Ennesimo episodio di violenza nel mondo del calcio. Un arbitro del campionato turco è stato aggredito brutalmente, al termine di una partita, dal presidente del Ankaragucu. Il malcapitato è stato immediatamente soccorso e portato in ospedale con l’occhio sinistro visibilmente gonfio. Ma non è finita qui. Nel corso di una gara under 17 provinciale in Friuli Venezia Giulia, tra Cormonese e Deportivo Tavagnacco, un dirigente di quest’ultima è entrato in campo ed ha spintonato l’arbitro 17enne facendolo cadere a terra. Spostiamoci a Mascalucia nel catanese, quando un giovane arbitro alla fine della sfida è stato malmenato ricorrendo alle cure del pronto soccorso del vicino ospedale. Un triste fenomeno che si ripete purtroppo con frequenza. Puntualmente la Figc organizza eventi contro ogni tipo di violenza. Come il progetto “Uniti contro la violenza” per costruire un calcio migliore. Alza l’attenzione il presidente Claudio Fidilio dell’Aia di Verona e condanna questi episodi che minano il calcio dalla radice, sia a livello di campionato giovanili, che di prime squadre a livello amatoriale e dilettantistico. “E’ assodato che qualsiasi forma di violenza va censurata. Tutti siamo stati colpiti dal recente femminicidio della povera Giulia rapita e uccisa dal suo ex fidanzato che diceva di amarla. Nello sport non mancano mai le aggressioni all’arbitro nel corso della stagione agonistica. Dobbiamo darci tutti una regolata. Serve una presa di coscienza e più rispetto dei ruoli e delle regole. La misura è colma dappertutto. Manca il buon esempio e la cultura sportiva. In Turchia hanno fatto bene a fermare il campionato ma la strada da fare è ancora molto lunga ed in salita. Il calcio rappresenta un’esperienza formativa che consente tutti di apprendere nuove ed opportune competenze trasversali e non possiamo permettere che la violenza deteriori tale potenziale educativo. Nessun arbitro desidera di entrare di campo e rischiare di essere aggredito.”
E questi episodi non mancano nemmeno nei nostri campionati dilettantistici, proprio domenica scorsa la gara tra il Monteforte Valdalpone e il Lessinia è stata sospesa al quarto d’ora della ripresa sull’1 a 1 perché, da come ha scritto il direttore di gara sul rapporto arbitrale, dopo il pareggio degli ospiti sul terreno di gioco avveniva una rissa che ha coinvolto calciatori, riserve e dirigenti di entrambe le società. Il Direttore di gara, a seguito di ciò, invitava i capitani delle squadre a ripristinare l’ordine in campo e preso atto che gli stessi manifestavano l’impossibilità di provvedervi, ha poi deciso di fischiare il termine della partita. Il Giudice Sportivo, valutato il comportamento gravemente antisportivo tenuto da entrambe le squadre in campo, ha deciso di infliggere poi in settimana la sconfitta a tavolino per 0 a 3 ad entrambe le squadre. A tal proposito il presidente del Lessinia, Matteo Guglielmini, non è affatto d’accordo con questa decisione e ci dice: “Domenica a Monteforte, dopo il nostro gol del pareggio, l’arbitro è stato accerchiato dai giocatori della squadra locale e intimorito ha deciso di sospendere la gara. I miei giocatori non hanno partecipato all’aggressione e tantomeno i nostri dirigenti o tecnici. Loro lamentavano un fallo di mano nell’occasione del gol ma l’arbitro ha concesso il gol e questo di certo non giustifica l’aggressione che ha subito, che ripeto è stata solo da parte della squadra locale mentre noi non abbiamo fatto nulla. Noi abbiamo ora intenzione di fare ricorso perché è giusto che la gente sappia la realtà dei fatti e chi ha realmente aggredito l’arbitro, che di certo non siamo stati noi”.
Roberto Pintore e redazione di www.pianeta-calcio.it