nel contesto attuale. Sopratutto in un momento dove molte società nei dilettanti non trovano i soldi per iscriversi. In tempi di crisi nera per tutto questo non serve affatto!” Al mai dimenticato mister Simone Boron, protagonista della cavalcata vincente dell’Oppeano, la cosa non dispiace: “La trovo un iniziativa lodevole e degna di nota. Una bella idea di marketing e speriamo che serva anche a dare ancora più impulso ai giocatori e al senso di appartenenza alla maglia che indossano”.

Tornando ai giocatori passiamo al difensore Luca Gelain, neo promosso in Promozione con il Cadidavid di mister Fabrizio Sona: “Un iniziativa assurda e poco utile. Alla fine noi siamo pur sempre dilettanti, non professionisti!Non dobbiamo mai dimenticarlo. Vedo sempre più nel nostro contesto ragazzi che si credono “giocatori” affermati ma che in realtà sono solo dei dilettanti. Bisogna sempre rimanere umili e non scimmiottare mai i professionisti”. Ora parla bomber Davide Falavigna, suo compagno di squadra: “A mio parere, per noi calciatori dilettanti è una soddisfazione vedere il proprio cognome stampato sulla maglia. Questo fa sempre piacere ed è un motivo d’orgoglio in più per vestire la casacca della tua società. Un’iniziativa interessante che aggiunge un pizzico di professionismo al nostro mondo dilettantistico”. La punta del Pedemonte Marco Ambra dice: “Per come la vedo io è una cosa eccessiva e che no ha molto senso. E’ solo un costo aggiuntivo per le società”. Il difensore Simone Dal Degan dell’Albaronco afferma: “Non mi fa troppo entusiasmare questa cosa. Il marketing nei dilettanti non esiste, è invece molto marcato nel professionismo. Due mondi nettamente diversi”. 

Andiamo adesso sul lago a Garda, parla il capitano rossoblu Mirko Dorizzi: “Sarebbe bello! Vorrebbe dire però mettere i cognomi su tutte le mute è tenere sempre gli stessi numeri. Un bel casino!”. La linea passa al portiere rossoblu Umberto Gottardi: “I cognomi stampati sulle maglie potrebbero far comodo a mia mamma che quando viene a vedermi non si ricorda mai a memoria i cognomi dei giocatori. A parte gli scherzi penso sia una bella iniziativa”. Il difensore Nicolò Dalla Pellegrina, in predicato di cambiare squadra, aggiunge: “Secondo me nei dilettanti i numeri devono andare da 1 a 20 e senza cognomi. Io sono ancora legato al passato e ai numeri che identificano il ruolo, tipo il 3 è il terzino sinistro, il 9 il centravanti e il 10 il regista. Questa novità non mi dice niente e anzi fa perdere il fascino della conquista della maglia.”

Linea a Francesco Gobbetti, il portiere del Casteldazzano: “La trovo un’iniziativa sensata e bella. Da valore al giocatore e lo fa maggiormente riconoscere in campo dagli spettatori. Certo sarà un costo in più per le società dilettanti. Tuttavia la ritengo lo stesso un idea significativa, anche perché è una cosa che ho sempre sognato fin da piccolo”. Passiamo a Pescantina, in casa della neo promossa in Eccellenza Pescantina Settimo, parla il capitano Cristian Carigi: “Non saprei che dire! Potrebbe essere una novità molto carina per noi giocatori ma vista dall’altra parte, visto che ognuno dovrebbe avere la sua maglia personale, è un lavoro ed una spesa in più per le società che devono far fare le mute personalizzate ogni anno. La vedo una cosa difficile da fare”. Continua il compagno di squadra Mattia Paiola, da poco diventato papà di una bellissima bambina: “Sono sempre stato un romantico del calcio, vedere i nomi sulle maglie dei dilettanti penso che sia assurdo ed inutile. Ma io rispetto sempre le decisioni prese dall’alto. Staremo a vedere se questa cosa si potrà fare”. 

Il bomber riconfermato al Bovolone Luca Scarabello ci dice: “Io personalmente non sono d’accordo su questa iniziativa. Oramai i dilettanti stanno cercando di imitare sempre più i professionisti in tutto e per tutto ed io non lo trovo giusto. Personalmente devo dire che sono un nostalgico dei vecchi tempi e toglierei i nomi anche dalle maglie dei professionisti lasciando solo la numerazione normale che identifichi il ruolo”. Per l’attaccante del Parona Daniele Begnoni: “Potrebbe essere una bella idea per le società che non dovrebbero più lavare le maglie tutte assieme con ulteriori costi. Ogni giocatore se la lava a casa sua, visto che c’è il suo cognome sopra. Un’iniziativa a mio parere fantastica”. Infine parla Luca Fortunato, trequartista dell’Aurora Cavalponica che si è da poco trasferito nel vicentino al Sedico: “La cosa per me è indifferente! Che ci sia stampato il mio cognome o meno sulla maglia per me non cambia nulla. Contano di più i valori e le prestazioni dei giocatori che devono essere capaci di dare tutto per la maglia che indossano”.

Roberto Pintore per www.pianeta-calcio.it

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