Centravanti alla Bobo Vieri, come ama lui stesso essere paragonato, classe 1987 (è nato il 30 dicembre): poche parole, mai una polemica con avversari ed arbitri, fisico statuario (misura 187 cm di altezza), prestato, oggi come oggi, al calcio e a volte impiegato nel golf (“Mi ha contagiato il responsabile dello studio dove lavoro, il dr Mattia Corradi, ex presidente della Pol. Borgo Trento 1977”). Giacomo Pitondo, è di lui che parliamo, ama poco le parole e molto i fatti: e se i calcoli, quelli sotto rete, non è in grado di farli uno come lui, chi allora potrebbe batterlo in questa specialità? “Sì, dai, ti concedo cinque minuti per parlare di calcio, in ispecie dell’Alpo Club ’98, anche perché sto lasciando lo studio e mi sto preparando a raggiungere i miei compagni all’allenamento”.
Il bomber rossonero, cresciuto nel Crazy Colombo (papà Marco, funzionario di banca, è stato il presidente per qualche stagione), quest’anno è tornato il bomber di sempre, quello ammirato qualche stagione dietro, ripartendo dalla rampa di lancio dei rosso-neri del Club più esclusivo del girone “B” di Seconda categoria, l’Alpo, appunto, del presidente Carlo Parolìn, del factotum Davide Benedetti, e di mister Stefano Ferro: “A dire la sincera verità” racconta “io con il calcio avevo deciso quest’estate di chiudere, soprattutto all’indomani dell’anno da dimenticare vissuto l’anno scorso in forza all’A.C. San Zeno Vr. Erano 3 o 4 stagioni che quelli dell’Alpo Club ’98 provavano ad ingaggiarmi: alla fine, ho ceduto alle loro suadenti sirene, ed eccomi qui di nuovo in prima linea!”
Un club, dove il gruppo ha sempre fatto la differenza, almeno per quello che abbiamo sentito da altri atleti che hanno indossato la casacca rossonera: “Il gruppo è davvero fantastico, la società non ti fa mancare nulla, stiamo rispettando le attese della vigilia, puntando a migliorare il 3° posto ottenuto nella precedenza edizione. Non m’importa, alla vigilia delle 32 primavere, quante reti dovrò realizzare quest’anno, mi interessa di più invece che la squadra faccia punti e non mi dispiace servire assist pesanti ai compagni”.
Come è già successo domenica scorsa ad Alpo, nella vittoria di 2 a 1 riportata contro la quotata Olimpia Ponte Crencano, squadra che, assieme al Pizzoletta, a giudizio del dr Giacomo Pitondo, saranno le squadre da battere: “Ma, anche il BorgoPrimomaggio è una bella compagine, idem il Parona, scuderia ben quadrata e che sa quello che vuole. Senza dimenticare l’Avesa HSM che ha ottime carte da giocare, con difensori bravi dietro e un buon mix di giocatori navigati e giovani. Di difensori avversari che mi sono piaciuti, ricordo Pietro Tanaglia e Simone Rocchi del BorgoPrimomaggio, il numero 5 dell’Olimpia Ponte Crencano Antolini mentre forte davvero è la punta Francesco Rossetto”. Bel mix di atleti dotati di esperienza e giovani emergenti (pochi) l’Alpo Club ’98: “Sì, una sorta, come dice lei direttore, di arma a doppio taglio perché il bagaglio ti aiuta molto a vincere le partite, mentre la freschezza è di fondamentale importanza a primavera e quando arrivi alle ultime battute del Torneo. Ma, mister Stefano Ferro è uno che sa dosare alchimisticamente bene le nostre energie e mi auguro che ci faccia trovare in ottima performance a primavera per il rush finale”.
Tre stagioni nella Polisportiva Caselle, altrettante nel Real Vigasio, dove “Bobo” Pitondo è sempre stato accolto, per la bontà del suo carattere e soprattutto per la sua qualità di giocatore, con grande entusiasmo, ed ora all’Alpo club 98 del presidente Carlo Parolin: “Ritorno a giocare in Seconda categoria dopo alcune stagioni e trovo che il livello dal punto di vista qualitativo è un pochino inferiore a quello incontrato negli altri campionati. Oggi fai fatica a portare a casa il bottino pieno, l’impresa te la fanno sempre maggiormente sudare le avversarie di turno”. In attesa, ma il golf può ancora aspettare!, di diventare il futuro “Tiger Woods” veronese della mazza, Giacomo, intanto, ricorda con piacere la tripletta firmata ad Avesa con la casacca della Juventina Valpantena, altro club in cui ha militato: “Sì, dai, il golf può ancora attendere: è uno sport, tuttavia, rilassante, mentre il calcio sta cominciando a diventare più stressante del solito”.
Andrea Nocini per www.pianeta-calcio.it