Umiltà, tanto lavoro e passione dei cosiddetti soci fondatori, nel credere di poter costruire una struttura societaria che rispecchi in anzitutto i valori dello sport, con una linea guida ben definita, che parte dal sociale e arriva fino all’agonismo. L’organizzazione, il coinvolgimento e la collaborazione tra i soci, le amministrazioni, i sostenitori e non per ultimi i genitori, ha fatto nel tempo la differenza tra questa realtà e le altre, troppo spesso legate alle squadre “dei grandi”. Dopo aver stabilito i valori cardine del progetto (fair play, aspetto sociale, scolastico-educativo) il vero lavoro è stato quello di scegliere e circondarsi, in tutti i reparti, di persone competenti nel proprio settore: dal taglio dell’erba alla gestione in campo dei ragazzi. Si sono scelte delle linee guida precise, con un progetto tecnico che parte dai 5 anni e arriva ai 17 con obbiettivi periodici di crescita, diversificando gli allenatori e rendendoli, grazie a corsi ad hoc, specializzati nelle varie fasce di età.
Tutto questo richiede attenzione e lavoro non solo sul campo, ma anche fuori, concentrandosi e curando lo sviluppo di tutti quei valori che intendiamo insegnare ai ragazzi. Si è fatta differenza tra reparti tecnici e organizzativi, in modo molto chiaro: il genitore fa il genitore, il dirigente fa il dirigente, la segreteria fa il suo e cosi via fino alla parte tecnica, che è lavoro esclusivo di persone capaci, con molta esperienza, e capitanate dai responsabili e dal direttivo. Cosi facendo anche se è difficile accontentare il 100% dei tesserati, ognuno rimane al proprio posto, rispettando il tanto lavoro che ce dietro. Sono il tempo, la pazienza e di conseguenza i risultati in termine di crescita, che hanno dimostrato che la strada è quella giusta.
In una parola si può definire il tutto con “Fiducia”. Negli uomini BJT e nei propri reparti. Persone che lavorano esclusivamente per il singolo ragazzo, e per il suo bene, inserendolo nel contesto giusto per la sua crescita individuale, anche se in certe circostanze non viene subito accettata con grande entusiasmo. È appunto la fiducia che serve e che li farà ricredere nel tempo.
La scelta dell’affiliazione con l’Atalanta è nata per completare la gestione del settore giovanile in tutte le sue sfaccettature: tecniche e organizzative, con formazioni di allenatori giovani, che stiamo lanciando con molto orgoglio, con corsi specifici di avvicinamento allo sport delle famiglie e della comunità, cercando di fare anche “cultura sportiva”, fondamentale per il periodo storico in cui stiamo vivendo. La scelta della collaborazione con l’ Ambrosiana è invece un matrimonio naturale, un’unione di forze che completa le due realtà, ognuna con la propria identità, ma con rispetto e stima reciproca del lavoro svolto. Con uno sguardo al futuro insieme e con obbiettivi ben chiari, dentro e fuori dal campo.
L’obiettivo principale rimane comunque quello di fare sport “sano”, con persone competenti, con organizzazione, cercando di dare a tutti i ragazzi la possibilità di avere uno sbocco calcistico, completando le due prime squadre, con un percorso di crescita dagli gli Allievi passando per la Juniores. Anche il territorio della nostra zona e le proprie prime squadre ne trarranno vantaggio guardando avanti; infatti i ragazzi che proseguono fino all’età adulta sono in calo, e non è più possibile fare una squadra in ogni singolo paese, come accadeva molti anni fa. Ora è necessario collaborare con altre società, facendo però attenzione ai fini e alle modalità, considerando che il recente passato ci insegna.
“Prosegue la collaborazione con la Bardolino Champions Cup, che gestisce la scuola calcio nel comune di Bardolino, garantendo il percorso ai ragazzi in ottica Baldo Junior Team. Anche a questo riguardo – dice Gaiardoni – abbiamo raggiunto un altro obiettivo storico: l’abbattimento del campanilismo. Cerchiamo di ragionare come “territorio”, non più come paese singolo. Credo che non solo nello sport ci sarà necessità di ragionare come comunità in futuro, bensì in ogni ambito della quotidianità. Questo serve sia per ottimizzare le risorse sia per sfruttare al meglio quanto offre il nostro bellissimo territorio. Credo che questo sia il punto sul quale abbiamo fatto più fatica, uno scoglio che sembrava insormontabile, ma con convinzione e determinazione lo abbiamo superato, regalandoci soddisfazioni tangibili: vedere ragazzi che sembrano di una comunità che racchiude oltre 50.000 mila abitanti. Farli ragionare non come paese, ma come unico gruppo, tralasciando l’egoismo, imparando a frequentare giovani di altri comuni, vedendoli come amici e non avversari, conoscendoli anche oltre l’allenamento, senza i pregiudizi che troppo spesso inculcano i genitori…”
“Le amministrazioni coinvolte credono in questo progetto, che in primis hanno abbattuto il campanilismo, collaborando con chi si è messo a disposizione, ragionando in modo territoriale, negli ambiti più svariati, non solo quelli di campo, ma anche la beneficenza, l’inclusione e la creazione di una cultura sportiva a 360º. Questa forse è stata probabilmente l’adesione sulla quale abbiamo davvero lavorato tanto, e la ritengo la vittoria più grande del Baldo Junior Team. Segreti non ne esistono. Di sicuro abbiamo dei punti fermi: mai sentirsi arrivati, essere sempre aperti nell’imparare e nel mettersi in gioco, sia a livello calcistico, (che negli anni è profondamente cambiato), sia soprattutto nella testa degli istruttori, in continua evoluzione educativa organizzando corsi e incontri con specialisti nazionali del settore giovanile”.
“Il punto chiave è che i ragazzi di oggi sono diversi rispetto a quelli delle scorse generazioni; inoltre è cambiato l’ambiente che li circonda, la comunità, con l’avvento dei social, internet e degli smartphone si sono create moltissime distrazioni, che hanno portato disagi ai ragazzi e alle loro famiglie. Noi nel nostro piccolo – chiude Gaiardoni -, cerchiamo di dare quello che la “prendente” generazione ha avuto la fortuna di ricevere: ossia valori che stanno andando perdendosi, e che invece riteniamo fondamentali per la crescita dei bambini e dei ragazzi di oggi, cercando di trattenerli il più possibile in un ambiente controllato e trasmettendo loro la passione per il calcio e per lo sport”.
La redazione di www.pianeta-calcio.it