lunedì, 25 Novembre 2024

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La nostra intervista a “Nanu” Galderisi, l’eroe dello scudetto gialloblù

Ha fatto una carriera fulminante l’attaccante Giuseppe Galderisi, quest’anno allenatore della Vis Pesaro del presidente Mauro Bosco nel girone B di Serie C . Da noi in veneto, sia nei gialloblu dell’Hellas Verona come nei biancorossi patavani del Padova, ha lasciato ottimi ricordi. Mai dimenticati nemmeno gli anni passati nella Juventus, nel Milan e nella Lazio, tre squadre di blasone. Da allenatore poi un lungo girovagare sia in Italia che all’estero. Ricordiamo che le squadre guidate da “Nanu” Galderisi, salernitano doc classe 1963, sono il N.E Revolution (come vice), poi Cremonese, Mestre, Giulianova, Gubbio, Viterbese, Sambenedettese, Avellino, Foggia, Pescara, Arezzo, Benevento, Triestina, Salernitana, Olhanense, Lucchese, Gubbio e appunto Vis Pesaro. Prima della sosta forzata, i biancorossi della Vis Pesaro, dopo 27 partite occupavano la quindicesima posizione in classifica, con 7 vittorie, 7 pareggi e 9 sconfitte. La Vis era in piena lotta salvezza con 28 punti. Galderisi è ora chiuso in albergo a Pesaro in quarantena, visto che un giocatore della sua squadra è stato contagiato.

Mister che situazione vive li a Pesaro in questi giorni? “Sono stato isolato in camera in quarantena in maniera volontaria, ma adesso è finita. Stiamo valutando la situazione per avere la testa giusta di uscire da questo brutto periodo di pandemia. Osserviamo le regole del Governo e restiamo in casa, senza rompere le scatole a chi si sta facendo in quattro per noi negli ospedali. Sto bene e guardo con fiducia al futuro. Una situazione ben diversa quando scendevo in campo per allenare la mia squadra. Colgo l’occasione per fare un ringraziamento a tutto il personale sanitario non solo marchigiano ma di tutta Italia che sta facendo di tutto per salvare la vita ai pazienti ricoverati negli Ospedali. Ne so qualcosa visto che la mia compagna lavora in un Ospedale. E’ stato giustissimo fermare i campionati. Prima di tutto deve andarsene il Virus poi potremmo riprendere con fiducia la nostra vita normale. E’ per noi allenatori, ritorneremo ad insegnare il gioco del calcio. Per riprendere il nostro percorso. I nostri sogni restano intatti. Dobbiamo darci tutti una grande mano, anche moralmente, sperando di voltare in fretta pagina. Il gruppo della prima squadra ha dimostrato grande attenzione e responsabilità. Sono molto orgoglioso di allenare questo bellissimo gruppo”.

Mister si riprenderà a giocare? “Io mi auguro proprio di si, se siamo tutti bravi ne usciremo in fretta. Presto il Coronavirus sarà un bruttissimo ricordo. Il problema è grave per le persone che sono ricoverate in Ospedale che soffrono. Questi, a mio parere, sarebbero i fatti da rimarcare con forza per dare un monito a chi non ha capito cosa stiamo vivendo. Questo virus è un problema molto serio, non lo dimentichiamo!Se mettiamo assieme tutte queste cose io sono convinto che pian piano riprenderemo a giocare. Credo che la prossima estate sarà ricca di partite di calcio e di sano entusiasmo”.

Quanto porta nel cuore l’Hellas Verona? “Di una buona parte della mia carriera da calciatore conservo tanti bei ricordi che mi tengo dentro come il bene più prezioso. Dico la verità, sono stato un ragazzo fortunato perchè ho fatto il mestiere più bello del mondo. Le poche squadre dove ho giocato mi hanno dato tantissimo. Parlo della Juve del presidente Boniperti, che mi ha cresciuto, del Milan, dell’Hellas Verona, dove ho vinto lo scudetto con mister Bagnoli, della Lazio e del Padova, dove sono stato il giocatore del secolo. Tutte squadre che sono fortemente radicate in me attraverso bei momenti, sguardi, frasi, persone, gol, gioie e dolori. Un lungo percorso che mi fatto crescere come calciatore e come uomo. Una carriera, la mia, molto intensa sia nel bene che nel male”. Personaggi nel mondo del calcio che l’hanno colpita in maniera positiva? “Tanti e assai diversi, ma tutti uniti per la passione per calcio. Sono tanti e non vorrei dimenticarne qualcuno. Voglio citare mister Trapattoni, che guidava la Juventus e che mi ha fatto esordire in serie A, poi Bearzot, che mi ha portato a giocare in Nazionale, poi mister Vicini e naturalmente mister Osvaldo Bagnoli ai tempi dello scudetto dell’Hellas Verona…Tanta roba! Tutti grandissimi tecnici. Ma cito anche i miei compagni della Juve che mi ha insegnato tantissimo. Parlo dei vari Zoff, Furino, Bettega, Cabrini, Gentile e Scirea, i quali mi hanno insegnato a stare al mondo. Mi ritengo una persona che se guarda indietro può essere solo grata al mondo del calcio professionistico. Ho imparato valori che ora cerco di trasmettere ai ragazzi che alleno, che sono per me fondamentali. Per vincere bisogna prima di tutto essere dei grandi uomini, non dimentichiamolo mai!”

Hai qualche rammarico “Nanu”? “Certo che sì, spesso mi dico la famosa frase “Adesso che ho capito tutto nessuno mi fa più giocare”. Se penso a quello che ho fatto, dico ho fatto di sicuro degli errori, magari anche delle scelte sbagliate, ma fa parte della vita. Ogni cosa che ho fatto lo però sempre presa con il piglio giusto, e alla fine va bene così. Sono felice per come è andata la mia carriera e la mia vita”. Un aneddoto legato al calcio di quando era giocatore? “Zoff e Scirea mi volevano al tavolo a mangiare con loro ogni venerdì sera, perchè volevano che io migliorassi quando indossavo la casacca della Juve. Mister Trapattoni mi correva dietro quando facevo gol, e mi vuole ancora oggi un bene dell’anima. I ragazzi della Primavera della Juventus e quelli dello scudetto del Verona che ancora adesso ci sentiamo e gli amici che ho lasciato al Padova. Non è una questione di racconti ma di intense emozioni che hanno riempito e riempono la mia vita attuale”.

Secondo lei, mister, che doti deve avere un calciatore dilettante? “Deve credere in se stesso e lavorare duro, ogni giorno, per cercare di migliorarsi. Fare sacrifici ed avere il sogno e l’obiettivo di arrivare il più in alto possibile. Il mondo è difficile e complicato, specialmente di questi tempi. I giovani sono attirati da tanti svaghi, oltre che dal calcio. Spesso le difficoltà che si incontrano non vengono affrontate con il piglio giusto. Si molla troppo facilmente al minimo problema. Per fare il calciatore bisogna avere una passione pazzesca ed una testa pronta a grandissimi sacrifici e soprattutto ognuno deve avere un obiettivo da raggiungere”. Ricordiamo che Galderisi è stato il capocannoniere dei gialloblu nell’anno dello scudetto con 11 gol in 29 presenze e che ieri ha festeggiato il suo 57° compleanno…auguri Nanu!

Roberto Pintore per www.pianeta-calcio.it

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