giovedì, 21 Novembre 2024

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Anche l’Oppeano gareggia per combattere il Coronavirus

C’è anche il grande cuore bianco-rosso dell’A.C.D. Oppeano a lottare contro il Coronavirus: non potendolo fare con gli scarpini, anche il “club in riva al Piganzo” ha deciso di dare il suo piccolo, ma comunque significativo, contributo. Ce lo comunica, da buon capitano della Prima squadra biancorossa di mister Flavio Carnovelli, militante nel girone “A” di Promozione, Alessandro Antonioli: “Di comune accordo, noi giocatori abbiamo deciso di devolvere tutti i soldi che avevamo raccolto in cassa all’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona. Visto la situazione drammatica e considerando il fatto che con ogni probabilità difficilmente torneremo per questo finale di stagione sportiva 2019-20 a giocare, abbiamo pensato di aiutare tutti coloro che, rischiando anche la vita, stanno lottando in prima linea per alleviare le sofferenze degli sfortunati contagiati dal virus”. Quindi, anziché ritrovarsi in una Pizzeria o a trascorrere un week end al mare, i calciatori bianco-rossi hanno pensato a chi soffre in questo momento, in cui si sa quando si potrà uscire in maniera definitiva: “Tenerli lì, sospesi e in cassa senza sapere in che modo poter utilizzarli, allora, abbiamo pensato che fosse meglio portare il nostro piccolo granello alla grande diga della solidarietà”.

Per il capitano e difensore, classe 1985, oppeanese, Antonioli, la stagione è al “game over”: “Siamo già con i divieti e i restringimenti quasi oltre a Pasqua, difficile tornare in campo, e soprattutto, con che testa, pensando a tutto quello che è successo. Ho un mio amico, uno sportivo anche lui, che mi racconta quanti dispiaceri nella Bergamasca e nel Parmense ha portato questo virus: un suo affetto, addirittura, sta lottando tra la morte e la vita! La nostra testa non sarà più come prima. Poi” aggiunge Antonioli “giocare in estate creerà problemi per il caldo e per molti giocatori che hanno fissato la data di vacanza o che sono impegnati in strutture turistico-alberghiere in una città come Verona, la quale si presta anche all’accoglienza vacanziera”. Cosa proporresti di fare a livello di classifiche, per non buttare alle ortiche gli investimenti e le 22 gare già giocate? “Promuovere le prime e retrocedere le ultime classificate; poi, rimpolpare a 18-20 concorrenti i gironi del prossimo anno. Lo dico per non buttare al vento i meriti di chi se li era guadagnati e i soldi investiti dalle società”.

Che scenario prevedi si profilerà a settembre? “Molte società non conteranno, ahinoi!, su degli sponsor che sono già aggrediti dalla grave crisi. I rimborsi-spese per mister e per noi giocatori saranno molto assottigliati, si darà spazio – e lo dico anche a mio personale danno – ai giovani del vivaio”. E, un’eventuale ripresa, ridotta al lumicino in termini di ipotesi e di speranza, potrebbe creare anche traumi muscolari, o no? “Certo, perché noi dilettanti non abbiamo la possibilità di usufruire all’interno delle nostre case, almeno non tutti, di materiali, attrezzi per tenersi in forma. Non tutti vivono in ville o in spazi ampi, quindi, la corsetta la fai sul tapirulan o in ciclette, ma è tutt’altra cosa rispetto il manto erboso o il campo di calcio stesso vero e proprio. Dietro all’angolo, in agguato si prospettano stiramenti, strappi, noie varie. E’ dura dirlo, ma, forse è meglio ripartire a settembre, quando il contesto sarà più definito, i contorni saranno più chiari”.

Andrea Nocini per www.pianeta-calcio.it

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