Christian De Martiis, classe 1995, ex punta della Clivense – ma anche ex portiere dell’Albaronco, del San Martino-Speme e di altri nostri club -, risponde in merito alla tavola rotonda lanciata qualche giorno fa dal nostro portale, con il tema che trattava la validità della tecnica nelle nostre società. Quella in corso, è la 5^ stagione che vede De Martiis istruttore di tecniche ed abilità calcistiche, una figura che meriterebbe più importanza nel nostro mondo. “E’ un progetto” spiega “in cui credo fortemente per la valorizzazione del Settore Giovanile. Purtroppo, oggi ci sono tante società di calcio che non mettono in primo piano la cura del vivaio. Così facendo, non offrono la possibilità di crescere o di valorizzare il singolo atleta. E, questo, è davvero un’occasione mancata perché in giro esistono tanti giocatori tecnicamente dotati, ai quali non viene data la possibilità di mettersi in mostra a livello mentale”.
In che senso? “Non sono liberi di esprimere il proprio gioco in quanto un allenatore chiede al massimo ai propri giocatori due tocchi alla palla, intimando al terzo la panchina. Io sono del parere, invece, che bisognerebbe prendere spunto dalla mentalità sposata da club, addirittura dilettantistici, non solo professionistici di altri Paesi, nei quali è riconosciuta la figura dell’Istruttore di tecnica individuale. In Italia, la Figc non dà molta importanza a questa figura: dovrebbe promuovere un Corso vero e proprio di Istruttore delle abilità e delle tecniche calcistiche”. Ma, non esistono già altri Corsi promossi dalla nostra Federazione, vedi Uefa C o Uefa D? “Quelli rilasciano patentini per diventare allenatori, non istruttori di tecnica calcistica; la quale cura il tiro, l’orientamento o altre qualità dell’atleta. Il mister lavora sul gruppo, mentre l’Istruttore lavora ,”face to face”, con il giocatore. Per un mister è comprensibilmente impossibile curare individualmente dal punto di vista della tecnica un gruppo di una ventina-trentina di atleti”.
Quali sono le soddisfazioni maggiori che hai provato in questi 5 anni? “Mi posso ritenere soddisfatto per aver potuto svolgere interessanti collaborazioni con società calcistiche sia maschili che femminili. Oggi come oggi, dispongo di un pacchetto di atleti che si aggira intorno alla quarantina. Il mio profilo Instagram, in 8 mesi, cambiando nome (il boss della tecnica) ha registrato una crescita di quasi 10 mila followers. Ho lavorato con il fratello di Mario Balotelli, Enock, attaccante classe 1993 oggi in forza all’Ospitaletto in serie D, e vengo contattato da influencer che vantano profili con oltre 100 o 200 mila follower”. Hai anche coniato un tuo slogan: qual è? “Quello che utilizzo quando vado a fare i tutorial sui social è: “Credete sempre in voi stessi, non abbiate paura di sbagliare e siate liberi mentalmente di esprimere il vostro gioco!””
Andrea Nocini per www.pianeta-calcio.it