Ha sempre allenato le giovanili; e con un certo successo, non solo dal punto di vista degli ottimi piazzamenti ottenuti, ma – ed è quello che più conta per un educatore-allevatore e mister delle giovanili – anche sotto quello della capacità di fare gruppo, di farsi ascoltare dalla truppa e di essere rimpianto ogni volta che si congedava dal gruppo. Parliamo di Enrico Cannavò, classe 1987, oggi al grande salto, quello di allenatore di una categoria, la Terza, a Colognola ai Colli, prendendo in mano la seconda compagine nerazzurra che cresce e si sviluppa alle spalle della lanciata Prima squadra militante in 2^ categoria, e guidata dal mister e psicologo Manuel Pauciullo. A Belfiore d’Adige, dove ha operato fino alla scorsa primavera, avrebbero gradito che restasse in sella, ma lui, ha rifiutato le proposte dei bianco-celesti del presidente Giuseppe Mosele per provare l’avventura nella seconda massima realtà dell’A.C. Colognola ai Colli. “Voglio provare” racconta “a misurare le mie capacità, dopo anni alla guida di compagini giovanili, in una Prima squadra; mi è molto piaciuto il progetto che la dirigenza colligiana mi ha presentato, lo trovo innovativo, avanguardistico, ed eccomi ora qui ad allenare in Terza categoria!”
Enrico è cresciuto all’ombra (si fa per dire) di ottimi tecnici, quali Massimo Zito (scuola virtussina, ultimamente all’U.S. Cadore), di Simone Marocchio (oggi al S.Giovanni Lupatoto) e di Alberto Baù, il “colonnello di Perzacco di Zevio”, ora alla guida del Chiampo, nel girone “B” di Promozione veneta. “Da ognuno di loro” aggiunge Cannavò, figlio d’arte, in quanto il padre Maurizio, classe 1961, ex impresario edile di Ronco all’Adige, è stato dirigente e pure mister sia dell’Albaredo che del Ronco “ho cercato di apprendere dati e segreti. Il mio idolo è Arrigo Sacchi, ma in versione offensivistica: in Italia, va in onda la versione sacchista difensivistica. Ma, anche Carletto Ancelotti mi piace molto perché è un trainer che riesce sempre a sdrammatizzare le situazioni più delicate, a infondere serenità nello spogliatoio, ottimo nella gestione di qualsivoglia gruppo”. Come giocatore, Enrico non ha vissuto una lunga parabola calcistica: “Noie a un ginocchio mi hanno subito minato la carriera, intrapresa come punta in mezzo a una autentica bocca di fuoco del Real Monteforte di mister Orfeo Correzzola, qual era bomber Matteo Bonvicini. Quella stagione, riuscii ugualmente a cacciarla dentro per ben 15 volte! Ma, ho militato anche nell’Union Aurora Cavalponica prima di fermarmi definitivamente ai box a causa dell’infortunio”.
Nel 2019, consegue il patentino di allenatore Uefa C, poi, on line, nel periodo della pandemia, ha ottenuto quello di Uefa B: “Nel mio gruppo di Terza categoria, con atleti in età compresa tra il 2000 e il 2004, a Colognola, lavoro con un gruppo di ragazzi interessanti, i quali un indomani potrebbero fungere da serbatoio per la Prima squadra. La società ha fatto bene a creare una seconda squadra sotto lo stesso gonfalone, al fine di non disperdere l’importante materiale umano coltivato”. Ed ancora, il giovane sacchiano: “Cerco di trasmettere ai miei ragazzi un’impronta sia di ruolo che di gioco e mi adopero in modo che raggiungano il più alto punto di maturità possibile, cercando di portare a completamento le loro competenze e capacità. Molti di loro, potrebbero costituire l’A.C. Colognola ai Colli dei prossimi anni”. Il Colognola ai Colli di Enrico Cannavò milita nel girone “B” di Terza categoria: “Qui, almeno sulla carta, la parte del leone spetta all’Union Scaligeri Academy di mister Salvatore Dipaola e dei bomber Jacopo Dall’Omo e Massimiliano Gramegna, al neo-retrocesso A.C. Raldon, al Cherubine, all’altro neo-retrocesso Sule e all’Atletico Squarà. Noi? Possiamo fare la nostra bella figura, ma, il risultato al quale siamo protesi è quello di preparare atleti per la nostra Prima squadra”.
Andrea Nocini per www.pianeta-calcio.it