In un calcio sempre più aggressivo ed intenso, secondo voi, un modulo o un altro può davvero fare la differenza? Abbiamo rivolto questa domanda ad alcuni allenatori della nostra provincia. Risponde per primo Stefano Paese, nuovo mister del Valpolicella calcio: “Innanzitutto devo dire che il modulo di gioco a mio parere deve sempre essere adattato alle qualità dei giocatori che hai in rosa per poter così sfruttare al meglio le caratteristiche di ognuno di loro. Secondo me non c’è un modulo più o meno aggressivo dell’altro perché se si lavora bene con le dinamiche di squadra qualsiasi modulo può essere aggressivo ed intenso. Dipende poi da come si vuole impostare la partita e dalle caratteristiche della squadra avversaria”. Il tecnico di Pescantina Alberto Pizzini ci dice: “Credo che il modulo in sé non sia così importante per definire il grado di aggressività di una squadra. Se fosse così probabilmente tutte le squadre sceglierebbero quel determinato modulo. Invece, a mio parere, sono gli allenamenti specifici che trasferiscono questo tipo di mentalità in maniera quasi automatica alla squadra. Poi negli ultimi anni, anche nel mondo dilettantistico, si sono visti in campo sempre più giocatori muscolari a discapito dei giocatori più tecnici e questo ha comportato una sempre maggiore intensità ed aggressività”.
“Utilizzare un modulo piuttosto che un altro, può fare la differenza? Generalmente si, anche se bisogna dire che in alcuni casi con un’ottima preparazione atletica, la giusta mentalità, la propensione al sacrificio e la determinazione, possono fare la differenza anche a prescindere dal modulo – ci dice Marzio Menegotti, mister dell’Arbizzano”. Mister Andrea Crema ci dice: “I moduli servono forse ancora di più nelle categorie più alte e nei professionisti. A mio parere bisogno correre in campo più dei tuoi avversari e lottare con grinta su ogni pallone. Sono i giocatori che fanno la differenza facendo qualcosa di diverso dagli avversari. Avere voglia e dare sempre qualcosa in più in campo, con umiltà e forte spirito di sacrificio “. Mister Ivo Castellani aggiunge: “Credo che più che il modulo faccia la differenza la qualità dell’allenamento e la mentalità che un allenatore riesce a dare alla sua squadra. Il calcio sta diventando uno sport dove la componente fisica è sempre più determinante e questo forse a discapito della qualità tecnico/tattica. Poi ogni allenatore ha il suo modulo preferito ma bisogna che questo si sposi bene con i giocatori che ha a disposizione. Ovviamente ci sono moduli più idonei alla pressione alta e altri più “contenitivi” ma in sostanza contano gli input dati dall’allenatore ai giocatori e l’organizzazione generale della squadra per gestire tutte le situazioni.”.
Ora la palla a mister Manuel Caliari: “Penso che il modulo ormai conti relativamente molto poco. Infatti nel calcio fluido di adesso, non si parla più di “modulo” ma di “modo” di giocare e i giocatori non ricoprono più “ruoli” ma “funzioni” all’interno di un modello di gioco. Il calcio di oggi, proprio perché si gioca ad una velocità e intensità superiore, richiede un importante bagaglio cognitivo nell’interpretare in maniera rapida ed efficace tutte e quattro le fasi di gioco. Risulta fondamentale in tutto ciò l’aspetto mentale. Allenare i giocatori affinché siano determinati, coraggiosi, resilienti nel valorizzare un determinato tipo di proposta calcistica. Il calcio moderno in generale si differenzia dal calcio anni 80, per maggior velocità e maggior intensità di gioco. È mutato il concetto di spazio-tempo. Concettualmente, meno spazio, meno tempo, quindi maggior intensità. Nel calcio moderno la prestazione atletica e la fisicità sono requisiti importanti, anche quando si tratta di affrontare un duello 1 contro 1 a tutto campo (alcuni allenatori, in fase di non possesso, prediligono marcature 1 contro 1, e quindi duelli, a tutto campo). Premesso ciò, a mio parere, per ottenere il maggior equilibrio e il massimo risultato dalla propria squadra, è necessario utilizzare il modulo che sia maggiormente adeguato alle caratteristiche dei giocatori che si hanno a disposizione. Ciò non toglie che sia anche possibile impiegare alcuni giocatori eclettici “fuori” dal proprio ruolo specifico o abitudinario”. Marco Aroldi, tecnico del Quaderni, chiude dicendo: “Il modulo è una maniera per far rendere al meglio i giocatori che hai a tua disposizione e usare quello giusto può fare la differenza”.
Roberto Pintore per www.pianeta-calcio.it