mercoledì, 27 Novembre 2024

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Mattia Bergamaschi dopo tredici anni lascia l’Ambrosiana

Saluta l’Ambrosiana, dopo ben 13 anni da direttore sportivo rossonero, Mattia Bergamaschi. Lo fa con l’umiltà e con il pragmatismo che lo ha sempre contraddistinto in questi anni. Grande la sua passione per il calcio dilettante e la fiera appartenenza ai colori rossoneri del club del brillante presidente Gianluigi Pietropoli: “Sono stati tredici anni molto belli, che mi tengo stretti – dice Mattia -. Il mio bilancio sportivo è senza dubbio più che positivo. Quando sono arrivato la squadra era in Promozione ed in seguito abbiamo conquistato l’Eccellenza, dove siamo rimasti per quattro anni, tutti vissuti con grande entusiasmo. Poi, è arrivato il grande salto in serie D che non era stato preventivato da nessuno. Sono state cinque stagioni nel semi-professionismo molto belle che ricordo con piacere. Il primo anno, da neopromossa, direi che abbiamo sofferto più del dovuto. Non conoscevamo appieno la categoria, tuttavia siamo riusciti a salvarci all’ultima giornata di campionato. L’ anno dopo, inseriti nel girone B, con le squadre lombarde, è arrivata un’altra salvezza, questa volta vincendo i play out al 118° minuto, a Darfo Boario, con un grande gol di Dario Biasi”.

“Il terzo anno – prosegue Mattia – è stato quello più bello, siamo arrivati terzi ad un punto dal Legnago (poi ripescato in serie C da seconda classificata, dopo che la vincente Campodarsego di mister Antonio Andreucci ha deciso di non iscriversi alla categoria superiore), il campionato interrotto dal Covid-19 e che ci ha permesso l’anno successivo di partecipare alla Coppa Italia di serie A. Il quarto anno abbiamo raggiunto una salvezza tranquilla ed infine, nell’ ultimo anno in serie D, il quinto, dopo una partenza al rallentatore, con solo 11 punti raccolti alla fine del girone di andata, nel ritorno abbiamo fatto tutto alla perfezione ottenendo 9 risultati utili consecutivi. Con 29 punti fatti nel girone di ritorno, per un totale di 40 punti, ci hanno permesso di fare i play out in casa nostra con due risultati utili in una partita alla nostra portata, la fortuna però non ci ha assistito ed abbiamo perso 0 a 1 contro una squadra, il Delta Porto Tolle, che l’anno successivo non si è nemmeno iscritta al campionato di serie D. Noi eravamo primi nella classifica dei ripescaggi ma incredibilmente quello é stato l’unico anno dove non c’è stato nessun ripescaggio fatto dalla Lega Nazionale Dilettanti. Una delusione per noi incredibile, ma è andata in quella maniera”.

“Siamo ripartiti dall’Eccellenza la stagione scorsa, dove abbiamo trovato la Clivense del presidente Sergio Pellissier, guidata da mister Riccardo Allegretti, una corazzata rispetto a noi, che ha corso più di tutte ed è salita meritatamente in serie D. Quest’anno, con mister Jodi Ferrari in panchina, è stato un campionato che è andato storto per diversi punti di vista. Sono quelle stagioni che a mio avviso partono male e dove alla fine abbiamo conquistato la permanenza in categoria con un paio di giornate di anticipo, che senza dubbio era il nostro obiettivo principale. Avevamo una rosa che poteva ambire ad arrivare ai play off ma a volte gli obiettivi della vigilia non collimano poi con quello che succede nella realtà. Considero ora chiuso il mio ciclo all’Ambrosiana”.

