Nel cielo del nostro calcio è collassata un’altra stella, si è spento un altro punto di riferimento, soprattutto nel “fubal” vissuto negli ultimi 30 anni nella zona Valpolicella-Baldo-Garda: è Mario Marai, classe 1953 (era nato l’11 maggio). Un personaggio che ha legato il suo nome a diversi trionfi alla guida di club del suo territorio, fratello …di baffo e di autentica passione di Flavio, riservato pure lui, alla pari di chi ora lo sta piangendo, assieme a tutti i noi. L’ultima volta che gli ho parlato assieme è stato durante una presentazione dell’allora neo-promosso Calmasino della famiglia Quarti, pianticella amorevolmente cresciuta dal compianto Arnaldo, vivaista, club bianco-verde alle porte di Bardolino che aveva fatto ritorno in Prima categoria – dopo anni dalla presidenza Orlandi – un paio di stagioni fa, avvalendosi non solamente di un esperto “fantino” saldamente accomodatosi sul biroccino, ma anche sulla notevole spinta trasmessa dall’ex a lungo virtussino, l’ex anche A.C. Garda, Luca Pizzini, che di lui ha detto: “Con lui se ne va un pezzo di me, Mario era una grande persona e un bravo mister che mi ha insegnato tantissimo. Assieme abbiamo condiviso tanti momenti, gioie e dispiaceri, il ricordo più bello è il suo sorriso quando abbiamo vinto il campionato con il Calmasino. Per me ha significato tanto e non lo dimenticherò mai!”
La sua voce molto gutturale, in parte mitigata dai suoi inseparabili baffi alla messicana, la sua sterminata passione per il calcio e l’immutato amore per l’inseparabile ed amata consorte marchigiana – di Aqualagna di Pesaro Urbino, borgo famoso per il prezioso buttero del tartufo -, per il figlio Alessandro, calciatore dilettante pure lui, e la bella figlia – i suoi tanti voli, sollevato in aria dai suoi amati ragazzi, – ebbene, ci ricorderemo questo di mister “baffo” Mario Marai, oltre alla sua grande umiltà, sperando che lui oggi abbia compiuto il “re dei voli”, quello verso l’infinita eternità. Verso un campo di calcio, che non ha più bisogno di essere ogni estate rizollato, innaffiato, ma fatto di tanti palloni gonfiati dall’alito del suo forte carisma e dalla sua impareggiabile voglia di vivere. “Abbraccia, mister, per tutti noi, l’altra anima buona del presidente Arnaldo Quarti, Roberto Pizzini, “El Pissinoto”, e, soprattutto, buon viaggio, lassù, tra chi ti ha dimostrato, quaggiù, di volerti bene come uomo, e calcisticamente apprezzato!”
Andrea Nocini per www.pianeta-calcio.it