Con il format inedito a 14 squadre adottato in questa stagione 2021-22, in tempo di pandemia da Corona Virus, per far si che ci sia il tempo di recuperare eventuali partite di campionato rinviate per casi di giocatori positivi al Covid, i nostri dilettanti hanno ripreso regolarmente a giocare, ma in che maniera? Un dato di fatto riguarda la condizione fisica dei giocatori, i quali dopo due anni senza calcio, a causa dello stop imposto dal Covid-19, hanno una preparazione fisica meno accurata. Bisogna lavorare suo muscoli, come dicono molti nostri tecnici, ma anche sulla testa, la pressione psicologica in questo periodo nero ha pesato molto con diversi ragazzi che hanno smesso di giocare a calcio a causa del perdurare della pandemia. La ripresa dei campionati dilettantistici cosa ha generato, più preoccupazione o più entusiasmo? Vediamo quali sono gli aspetti positivi e negativi che i nostri allenatori dall’ Eccellenza fino alla Terza categoria stanno osservando?
Jodi Ferrari, mister del Valgatara, dice: “A mio parere, dopo un così lungo stop, c’era tantissima voglia di ripartire. Il calcio è sport ma è anche vita. Quando c’è la passione di giocare a calcio, non si riesce a stare fermi. Anche per questo i campionati sono ripresi e finora le cose stanno andando bene. Noi abbiamo giocato anche in primavera nel mini campionato quindi siamo messi bene fisicamente. I campionati sono iniziati in maniera normale e per ora non ci sono state sospensioni. Le note positive nel complesso sono più delle note negative, si cerca pian piano di tornare alla normalità. Fra le cose negative posso dire gli infortuni muscolari causati dalla lunga inattività fisica dei ragazzi”. Il mister del Bevilacqua, Antonio Marini, dice: “I campionati sono ripresi senza grossi problemi. Questo è l’aspetto più positivo, visto che avevamo tutti una gran voglia di ripartire, speriamo di finire regolarmente la stagione. Ci sono anche delle note negative, ad esempio aver modificato i gironi senza i play-off e i tanti infortuni derivati proprio dalla lunghissima sosta. Come detto prima speriamo di arrivare alla fine dei campionati altrimenti sarà un disastro”.
Fabrizio Sona, l’esperto e pluri-medagliato mister del Cadidavid, ci dice: “L’aspetto più negativo direi che sono i troppi infortuni che hanno colpito i giocatori, soprattutto quelli a livello muscolare che sono sicuramente dovuti a questi due anni che siamo stati fermi. Bisogna avere pazienza di recuperare pian piano la condizione fisica dei giocatori. Di positivo c’è che abbiamo ripreso l’agonismo e che ci sono bravi allenatori che hanno voglia di fare dell’ ottimo calcio. Hanno idee importanti e mettono in pratica. Chi viene a vedere le partite si diverte molto. Poi voglio aggiungere, ma questo è un parere del tutto personale, che il livello tecnico dei nostri giovani e forse un tantino scaduto, vorrei vedere da loro più qualità e personalità”.
Ed ora la palla, pardon, la parole, passa ad Alberto Pizzini, tecnico dell’Academy PescantinaSettimo:”Sono felice che i campionati siano ripresi dopo una lunghissima pausa che ha fatto bene soprattutto alle squadra che erano più in difficoltà, non certo alle squadre che stavano facendo bene e che avevano ottenuto un filotto di risultati positivi, il Covid ha interrotto il loro ritmo di marcia, il loro momento positivo. Ora che si è ripreso il problema è soprattutto di tipo psicologico e tutti sappiamo quanto conta nel nostro calcio dilettantistico questo aspetto”. Il nuovo allenatore del Garda, Matteo Fattori, ci dice: “La nota più positiva e che finalmente i campionati sono partiti normalmente e finora senza stop a causa del Covid. Finora sta andando avanti tutto nella norma. Fra le cose negative le sole 14 squadre per ogni girone e la mancanza di play off. Altra cosa negativa è che ho riscontrato in diverse squadre troppi infortuni causati dalla troppa lunga inattività, due anni fermi, per uno che fa sport, è troppo”.
Il mister della Montebaldina, Marzio Menegotti, dice: “Io penso che l’era del Covid ha portato, almeno nell’immediatezza, sicuramente dei cambiamenti radicali. Come era lecito aspettarsi, dopo il lock-down, molti atleti hanno cercato di riassaporare la loro libertà dedicando parte del loro tempo prima di tutto a quanto non hanno potuto fare nel periodo di restrizione (viaggi o vacanze). Da un punto di vista mentale c’era davvero tanta la voglia di tornare a fare sport, come lo era quella di tornare a svagarsi nei modi più svariati. In questo senso lo sport in generale, e il calcio, credo abbia assistito ad un atteggiamento di “rilassamento”, inteso come meno propensione alla volontà di prendersi impegni e di sacrificarsi, specie nel periodo estivo. Da un punto di vista fisico il lock-down ha sicuramente giocato un ruolo sfavorevole. L’impossibilità di allenarsi come di consueto, e il fatto che non tutti gli atleti hanno avuto la volontà di “curare” il proprio stato fisico, ha portato ad avere una condizione sicuramente non ottimale, cosa che può favorire degli infortuni muscolari”.
Roberto Pintore per www.pianeta-calcio.it