Cosa prevede ora il prossimo futuro di Mattia Bergamaschi? “Voglio rimanere nel calcio – sottolinea serenamente Mattia -, questo sport mi ha dato tanto e continuerò nel mio percorso di crescita. Il calcio mi ha fatto divertire, a volte soffrire, ma anche crescere come persona. Mi piacerebbe continuare a fare il direttore sportivo, che è quello che so fare meglio, oppure valuterò anche un’altra mansione, dipende dalla categoria di appartenenza. Il mio obiettivo è quello di lavorare nell’ambito della serie D ma mi piacerebbe anche conoscere la realtà dei professionisti. Mi sto guardando intorno e qualche colloquio informale lo ho già fatto, ora devo solo attendere l’opportunità giusta e capire chi vorrà puntare su di me”. Un’amicizia consolidata con il presidente Gianluigi Pietropoli che continuerà, come conferma l’ex diesse rossonero: “Devo tutto a Pietropoli, per me è stato come un secondo padre. Mi ha fatto crescere su tutti i fronti. Condivido con lui un forte rapporto di stima reciproca. Lui è l’ anima dell’Ambrosiana. Persona appassionata e primo tifoso dei colori rossoneri. Con lui, ne sono certo, la società resterà sempre in buonissime mani. Lui è il condottiero dell’Ambrosiana, i tredici anni passati con lui sono stati fantastici. Ricorderò con altrettanto affetto anche il vice presidente Mauro Testi e tutti i collaboratori della società che sono passati in tutti questi anni.”

Mattia, con un filo di emozione, ricorda il gradino più alto raggiunto della sua Ambrosiana: “E’ stato quando per un attimo abbiamo fatto parte del calcio che conta, quello professionistico, andando a giocare nella tana della Carrarese nella Coppa Italia serie A, dove abbiamo purtroppo perso 4 a 0. Una giornata, che a parte il risultato, è stata storica per noi”. Ripensando agli allenatori che sono passati a Sant’Ambrogio e che ha avuto la fortuna di conoscere, dice: “A mio parere ogni allenatore che ha guidato l’Ambrosiana, nel bene o nel male, ha lasciato il segno. Ricordo con piacere i 6 anni di mister Tommaso Chiecchi, ora secondo allenatore di Gigi Fresco alla Virtus. Il ricordo della vittoria del campionato di Eccellenza, davanti alla corazzata Clodiense, e poi i 4 anni successivi di serie D con lui alla guida. Una persona leale e sincera con cui ho condiviso la crescita e la conoscenza di quella categoria all’epoca a noi sconosciuta. Abbiamo giocato su campi importanti come Como e Mantova, un lusso per la serie D”.

Se sfoglia l’album dei ricordi, sempre legati all’Ambrosiana, sono tanti ma per Mattia nel calcio contano si i risultati ma soprattutto le persone. Con un filo di emozione ci dice: “Gianluigi Pietropoli, Mauro Testi, Roberto Nicoletti, Edoardo Romano, Jodi Ferrari, Tommaso Chiecchi, Matteo Mezzetto, Filippo Perinon, Daniele Bottacini, Alessandro Gamberini, Marco Montagnoli, Braulio De Oliveira, Antonio Schena li ricordo tutti con affetto, sul rettangolo verde Cecchini, Biasi, Pangrazio, Ferrara e Lonardi sono quelli che, per vari motivi, mi hanno dato tantissimo. Come società siamo riusciti a far arrivare più di qualche giocatore nei professionisti e questo può considerarsi per noi una gran bella soddisfazione. Grazie al rapporto di grande amicizia e stima, che dura da 25 anni con Gigi Fresco, che a mio avviso è un maestro nella valorizzazione dei giocatori – sono passati dall’Ambrosiana alla Virtus Verona in serie C i vari Ferrara, Manconi, Lonardi e Metlika”. Ringraziamenti particolari da fare? “Alla mia famiglia ed in particolare a mia moglie Silvia, che mi ha sempre sorretto condividendo i momenti gioiosi ed altri meno belli della mia vita. Lei ed i miei figli, Davide e Alice, sono la mia forza!”

Roberto Pintore per www.pianeta-calcio.it

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