Ma vi siete mai chiesti, amici lettori, quante innumerevoli responsabilità ha il portiere in campo? Da sempre, il ruolo del portiere nel gioco del calcio, è cruciale per gli equilibri e le dinamiche di una qualsiasi squadra. Vige il detto che sei hai un ottimo portiere, un forte centrocampista che detti le trame di gioco, e un attaccante che faccia gol, hai una squadra forte e sei già a metà dell’opera. Il portiere deve avere personalità e “comandare” la difesa, sia perché possiede dalla porta un visione più ampia di quanto avviene in campo, sia perché deve trasmettere certezze ai propri compagni. Il portiere, poi, insieme con il capitano, sempre non sia lui stesso, ha il potere di parlare all’arbitro e ai suoi compagni in maggior misura e con più autorità, più di quanto possano fare gli altri giocatori.
Tra i pali bisogna essere in grado di rimediare gli errori difensivi dei propri compagni, ecco perché gli errori di un portiere sono i più vistosi. E’ un ruolo dove il rischio è massimo, cercare di evitare di subire un gol è di estrema importanza. Un buon portiere non solo deve possedere ottime doti tecniche, ma deve anche essere autorevole e sereno tra i pali. Deve infondere fiducia a tutta la squadra e deve avere una personalità spiccata e ben marcata. Inoltre deve anche avere la capacità di mantenere i nervi saldi durante le varie fasi della partita. A livello fisico, oltre ad essere alto e ben dotato, deve possedere riflessi particolarmente allenati in grado di aiutarlo in un tuffo improvviso o nel classico “colpo di reni”. Ma quali sono stati nel calcio moderno i portieri più forti in assoluto? Ne vogliono menzionare cinque, senza tenere in considerazione gli italiani, da sempre fra i migliori al mondo.
Josè Luis Felix Chilavert, è stato un’icona del calcio sudamericano con 4 titoli nazionali con gli argentini del Velez Sarsfield con i ha quali ha conquistato anche la Coppa Intercontinentale. Edwin Van Der Sar, un grandissimo portiere, tranne lo sfortunato biennio nella Juventus, con numerosi titoli conquistati fino all’età di 40 anni quando ha smesso di giocare. Nel suo palmares figurano 2 Champios League vinte e 5 finali giocate, 4 campionati olandesi, 4 campionati inglesi, 3 Coppe di Lega inglesi, 3 Coppe d’Olanda, un Uefa, una Intercontinentale ed un Mondiale per Club. Iker Casillas, dalla Spagna con furore. E’ stato titolare fin da giovanissimo nel Real Madrid, la squadra più vincente al mondo. A 19 anni ha debuttato nella Nazionale iberica, mettendo assieme 167 presenze con 2 titoli Europei ed un Coppa del Mondo. Peter Schmeichel, un portiere di caratura incredibile: carismatico, coraggio da vendere e grandissimi riflessi tra i pali. Con il Manchester United ha conquistato ogni trofeo possibile (5 campionati inglesi, 3 Coppe d’Inghilterra, una storica Champios Legue, nonché prima 4 titoli danesi ed uno con lo Sporting Lisbona. Oliver Kahn, definito dagli addetti i lavori il più forte portiere di sempre. Non aveva alcun lato debole: forte in uscita, reattivo tra i pali, fisicamente imponente, solidissimo caratterialmente e con un carisma da vero leader.
Oggi il ruolo del portiere è di nuovo cambiato. Serve, oltre che parare, sapere usare con destrezza entrambi i piedi per velocizzare il gioco e per lanciare dalla propria area assist invitanti ai compagni di squadra. Ascoltiamo cosa ne pensano, a riguardo, alcuni estremi difensori delle nostre squadre dilettantistiche veronesi. “Oggi, rispetto a 50 anni fa, il ruolo del portiere è cambiato tantissimo – dice il portiere Riccardo Rossi del Valgatara -, non bisogna, a mio parere, fare parate spettacolari e acrobatiche, ma essere efficace ed un punto fondamentale per la tua squadra in difesa. Devi cercare di fare quelle parate decisive che evitano i gol quasi fatti per regalare punti preziosi alla tua squadra. Un portiere deve parare e difendere la propria porta, se poi sei bravo anche con i piedi è sicuramente un valore aggiunto per la tua squadra”. Umberto Gottardi, il portiere de Mozzecane del presidente Riccardo Montefameglio, capolista nel campionato di Promozione, dice: “Inevitabilmente cambiando il calcio cambiano anche i ruoli. La percezione del portiere oggi è valida ancor di più se con i piedi sai lanciare i tuoi compagni di squadra e se magari sai scartare il tuo avversario in fase di disimpegno. tuttavia, a mio parere, devi principalmente saper parare e saper uscire nella maniera giusta e più efficace. Si, va bene l’evoluzione del portiere, ma dobbiamo restare sull’idea che un portiere, come prima cosa, e sono costretto a ripetermi, deve essere bravo con le mani”.
Gli fa eco il portiere del Pastrengo Emanuele Carli, che dice: “Oggi bisogna essere abbastanza bravi anche con i piedi mentre prima serviva meno. Il calcio si evolve ed ora è diventato sempre più intenso ed offensivo. Il portiere deve anche saper impostare l’azione che spesso parte dal basso. Il portiere deve adeguarsi a come gioca la squadra e deve essere molto più bravo con i piedi, per questo ora si insegna questa qualità già a livello giovanile”. Infine la palla passa al portiere della Clivense di Eccellenza, Filippo Pavoni, che dice: “Il portiere dei tempi nostri deve essere bravo anche nella costruzione dell’azione che spesso inizia già dalla propria area. Non deve solo nel parare, che logicamente è sempre fondamentale, ma deve essere un effettivo undicesimo uomo in campo che in fase di disimpegno sia bravo a saltare l’uomo, colpire di testa e magari tirare i calci di rigore, come ho fatto io lo scorso anno (foto grande). Il portiere deve saper leggere bene i vari momenti della partita giocando con freddezza ed attenzione. Insomma, ora dovrebbe essere completo in tutti i fondamentali”.
Roberto Pintore per www.pianeta-calcio.it