domenica, 27 Aprile 2025
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Real…mente grazie ASD Real Minerbe 2014!

Cambio della guardia a capo della gloriosa società nero-verde: dopo 5 anni ritorna Luigi Bertoldi, a lungo presidente e figlio dell’ex sindaco Leonello, al quale gli appassionati del luogo hanno intestato gli impianti sportivi. Esce, tra gli applausi, il dr. Sandro Pavan, non ancora 40enne, il quale è stato il detonatore della rinascita del calcio minerbese e che da ex calciatore, da ex dirigente sportivo e da anni ora brillante imprenditore, ha fatto e continua a fare dell’etica il caposaldo della sua esistenza. Dispiace che proprio in virtù dell’incompatibilità dei due ruoli, lui – così carico di attenzioni verso il prossimo – debba lasciare la massima poltrona. Ma, rincuora che il fatto che la staffetta del Real Minerbe 2014 sia stata nuovamente impugnata da un personaggio altrettanto stimato calcisticamente e non dalla propria comunità. In onore della grande figura di Sandro Pavan, riportiamo il suo commovente, sentito congedo dal calcio del suo paese e dei suoi sogni, pubblicato su facebook e del cui contenuto abbiamo chiesto ed ottenuto la pubblicazione. Che qui vogliamo riportare perché è densa di signorilità e costituisce un monito e un esempio per i nostri laboriosi e numerosi quanto appassionati dirigenti del nostro calcio.

“Ho cominciato a giocare a calcio all’età di 6 anni, nel Minerbe, anche se sono originario di un altro Comune. Ricordo che non ero nemmeno capace di allacciarmi le scarpe: mi aiutava l’allenatore. Me ne vergognavo. Da allora il nero verde mi ha colorato la vita. Mi ha fatto sognare ma anche illudere di poter diventare un giorno un calciatore. Mi ha fatto conoscere tanti amici. Mi ha insegnato a rispettare gli altri, soprattutto se più anziani di me: il mister, i compagni più esperti, i dirigenti. Mi ha insegnato il sacrificio e l’impegno. Concetti non astratti ma concreti. Valori che ti fanno capire che nella vita le cose te le devi guadagnare con il lavoro, l’allenamento e la costanza. Mi ha provocato anche delusioni. Mi ha fatto capire che talvolta ci si deve sedere anche in panchina. Non tutti “ce la fanno” nel mondo del pallone. Anzi pochi: e quello è il momento in cui devi saper riorientare la vela della barca della tua vita. Ho fatto tutta la trafila. Fino alla Prima Squadra: quando nel 2002 vincemmo il campionato di Prima Categoria andando in Promozione. Da lì in poi lasciai il calcio per motivi di studio (la vela di prima), per poi riprendere come “amatore” qualche anno più tardi in altre società. Finchè un giorno incontrai Bertin (Boldrini Alberto), mio indimenticabile allenatore nelle giovanili, e tornai a giocare a Minerbe, in quella che era la neo-costituita squadra degli Amatori (Amatori ASD Real Minerbe 2014). Stavolta assieme in campo. Sul nostro campo. Per me era, ed è tuttora, bellissimo. Era il 2014 e il Real Minerbe era appena nata dopo le note vicende del passato. C’erano pochi bambini, poche squadre, pochi soldi. Ricordo che la prima amichevole la facemmo con delle maglie anni ’80. Orrende.

Nel 2016 entrai nel Direttivo come Consigliere e un anno dopo l’allora Presidente Arnaldo Fante, persona verso la quale nutro un profondo rispetto e sincera ammirazione, mi chiese di prendere in mano la Società. Rifiutai categoricamente. Mi piaceva il calcio giocato. Non ero adatto ad un ruolo di questo tipo. Nel frattempo avevamo seminato molto: i bambini erano aumentati e tutti speravamo di essere sulla giusta strada per la ricostruzione del glorioso settore giovanile del “vecchio Minerbe”. Poi nell’estate del 2017 ci fu una riorganizzazione della Società. Vi fu molta tensione. Arnaldo aveva intenzione di “cedere il timone” a forze più giovani ma nessuno si fece avanti. E si palesò il rischio che tutto ciò che avevamo costruito potesse in qualche modo crollare. Fu in quel momento che capii che se sei calciatore lo devi essere anche per gli altri. Che se ami il calcio lo fai anche perché gli altri lo possano amare. Urgeva nominare il nuovo Direttivo, nonché il nuovo Presidente. Durante le votazioni, con mia sorpresa, la maggioranza del Direttivo votò per me. Ebbi un momento di indecisione. Diventare Presidente significava essere il Presidente anche di coloro che ti avevano visto crescere sin da piccolo: dall’allenatore che mi insegnò ad allacciarmi le scarpe, a Boldrini Alberto che mi aveva allenato nelle giovanili, eccetera eccetera…

Mi sembrava quasi irrispettoso dover diventare il Presidente “di persone più vecchie di me”. Ma stavolta accettai, con orgoglio. Consapevole tuttavia dell’enorme responsabilità della scelta. Responsabilità nei confronti dei sogni dei bambini, delle esigenze dei genitori, dei fornitori, di una Comunità e di tutto lo staff che gira attorno ad una Società di Calcio. Oggi, esattamente 3 anni dopo quel Direttivo, passo la palla per motivi professionali. Il Minerbe merita molto più tempo di quanto riesca a concedergli. In questi 3 anni sono stati raggiunti risultati importanti. Che hanno richiesto molti sacrifici, a tutti i livelli. Voglio dire grazie ai miei compagni di squadra del Direttivo. Ai collaboratori (Giovanna e Adriano Legacci in primis per l’impegno e il tempo che dedicano ogni santo giorno), agli allenatori ed agli aiuto allenatori che accompagnano/hanno accompagnato i nostri ragazzi. A Fabio Dall’Alba. Sono stato fortunato perché ho potuto fidarmi di voi. Dico grazie anche ai genitori che ci hanno dato fiducia. Ancor di più ringrazio quei genitori che, invece, non ce l’hanno concessa: mi hanno fatto riflettere e comprendere quando avevo torto. Ma anche quando avevo ragione. Ringrazio il Sindaco Andrea Pennywise Girardi e l’Amministrazione Comunale. Ma ringrazio infine i bambini, i ragazzi e i giocatori tutti: voi siete il motivo di tutto ciò. In questi anni mi bastava vedervi correre sul nostro caro vecchio campo per dimenticarmi di tutto: siete una medicina. Ci rivedremo qualche volta al campo. Sicuramente il venerdì, quando gioca la mia amata squadra di vecchi pazzi degli Amatori ASD Real Minerbe 2014. Passo la palla ma rimango in campo. Stavolta solo per giocare: come da piccolo. Con la sola differenza che, ora, ho imparato ad allacciarmi le scarpe!”

La redazione di www.pianeta-calcio.it

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