Importante vittoria, quella ottenuta domenica scorsa dal Mestrino Rubano di mister Antonio Paganin, sul proprio terreno per 3 a 1 contro l’Unione la Rocca Altavilla. Un successo che ha permesso ai biancazzurri padovani di scavalcare in classifica proprio la squadra vicentina di mister Paolo Beggio e di salire al secondo posto a quota 41 punti, a -11 dalla capolista Vigasio allenata da Filippo Damini. Antonio Paganin vanta un passato calcistico importante tra i professionisti. Classe 1966, vicentino doc, è cresciuto calcisticamente nel settore giovanile del Bologna dove nella stagione 1981-82 contribuì alla conquista del campionato Allievi nazionali. Dopo una fugace presenza nella Coppa Italia di serie C, il Bologna lo cedette alla Sampdoria dove esordi in serie A. Dopo quattro stagioni a Genova gioca due campionati con la maglia dell’Udinese e nel 1990 approda all’Inter dove gioca 6 stagioni, dal 1990-91 al 1995-96, collezionando in campionato 109 presenze e vincendo due volte la Coppa Uefa, nel 1991 e nel 1994. Si ritira dal calcio professionistico nel 1997 a soli 31 anni per iniziare la sua nuova carriera da allenatore, prima nel Giorgione e Campodarsego in serie D, e poi alla Godigese in Eccellenza. Da febbraio dell’anno scorso guida il Mestrino Rubano del presidente Riccardo Stefani. A lui abbiamo posto cinque domande. Il tuo Mestrino Rubano sta andando fortissimo ed è secondo in classifica, ti aspettavi questo piazzamento? “E’ il giusto coronamento del percorso di crescita che stanno facendo in questa stagione i miei ragazzi. Siamo partiti ad inizio campionato semplicemente per fare bene e con il primario obiettivo di una tranquilla salvezza. Poi, pian piano, abbiamo acquisito mentalità e qualità e abbiamo raggiunto questa bella posizione che è frutto di un duro lavoro, fatto credendo nei propri mezzi e mettendo in campo umiltà e grinta, proprio come piace a me”.
Che tipo di calcio ti piace insegnare ai tuoi ragazzi? “Un calcio pratico e lineare con un buon possesso di palla. Mi piace infondere nei dilettanti quello che ho imparato quando giocavo nei professionisti. Credo che personalità e intensità, nel mio modo di vedere il calcio, vadano a braccetto. Dico sempre ai miei ragazzi alla domenica che dobbiamo essere noi a fare la partita, tenendo il più possibile il pallino del gioco. Soffrendo quando è il caso e coprendo gli spazi con un forte spirito di squadra. Correre tutti uniti verso il medesimo obiettivo fa sempre la differenza”. Il Vigasio è scappato ed ora è ad un passo dalla serie D.. “Rispetto alle squadre avversarie, tra cui anche la mia, il Vigasio ha certamente qualcosa in più. Ha una rosa di giocatori di categorie superiore ed è ben allenata da mister Filippo Damini che unisce, nella maniera giusta, qualità e quantità. Dispone delle energie nervose per superare gli urti e le difficoltà. Il distacco in classifica di 11 punti che abbiamo da loro è davvero enorme. Solo loro nelle prossime sei partite possono perdere il campionato, ma sono convinto che non succederà”.
Hai giocato in squadre blasonate e sei stato compagno di squadra di Brehme nell’Inter e di Vialli alla Sampdoria, che ricordi hai? “Ho giocato con ragazzi splendidi ed allenatori importanti. In ogni stagione che ho fatto ho imparato qualcosa di nuovo. Sono cresciuto come persona e ho imparato molto. Ho un ricordo speciale di Brehme che è recentemente scomparso, una grandissima persona dentro e fuori dal campo che se ne è andato troppo presto come pure Gianluca Vialli, una persona sincera e leale che era innamorato come me del calcio”. Il tuo sogno nel cassetto? “Continuare a insegnare calcio e vivere sempre nuove emozioni nello sport e nella vita. Mi piacerebbe un giorno portare il mio Mestrino Rubano in serie D”.
Roberto Pintore per www.pianeta-calcio.it