Unione d’intenti per conquistare la serie D già dal prossimo anno. E’ stato presentato, presso il Bottagisio Sport Center, il nuovo progetto calcistico che lega il presidente del SSD Vigasio Cristian Zaffani e il patron Luca Campedelli del Chievo Verona di serie A, cancellato con un colpo di spugna dalla Federazione Italiana Gioco Calcio qualche anno fa. Pur mantenendo lo stesso numero di matricola del Vigasio di Eccellenza, il nuovo sodalizio si chiamerà Chievo Vigasio e disputerà il prossimo campionato di Eccellenza 2023-24 agli ordini del riconfermato mister Filippo Damini. In conferenza stampa Luca Campedelli ha detto: “Scusatemi, è qualche anno che non parlo più, se sono un po’ arrugginito vi chiedo scusa. Volevo ringraziare Il presidente Cristian Zaffani, tutti i soci proprietari del SSD Vigasio, i sindaci di Verona e di Vigasio (presenti in conferenza stampa) per avermi dato l’opportunità di ripartire assieme a loro nel calcio. Devo dire che sono stati due anni difficili per me. Due anni senza calcio sono davvero duri. Però l’entusiasmo c’è ed è tanto, quindi speriamo di dare nuove soddisfazioni a tutti i nostri tifosi”.
Campedelli è stato nominato presidente onorario della nuova creatura calcistica Chievo-Vigasio, assieme a Severino Murari, mentre Cristian Zaffani resta il presidente dei biancoblu. In cabina di regia l’ex professionista di Hellas Verona, Napoli e Juventus, solo per citare alcune squadre della sua lunga carriera da calciatore professionista, il direttore sportivo Marco Pacione. Insomma un gruppo di amici che credono in una nuova maniera di fare calcio. Progetto sostenibile e ambizioso quanto basta per tentare già dal prossimo anno il salto in serie D. “Stimo molto Luca Campedelli, sono felice che il mio ex presidente sia entrato nel Vigasio. Con lui – dice Pacione – al Chievo abbiamo passato anni bellissimi in serie A. Ora parte una nuova avventura con un progetto molto interessante”. Gli fa eco Cristian Zaffani che dice: “Noi siamo una società di calcio, composta da 6 soci, che da più di 20 anni ha giocato in tutte le categorie dei dilettanti fino alla serie D. Non siamo mai stati ripescati e per me questo conta tantissimo. Veniamo da due anni brutti segnati dall’arrivo del Covid-19. Per provare ad arrivare a giocare tra i professionisti serviva una mano importante. Ora è giunto Luca Campedelli che conosco da diversi anni, ci lega un rapporto di stima reciproca. Abbiamo unito due realtà importanti di Verona”.
Gli allenamenti della neonata squadra Chievo Vigasio, club che parte con un nuovo logo, saranno svolti al Bottagisio Sport Center, mentre le gare domenicali di campionato si giocheranno all’Umberto Capone di Vigasio. Infine, in prospettiva si vuole riorganizzare anche il settore giovanile. La sua casa sportiva sarà proprio i campi del Bottagisio, importante punto di riferimento per tutto il movimento calcistico veronese. Il giorno dopo la conferenza stampa il Tribunale di Verona ha risposto al Chievo Vigasio in merito alle dichiarazioni fatte con un comunicato che dice: “I sottoscritti Curatori del Fallimento della A.C. Chievo Verona S.r.l., dichiarato con sentenza del Tribunale di Verona n. 82/2022 RF del 24 giugno 2022, per fare chiarezza, ancora una volta ritengono doveroso premettere anzitutto che: il fallimento è proprietario della matricola, ancora in essere grazie all’esercizio provvisorio, e dei marchi registrati “Chievo” e “Chievo Verona”. Il centro “Bottagisio” è di proprietà di una società controllata della fallita. Ogni attività riguardante la gestione e la liquidazione degli assets patrimoniali, sportivi e non, del Chievo Verona e delle sue controllate è rimessa in via esclusiva agli organi della procedura ed ai Curatori, con la conseguenza che non è neppure solo ipotizzabile l’utilizzo di assets della società Chievo Verona, ivi compresi il marchio, la matricola, l’avviamento ecc., e delle sue controllate, senza l’autorizzazione del Tribunale”. Sull’utilizzo del nome “Chievo“ aggiunge: “È in corso la procedura di vendita dei marchi della fallita. Nessun soggetto è autorizzato all’uso di marchi, di simboli che richiamano la squadra, di allusioni di continuità dell’attività della fallita che sta ancora operando e, comunque di assets appartenenti alla stessa“.
Roberto Pintore per www.pianeta-calcio.it