La Sagra delle Castagne evoca un senso di brio, di un via vai di gente, di musica e di luci multicolori. In questa particolare edizione della Sagra la mancanza dei fuochi d’artificio è stata sopperita dal pirotecnico pareggio del Sangio che di fatto ha dato luce alla festa paesana. I puristi potrebbero obbiettare sul fatto come un pareggio può essere illuminante a costoro posso rispondere: o non hanno visto la partita odierna, oppure hanno una scarsa dimensione nel confronto del calcio giocato. Già dai primi fraseggi si è subito capito che in campo erano schierate due compagini di livello superiore e che il il risultato poteva essere sbloccato solo da singoli episodi. Purtroppo per i biancoazzurri il “singolo episodio”, arriva al 39° del primo tempo quando un innocente pallone, in area di rigore, sbatte contro l’avambraccio di un difensore locale. Il regolamento parla chiaro: è calcio di rigore e così decide l’arbitro. (Dura lex, sed lex). Riva trasforma la massima punizione portando così in vantaggio gli avversari. A questo punto si deve dare atto ai ragazzi di mister Dalle Ave della capacità di mantenere la loro compattezza e nella seconda frazione di gioco di portarsi in avanti alla ricerca del pareggio, il tutto in maniera ragionata, in quanto l’ottima formazione avversaria poteva approfittare anche della minima distrazione. Ovviamente tutto si è risolto nel migliore dei modi quando Cengia ha trovato il giusto pertugio per battere inesorabilmente il portiere avversario. Un pareggio che vale come tre punti.

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