Testa serena e massima concentrazione per difendere al meglio la porta del Gargagnago nel girone “A” di Seconda categoria. Parliamo del portiere 39enne Andrea Padovani, il quale non sente non sente il peso dell’età ed è pronto a chiudere ogni varco agli attaccanti avversari. Quest’anno sta lasciando, il segno in fatto di prestazioni, con la squadra di mister Roberto Pienazza che lotta per un posto al sole nei piani alti della classifica al terzo posto con 45 punti cercando di spezzare il predominio della terribile coppia formata dall’Arbizzano di mister Marzio Menegotti (prima con 51 punti) e dal Caselle di mister Beppe Bozzini che insegue con 50 punti. Ma dove può arrivare quest’anno il Gargagnago del presidente Stefano Sartori? “Il mio Gargagnago quest’anno cercherà di fare più punti possibili e poi dove arriveremo lo dirà solo la classifica alla fine del campionato – dice Padovani -. Noi ce la metteremo tutta per stare al passo delle due che ci stanno davanti, ovvero Arbizzano e Caselle. Dire chi vincerà il nostro girone è davvero difficile, se devo proprio fare un pronostico allora dico Arbizzano perché dispone di una rosa di giocatori che ha poco a che fare con la Seconda categoria, ma pure il Caselle è una squadra solida con una rosa pensata per stare la davanti. Noi, con il nostro gruppo, che è la nostra forza, daremo del filo da torcere ad entrambe fino alla fine. I play off, come minimo, sono alla nostra portata. Che vinca la migliore!”
Giocare in porta richiede doti ben diverse da qualsiasi altro ruolo. Andrea Padovani lo conferma: “Una volta che si è messi in discussione o che si fa un errore in partita, io personalmente assieme al mio preparatore Alberto Fano analizziamo l’errore ed andiamo a lavorarci su durante gli allenamenti. L’unica risposta che possiamo dare non è con le parole ma attivamente sul campo nella partita successiva per far capire hai compagni e all’allenatore che noi ci siamo. Poi devo dire che ho una moglie e due bimbe che vengono sempre al campo a vedermi e a tifare per me e basta questo per rendermi tranquillo e felice, soprattutto per sostenermi nei momenti più duri. Il mio trucco è questo, essere consapevoli ed avere l’umiltà di ammettere che abbiamo fatto un errore per poi, la partita successiva, prendersi le proprie rivincite. Per caricarmi già la mattina della domenica a casa, prima della partita, con le mie bimbe ascolto musica punk dei Green Day per scaricare un po’ la tensione pre-partita, poi una volta al campo per me conta solo parare i tiri degli avversari per il bene della mia squadra”.
Roberto Pintore per www.pianeta-calcio.it