sabato, 28 Dicembre 2024

Oggi

Capitani si nasce o si diventa?

Fare il capitano di una squadra è un ruolo di grande responsabilità, è l’unico giocatore che può comunicare con l’arbitro, in caso di decisioni da lui prese, facendo da portavoce dei compagni della propria squadra, inoltre, all’inizio della partita è colui che partecipa al sorteggio per stabilire quale squadra sceglierà il campo e quale batterà invece il calcio d’inizio. Ma vi siete mai chiesti quando è nata, nel mondo del calcio, questa importante figura? Per il football bisogna tornare indietro fino al lontano 1863, quando la Football Association delineò le prime regole e quindi anche il ruolo del giocatore-capitano di una squadra. Di solito è scelto dalla società per cui indossa la maglia per il suo carattere, personalità e blasone. Doti acquisite con il tempo che lo rendono un vero e proprio leader in campo e negli spogliatoi, un punto di riferimento per i propri compagni in tutto e per tutto. Il capitano di calcio, così come il capitano di qualsiasi sport, diventa allora sinonimo di buon esempio, di serietà ma anche di credibilità dentro e fuori dal rettangolo di gioco. Il suo ruolo lo vede dimostrare per primo l’impegno doveroso che bisogna mettere in questo sport nonché la capacità di collaborare in team al fine di ottenere il miglior risultato possibile, sia in allenamento che in partita. Nessuno di noi, amante del gioco del calcio, ha mai dimenticato quanto è accaduto durante la partita a Euro 2020 giocata il 12 giugno che vedeva affrontarsi Danimarca e Finlandia, il capitano della squadra danese e del Milan, Simon Kjaer, ha prontamente soccorso un suo compagno di squadra, il giocatore Christian Eriksen (allora in forza all’Inter). Sembrerebbe che sia stata proprio la sua prontezza a dare un significativo aiuto al giocatore biancorosso in grave difficoltà. Un gesto di grande rilevanza che, ancora una volta, conferma quanta grandezza e capacità deve avere un buon capitano.

Ma quali sono stati i grandi capitani che sono entrati nella storia del calcio? Sono davvero molti ma noi ne vogliamo citare cinque: Giacinto Facchetti, che con la divisa dell’Inter vinse 4 Scudetti, 2 Coppe dei Campioni, 2 Coppe Intercontinentali e una Coppa Italia. In Nazionale giocò 94 partite nell’arco di 13 anni, conquistando, da capitano, l’Europeo del 1968 ed arrivando in finale a Mexico 1970. In maglia nerazzurra Giacinto, cresciuto però in un oratorio, che ora non esistono più, come prolifico attaccante, ma poi trasformato dal “Mago” Helenio Herrera in un terzino fluidificante capace di segnare nell’Inter ben 75 reti in 634 partite. Lui era un difensore completo, puntuale in marcatura, preciso nell’anticipo e mai falloso. E fuori dal campo non era certo da meno: corretto, sportivo con mai un comportamento fuori posto. Della grande Inter di Angelo Moratti è stato l’anima. Riposa in pace Giacinto.

Valentino Mazzola, capitano del grande Torino perito nello schianto aereo a Superga. Nello Stadio Filadelfia, casa del Torino, accadeva spesso una scena, nelle rare occasioni in cui i granata soffrivano: dagli spalti si alzava lo squillo di una tromba, capitan Mazzola si arrotolava le maniche della maglia di gioco e indicava ai suoi compagni la porta avversaria, che poi finiva immancabilmente sommersa di gol. Interno sinistro, ma capace di giocare in qualsiasi ruolo, Valentino Mazzola per molti è stato il più forte calciatore italiano di sempre e uno tra i più forti al mondo. In granata vinse 5 Scudetti e si guadagnò la fama di immortale, resa ancora più grande dalla sua morte giunta a soli 30 anni nel famoso schianto di Superga, in cui perì l’intero squadrone granata.

Francesco Totti, il grande capitano che ha legato il suo nome alla Roma: Lui è stato la Roma! La sua anima, per la maglia giallorossa in campo dava tutto. Una storia d’amore iniziata quando Francesco era un bambino, “romano de Roma” e tifoso giallorosso. Totti è stato un campione completo. Fantasista in un fisico da centravanti e capace, dalla trequarti in avanti, di fare quello che voleva. In carriera ha giocato 889 partite segnando ben 334 reti nel suo club, Nazionale maggiore e Nazionali giovanili, con la Roma ha realizzato 307 reti in 786 partite.
Alessandro Del Piero, capitano della Juventus, con la cui maglia segnò 290 reti in 705 presenze nell’arco di venti stagioni. In bianconero Alessandro era arrivato da ragazzo e fu capace in un anno di prendersi il posto del grande Roberto Baggio, è stato il calciatore che più di tutti ha rappresentato la Juventus nella sua pienezza. Vinse sei Scudetti, la Champions League e la Coppa Intercontinentale grazie ad un suo gol.
Franco Baresi, grande capitano del mitico Milan. Fu scartato da ragazzo dall’Inter, dove poi giocò suo fratello Beppe, che lo ritenne gracilino, Franco non si perse d’animo e in seguito approda ai rivali rossoneri del Milan. Qui si impone subito come libero e come capitano di grande qualità umane e tecniche. Dotato di grande visione di gioco è di un grandissimo senso dell’anticipo, Baresi, aveva una grande falcata che gli permetteva di avanzare velocemente palla al piede e di recuperare facilmente sull’avversario lanciato a rete. Nel Milan ha giocato 20 stagioni, di cui quindici da capitano, 719 le presenze, conquistando 6 Scudetti, 3 Coppe dei Campioni e 2 Intercontinentali. Un grandissimo del nostro calcio.

Roberto Pintore per www.pianeta-calcio.it

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