domenica, 27 Aprile 2025
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L’inchiesta: Perchè molti mister esperti sono fuori dal giro?

Molti mister fra i più esperti del nostro calcio dilettantistico, come Puma Montagnoli, Giuseppe Brentegani, Roberto Maschi, Claudio Sganzerla, Michele Purgato, Patrizio Minozzi, Mario Colantoni, Armando Corazzoli, Roberto Piuzzi, Adelchi Malaman, Lucio Manganotti, Gigi Possente, Paolo Mosca, Marco Pedron, e molti altri ancora, sono fermi in attesa di una chiamata…Come mai? Il calcio sta cambiando e servono giovani allenatori con nuove idee? Magari si punta su allenatori che meglio conoscono il mondo dei giovani calciatori, visto che hanno smesso di giocare da poco. Il quesito è stato posto ad alcuni mister che stanno guidando le nostre squadre veronesi. Il mister del Sona Filippo Damini ha detto: “È tutto molto ciclico, siamo in tanti mister e le panchine sono molte meno! Capita a tutti di stare fermi o di subentrare a campionato in corso, basta sfruttare l’occasione quando veniamo chiamati in causa. Ci vogliono poi molte componenti ed anche un pizzico di fortuna. Hanno dimostrato di essere dei grandi allenatori e avranno modo di ribadirlo alla grande se “vorranno” di rientrare nel giro”.

Mister Gianni Pierno (Borgo Trento) dice: “Io sono 32 anni alleno continuamente tra settore giovanile e prime squadre. Magari questi nomi, visto che sono allenatori di una certa esperienza, aspettano la proposta che più gli piace, io invece mi butto nella mischia ed accetto ogni opportunità. Non nego che il calcio e il modo di pensare dei giovani e molto cambiato. Devi sapere ascoltarli e confrontarti sempre apertamente con loro, ma mai perdendo di vista i due ruoli che sono ben diversi e nei quali ci vuole rispetto reciproco. Mi dispiace che questi allenatori siano fermi perchè hanno un forte bagaglio d’esperienza che può utile ai ragazzi. Forse è una domanda che dovreste fare ai dirigenti delle squadre, sono loro che non li cercano. Un allenatore con esperienza può portare sempre delle novità, così come quello giovane emergente. Non farei così tanta differenza, di sicuro le squadre, rispetto al numero di mister che sono sulla piazza, sono ben poche”.

Fabrizio Sona, mister del Cadidavid, dice: “Sicuramente c’è stato un cambio generazionale nel calcio di oggi, a tutti i livelli. Ognuno vede il calcio alla sua maniera, che sia un tecnico giovane o uno più esperto come il sottoscritto. Magari una Società ingaggia un tecnico giovane solo perchè il suo ingaggio e un po’ più leggero, meno pesante per le proprie casse. Però se guardo il calcio Italiano e Internazionale vedo che gli allenatori esperti contano eccome, basta pensare ad esempio ai vari Ranieri e Ancelotti che fanno ancora molto bene la loro parte. Tornando tra i nostri dilettanti, mister Gianni Canovo, che guida ora il Castelnuovo, sta vincendo campionati a ripetizione. L’età anagrafica non conta, è la mentalità che conta, che provenga da un tecnico esperto oppure da uno giovane”. Il mister del Povegliano Peter Taccardi ci dice: “Sono tutti nomi di un certo livello quelli che vengono citati nella domanda. Sono tecnici che hanno un certo palmares e che quindi vogliono trovare squadre adatte alle loro idee di gioco. Non ne farei di un discorso di età, se uno è capace di allenare e tenere unito un gruppo di giocatori, può avere trenta, quaranta, cinquanta o sessanta anni, a mio parere non fa una grossa differenza. Il calcio si evolve ma i nostri allenatori si aggiornano continuamente e sono tutti preparati”.

