martedì, 26 Novembre 2024

Oggi

Aumenta la violenza nel calcio.

Si tinge sempre più di violenza il mondo del calcio. Lo rende noto l’osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive che si riferiscono alla passata stagione sportiva. Su 2662 partite (381 in serie A), i dati hanno avuto purtroppo una forte impennata verso l’alto. 233.999 le forze dell’ordine impiegate, 175.296 nella stagione 2021-22, i feriti tra i civili sono stati 113, 66 nella precedente stagione. Quelli tra le forze dell’ordine 147, solo 72 nel 2021-22, i denunciati sono stati 2.011, e gli arresti 125, contro i 59 della stagione precedente. Monitorati inoltre gli atti di discriminazione razziale, territoriale e antisemita, che sono stati 126. Ma come se ne esce? “Semplicemente con dirigenti qualificati, genitori educati e sanzioni più pesanti e gravi per tutti” afferma l’ex professionista ed ex Hellas Verona e Cagliari “Caio” Ferrarese: “Purtroppo non c’è molto da fare e a mio parere è una battaglia persa. Anche la squalifica del campo di gioco, come già avviene, non cambia le cose. E’ difficile trovare le soluzioni, anche quando ci sono gli insulti razzisti. Ogni forma di violenza verbale e fisica va assolutamente condannata”.

Ora la parola passa a Marco Pacione, oggi direttore sportivo del Vigasio capolista del girone “A” di Eccellenza: “I provocatori nel mondo del calcio ci sono sempre stati. E’ vero che ultimamente sui campi dei dilettanti ne vedo davvero troppe. Giocatori che dimenticano il Fair play e fanno di tutto per provocare l’avversario. Comportamenti che sono da cancellare e qui da stigmatizzare. Fa parte di un certo tipo di educazione e di cultura. Sicuramente bisogna migliorare, fin da ragazzini bisogna inculcare il rispetto per l’avversario, per gli arbitri e per i dirigenti. Questa è la strada da intraprendere. E’ dal basso che si deve partire con umiltà per migliorare e migliorarsi. Anche i genitori sono chiamati a fare la loro parte nell’educare nella maniera migliore i loro figli. Faccio un plauso alle società che si stanno muovendo in questo senso. L’ importanza di appartenere ad un gruppo sano e disciplinato è molto importante per la crescita del ragazzo”.

“Penso sia un fatto prettamente culturale – dice il tecnico Alberto Pizzini -. Servono azioni straordinarie per cambiare questo atteggiamento che ormai è così radicato. Io, per esempio, se il pubblico dovesse protestare più del dovuto nei confronti dell’arbitro, o verso gli avversari, o se ci fossero delle problematiche tra tifoserie, farei sospendere la partita come si fa nei professionisti quando ci sono dei cori razzisti. Dopo la prima sospensione, solo se è tornata la calma, si può riprendere la gara. Se dovessero continuare le intemperanze la sfida dovrà essere sospesa definitivamente. Vedrete che in questa maniera ci sarebbero meno fatti violenti. Non sottovalutiamo il problema e combattiamolo alla radice”.

Roberto Pintore per www.pianeta-calcio.it

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