Compirà l’anno prossimo 50 anni, il Casteldazzano del presidente Giacomo Tabarrini. 50 candeline sulle quale soffiare magari togliendo definitivamente la mascherina, obbligatoria in questi tempi di pandemia da Covid-19. Quest’anno, a campionato in corso, alla guida della prima squadra è arrivato mister Gianni Pierno, il quale ha sostituito dopo una decina di giornate Francesco Marafioti con tanta voglia di provare a regalare la salvezza alla compagine biancorossa che è invischiata nelle zone pericolose della bassa classifica del girone B di Prima categoria. La squadra è al penultimo posto con 14 punti raccolti dopo le 22 gare giocate in campionato, e con 3 vittorie, 5 pareggi e 14 sconfitte precede solo il fanalino di coda Pozzo del presidente Roberto Praga che ha solo 11 punti. “Peccato che il virus abbia fermato i campionati dei calcio ma è stata la scelta più ovvia e più giusta – dice il simpatico Gianni Pierno -. Da parte mia, grazie alla voglia di riscatto dei miei ragazzi del Casteldazzano, stavamo cercando di risalire la china (5 punti nelle ultime tre partite). Sono fiducioso ed ora aspetto le decisioni sulla stagione odierna, che a mio parere è conclusa definitivamente, da parte della Figc del Veneto. Quali saranno i verdetti? Salirà la prima in classifica? Che nel nostro caso sono i vicentini del Chiampo, e retrocederà solo l’ultima? Siamo in un clima di totale incertezza che non fa bene al pianeta del calcio dilettantistico. Aspettiamo delle certezze al più presto in modo da capire come programmare la nuova stagione che speriamo partirà regolarmente a settembre”.
Pierno che è subentrato in corsa a Casteldazzano a novembre, in una situazione di classifica difficile, non ha mai dimenticato gli anni passati al Gargagnago in Seconda categoria: “Si era concluso un ciclo e di comune accordo, io e la società, abbiamo deciso di dividere le nostre strade. A Gargagnago sono stato davvero benissimo, e questo lo voglio sottolineare. Colgo l’occasione per ringraziare il presidente dell’A.C. Gargagnago Stefano Sartori, il vice presidente Rinaldo Fasoli, il segretario Domenico Procura e naturalmente i ragazzi, tutti splendidi, che ho avuto in questi quattro anni di calcio con i tricolori della Valpolicella”. E’ indiscutibile che l’arrivo del CoronaVirus ha cambiato la vita di tutti noi che speriamo si possa tornare in fretta alla vita normale di tutti i giorni. “Finchè non ritornerò ad allenare – dice Pierno – non capirò quanto mi ha cambiato il virus. Una mazzata indiscutibile che non è mai stata provata prima da tutti noi. La voglia di mettersi maglietta e calzoncini corti e tornare in campo c’è ed è fortissima in tutti. Ma ora la vedo davvero durissima. Mi sembra di vivere un incubo con le mascherine e guanti che oramai sono diventati un abitudine. Sono però utili ed indispensabili”.
Pierno apre il suo personale libro dei ricordi legato al nostro più amato mondo, quello dei dilettanti: “Ovunque sono andato mi sono divertito ed ho lavorato pieno di entusiasmo e puntando nuovi obiettivi. Tutte esperienze molte belle. Voglio menzionare con piacere la finalissima play-off con il Real Lugagnano, persa purtroppo contro lo squadrone del Real Vigasio. Da ricordare anche la salvezza impensabile con il Real San Massimo, a pensarci mi viene ancora la pelle d’oca!Questo dopo aver vinto i play-out. Una gioia che per me la più bella e sofferta in assoluto! Poi c’è l’esperienza al Gargagnago che per molti motivi mi è rimasta nel cuore. 4 anni davvero meravigliosi!La prima e la seconda stagione sono state piene di soddisfazioni”.
E’ un mister molto scaramantico Gianni Pierno, ma non ci svela i suoi riti magici: “Devo sempre cercare di scaricare l’adrenalina accumulata durante la settimana. La domenica sto da solo, senza la mia compagna, e mi faccio da mangiare da solo. Mantengo sempre il menu precedente dell’ultima gara vinta. Prima di scendere in campo, per qualche minuto, mi piace isolarmi e riflettere sulla tattica da usare in campo. Di solito porta bene, ma logicamente non tutti gli anni sono uguali”. E’ stato un duttile giocatore Gianni Pierno, ma fa fatica con la mente a tornare al passato: “Cavoli!E chi si ricorda più quando giocavo!- E ride divertito -. Io ricordo con grande piacere il mio mister Larini, era un ex professionista che in campo mi ha insegnato tantissimo. Una grande persona e un’allenatore molto carismatico. L’ho avuto al San Zeno e per me era un idolo. Un uomo d’altri tempi e geniale nell’insegnare a giocare a calcio. Sempre in continuo aggiornamento molto attento alle novità del calcio in qui anni ottanta. Momenti indimenticabili e speciali che ricorderò sempre”.
Roberto Pintore per www.pianeta-calcio.it