Mister Flavio Marai (Avesa): “Penso che metà degli allenatori che hai menzionato non hanno più la voglia di allenare per pochi denari e che non vogliono scendere in categorie più in basso dell’Eccellenza o della Promozione. Nelle categorie inferiori, oltre a non esserci grossi rimborsi, devi confrontarti con giovani che escono dalle squadre giovanili che magari hanno poca voglia o poca passione per questo sport che è così bello. Molti di quelli che hai menzionato, che io conosco bene, non hanno più la voglia di scendere in campo in serate fredde e piovose per insegnare calcio a giovani che spesso hanno poco voglia di sacrificarsi ed impegnarsi”. Mister Emanuele Battocchio (S.Marco): “Non saprei qual è la vera motivazione, i nomi che vengono fatti sono tutti di allenatori con un curriculum importante. Società che hanno programmi chiari e dettagliati forse investono su questo tipo di allenatori più quotati ed esperti. Forse con questa pandemia e difficile programmare e dare delle garanzie e quindi si affidano a mister più giovani che vogliono mettersi alla ribalta. Negli ultimi hanno ottenuto il patentino tanti allenatori mentre le squadre sono sempre di meno. E’ anche un discorso di numero di panchine rapportate al numero di allenatori”.

Dice Paolo Corghi, mister del super-Villafranca: “Il calcio è aumentato di intensità ma a mio parere e sempre lo stesso. Oggi i giovani, con le nuove regole, sono diventati indispensabili per la squadra. E il rapporto tra allenatore e giovani, nell’ epoca dei social, e forse quasi paritario. Comunque non mi spiego, come nomi di allenatori di questa bravura ed esperienza, siano al palo. Mi auguro che tornino presto in pista, molti giovani hanno bisogno di loro e dei loro preziosi consigli”. Mister Antonio Ferronato (Pedemonte): “Io penso che questa loro momentanea assenza dipenda esclusivamente solo da una loro scelta, di sicuro con l’esperienza e i ricchi palmares che hanno non credo proprio che manchino loro delle opportunità importanti. C’è anche da dire che le società oggi stanno vivendo momenti molto difficili e che a volte sono costrette a fare scelte al risparmio, dettate dal fatto di far quadrare i conti. Anche per questo si vedono sempre più spesso allenatori promossi in prima squadra dal proprio settore giovanile, sono vere e proprie scommesse, se vanno bene meglio, se fanno male ritornano ad allenare i ragazzini e i presidenti sono costretti poi a chiamare allenatori più esperti per cercare di salvare una stagione quasi compromessa.”

Mauro Cannoletta, diggì del sorprendente Villafranca, dice: “Non discuto la professionalità e le capacità degli allenatori che hai citato, ma credo che il calcio dilettante stia cambiando radicalmente. Occorre prima di tutto adeguarsi alle nuove esigenze di un calcio che tende sempre più a mettere da parte la tattica per favorire velocità e ritmi molto alti, quindi molti direttori preferiscono puntate su allenatori giovani, capaci di fare gruppo e soprattutto che siano in grado di adeguarsi alle attuali dinamiche calcistiche. In secondo luogo credo che sia cambiata la generazione dei direttori, i quali sono sempre più giovani e quindi non conoscono i mister più esperti che hanno fatto per anni la storia del calcio dilettantistico veronese. Di conseguenza vengono scelti allenatori che si approcciano da poco al mondo del calcio e che si pensa possano parlare la stessa lingua dei calciatori più giovani”. Mister Simone Mirandola aggiunge: “Non è questione di età, i mister sono tutti preparati ma con i giovani di oggi serve più empatia. Occorre semplicemente entrare in sintonia con loro per avere più successo. Dote che deve avere un qualsiasi allenatore, poi è chiaro che le società fanno le loro scelte, ci mancherebbe altro”.

Lucio Alfuso, Presidente del PescantinaSettimo, ci dice: “Spesso generalizzando si puo’ commettere qualche errore di valutazione. Credo che ci siano alcuni allenatori che sono sulla breccia da tanto tempo ma che pero’ si tengono sempre aggiornati perchè rispetto a qualche anno fà è cambiato il modo di giocare a calcio e sono cambiati anche i giocatori e le persone stesse che vi orbitano attorno. Malgrado ciò penso che siano sempre degli ottimi allenatori e quindi sono solo in attesa dell’occasione giusta, del progetto intrigante o magari della categoria che più gli compete. Alcuni di loro forse sono stati superati o magari non si sentono più a loro agio in questi spogliatoi che profumano sempre meno di canfora e sempre più di tecnologia, con match analist o mental coach motivazionali. Non credo che si tratti di lasciare il passo ai giovani allenatori perchè sono tutti ex giocatori che hanno smesso da poco, piuttosto bisogna far entrare negli spogliatoi delle nostre squadre nuove idee e nuove metodologie che prendano in considerazione l’evoluzione atletica dei calciatori, sotto l’aspetto fisico, mentale, sociale ed economico”.

Roberto Pintore per www.pianeta-calcio.it

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