Stiamo vivendo un esperienza molto dolorosa con i nostri cari che sono colpiti da un virus subdolo e per ora invincibile. Il Virus, dopo aver provocato una forte crisi respiratoria, li costringe ad essere ricoverati in rianimazione e poi molti di loro non ce la fanno. Questa pandemia, causata dal CoronaVirus, sembra un incubo che non capiamo. Una realtà che vogliamo lasciare in fretta ma che ci accompagna giorno dopo giorno con il bollettino della Protezione Civile che ci aggiorna di continuo sui morti causati dal virus. Anche il Malcesine del presidente Simeone Casella aiuta la guerra contro il Covid-19 con i soldi raccolti in questa stagione dalle multe dei ragazzi della prima squadra che sono stati donati in beneficenza alla Caritas di Malcesine. Tanta generosità a favore del prossimo. Andrea Luciano, il bomber classe 1991 della squadra granata con 13 gol, sta rispettando il lock down restando a casa, dispiaciuto per la difficile situazione che stiamo vivendo: “Se devo essere sincero – dice Luciano – ora non sto pensando assolutamente al calcio. In questo momento è passato in secondo piano. Adesso siamo tutti presi a combattere una battaglia più grande di noi contro questo maledetto Virus. La nostra vita è cambiata e continuerà a cambiare. Usciamo con guanti e mascherine, non ci deve essere contatto tra le persone e dobbiamo mantenere la distanza di sicurezza di un metro e mezzo. Non vedo orizzonti futuri positivi, ma dobbiamo avere fiducia e tenere duro. In assenza del vaccino, dobbiamo stare molto attenti indossando gli strumenti di protezione individuali”.
Il suo Malcesine stava cercando nel girone di ritorno di uscire dalla palude di chi lotta per la salvezza. In campionato la brigata di mister Marco Martini, al suo primo anno nel difficile girone A di Prima categoria, dopo 22 gare giocate è al tredicesimo posto in graduatoria con 24 punti, a -2 in dalla salvezza diretta, con dietro tre squadre, il Caselle che ha un punto in meno, l’Arbizzano a 20 punti ed il fanalino di coda Quaderni con 18 punti: “Sapevamo che dovevamo lottare con il coltello fra i denti per conquistare l’obiettivo salvezza. Nel girone di ritorno stavamo faticando a conquistare punti importanti per salvarci, dopo un buon girone di andata. Poi c’è stata giustamente la sospensione di tutti i campionati dilettantistici. Peccato, ero convinto che nelle restanti otto partite che dovevamo ancora giocare potevamo farcela. Il morale era alto e tutti noi giocatori eravamo sul pezzo”.
Di questi tempi Andrea è a casa ma si tiene attivo: “Mi tengo in forma come posso, facendo un po’ di attività fisica e sperando che un giorno si ritorni a giocare. Le mie giornate tra le mura domestiche passano con tranquillità, seguo un corso di cross training e faccio delle piccole ripetute. Insomma mi mantengo in forma. Vedo però ancora del buio davanti a me. I medici competenti ci dicono che è ancora presto per tornare a giocare a pallone. Io sono d’accordo con loro. Il calcio è uno sport di contatto, come si fa a giocare se dobbiamo mantenere la distanza tra noi giocatori? E’ davvero impossibile!”
Roberto Pintore per www.pianeta-calcio.it