mercoledì, 23 Aprile 2025
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Mister Gianluca Corso (Real Minerbe): “I play off sarebbero la ciliegina sulla torta!”

“Bilancio estremamente positivo” ci confida mister Gianluca Corso al termine dell’amichevole tenutasi la sera del Venerdì Santo al “Bertoldi”, tra il “suo” Real Minerbe e la già lanciata verso i play off Isola Rizza Roverchiara del mister Claudio Berlini, con il quale noto professionista di San Pietro di Legnago aveva collaborato ai tempi dell’Atletico Città di Cerea, allora, con il “Piccolo Toro” in Promozione (“E’ davvero un peccato vedere il Cerea così in difficoltà”, commenta Corso, classe 1965, tifosissimo dell’Hellas Verona (lei – chiosa il trainer – direttore, mi ha sempre appiccicato la “fede” interista penso per l’omonimia che corre tra il sottoscritto e il grande asso nerazzurro Mariolino Corso – ) e abitante a San Pietro di Morubio. “Da quando sono subentrato al collega Emanuele Friggi, da 15 gare, io e la squadra – perché sono i giocatori ad andare in campo! – abbiamo fino ad ora totalizzato 36 punti, per un totale complessivo di 60 freccette, le quali ci hanno consolidato il terzo posto, a -5 dall’Altopolesine e a -6 dalla Scaligera”. Scaligera di mister Roberto Manfrìn, la quale, a detta di Corso, ha un qualcosina di più rispetto agli ottimi sparring partners rodigini dell’omologo della panca, il nogarese Andrea Bertelli: “Eh, ci stiamo riferendo a due squadroni, ma i polesani concedono qualcosa di più, mentre i giallo-rossi isolani vantano grandi tradizioni storiche e mi sembrano più compatti in tutti e tre i principali reparti di gioco”. Qual è stata la sua difficoltà all’arrivo al “Bertoldi”? “Più che difficoltà, direi il mio compito principale: quello di operare non una rivoluzione tecnico-tattica, ma di riuscire a trasformare una squadra, una formazione in un gruppo, chiedendo di aiutarsi l’uno con l’altro, di remare tutti verso la stessa direzione. E, in quest’operazione, un pò di scotto l’abbiamo pagato!”

Dopo la pausa pasquale, al “Bertoldi” domenica arriverà un Bovolone 1918 già pago, per aver raggiunto quota-salvezza. Così come a Isola della Scala scenderanno gli affamati di punti Boys Gazzo di mister “Ferguson” Matteo Gobbetti e i polesani andranno a far visita in casa del lanciatissimo Porto Legnago del factotum e “rifondatore” Giovanni Melchiori, il più accreditato papabile alla successione della presidentessa Beatrice Zancanella. “Ogni gara ha una storia e in campo – ripeto – non ci vanno le buone intenzioni, ma l’affiatamento, la chimica, l’adrenalina, il sudore. Ogni partita è un capitolo a parte: la loro spensieratezza può portare ai “mobilieri” sia un rilassamento, che una tranquillità tipica di chi non ha più nulla da perdere, tutto da guadagnare. Per cui, antenne sempre verticali!” Quali giocatori di club avversari l’hanno impressionata? “I fratelli Lamkhanter dell’Altopolesine, l’attaccante della Scaligera Ousmane Keita, il centrocampista, molto alto, del Porto di Legnago, squadra rivelazione del nostro difficilissimo raggruppamento – sicuramente il più tosto dei 4 in cui figurano le nostre veronesi – e ottimo lavoro svolto da mister Edoardo Canoso, giovane collega emergente, ex trainer del Real Minerbe, prima dell’arrivo del mister e chirurgo Roberto Sandrini, di Friggi e del sottoscritto”. 7 stagioni alla guida dell’Atletico San Vito, fino al balzo in Prima categoria dei bianco-granata dell’allora presidente Doriano Franzoni, poi, 4 in Promozione – come già detto sopra – al servizio del “Piccolo Toro”. La stanchezza, il punto di chiudere col calcio – manifestatoci due estati fa, poi, la voglia di riattaccare la spina gliel’ha data una società, il Real Minerbe, dagli antichi splendori, e che vuole, sotto la direzione dell’imprenditore Alberto Tenzon, l'”ex Antognoni della Bassa veronese” per i suoi trascorsi nel Legnago Salus e nell’A.C. Sambonifacese, rinverdire i polverosi – anche archivi – ma, allori, riaffacciandosi al grande calcio. Gli impianti li ha, in cui scintilla il verde smeraldino del tuo terreno-tappeto da biliardo, pardòn, di gioco, il quale sembra scintillare anche sotto la luna, e ti fa venir voglia di giocare, alla brasiliana, cioè a piedi nudi.

Andrea Nocini per www.pianeta-calcio.it

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