Con 17 punti in 20 gare giocate il Povegliano di mister Peter Taccardi è in piena lotta per la salvezza. “Siamo una squadra giovane che si batte ogni domenica con tanta fame di vittorie. Umiltà innanzitutto e grande voglia di fare bene in campo contro ogni avversario per portare a casa dei risultati positivi. La classifica del nostro girone, sia per chi vuol evitare di scendere in Prima categoria sia per chi vuole salire in Eccellenza è sempre assai movimentata e combattuta. Noi dobbiamo fare il nostro percorso e credere in quello che si fa ogni settimana durante gli allenamenti. Domenica c’è per noi una partita facile solo sulla carta, in casa nostra contro il fanalino di coda Nogara, ultimo con soli 4 punti. Non dobbiamo assolutamente sottovalutare l’ ostacolo perche, a mio parere, sarà una partita tutt’altro che facile ma anzi da giocare a testa bassa correndo dal primo fino all’ ultimo minuto di gioco per cercare i tre punti”. Nogara, Cadidavid, Atletico Città di Cerea, Concordia, Lugagnano e Isola Rizza Roverchiara, la permanenza in categoria delle “libellule biancazzurre” passa da queste 6 tappe. Le squadre attualmente nella zona rossa sono Audace a 23 punti, San Giovanni Lupatoto a 22, Povegliano 17, Concordia 14 e il Nogara ultimo con 4 punti.
“A mio parere – aggiunge Taccardi – non esistono mai partite già vinte. Devi sempre dare il massimo contro tutti giocando con la massima intensità possibile. E’ certo che contro il Cerea sarà la sfida più complicata ma come dico io sempre prima o poi le devi affrontare tutte. Noi cercheremo di fare più punti possibili, poi, solo alla fine dell’ultima giornata, potrò dire che cosa avremo combinato”. Secondo te ci sono troppi giovani stranieri nel nostro calcio? “In un epoca di integrazione e globalizzazione parlare di troppi stranieri nel nostro calcio a mio parere è davvero banale. Molti stranieri hanno dei figli nati trenta o quaranta anni fa in Italia e quindi sono da considerarsi italiani a tutti gli effetti. Pensare che giocano troppi stranieri non è poi così vero. Ogni squadra a livello dilettantistico ha il ragazzo originario del Senegal, Tunisia, Costa D’Avorio o altro. Ma di fatto hanno tessera sanitaria e codice fiscale italiano. Che fa la differenza, a mio giudizio, è la fame, il sacrificio e la voglia di arrivare di questi ragazzi. Quindi ben vengano tutti i giocatori di valore che credano nel progetto giovanile della singola società e che siano orgogliosi di vestire i colori del loro club di appartenenza. Non mettiamo barriere, investiamo sui giovani che ci sono già senza aver paura di farli giocare nelle prime squadre, se lo meritano a qualunque livello. Il calcio è davvero di tutti e resta lo sport più bello del mondo”.
Roberto Pintore per www.pianeta-calcio.it