E’ un grande dispiacere che i nostri amati ed appassionanti campionati dilettantistici, che ogni domenica tengono banco, siano stati nuovamente sospesi per l’emergenza da Covid-19, virus che era entrato a gamba tesa a febbraio di quest’anno per cambiare radicalmente la nostra esistenza. Da una parte, è ci mancherebbe altro, bisogna dire che davanti alla salute di tutti noi e ai continui ricoveri in terapia intensiva di questi giorni nei nostri ospedali, bisogna alzare ancor di più l’asticella chiudendo zone affollate per cercare di sfavorire gli assembramenti e quindi i possibili nuovi contagi, dall’altra, però, fermare lo sport dilettantistico, piscine e palestre, è un grave danno per il nostro benessere giornaliero. Se pensiamo che dopo l’arrivo del protocollo adottato tutte le società si sono mosse con laboriosità ed impegno spendendo risorse economiche importanti, ancor di più in questo anno di forte crisi economica e di mancanza di sponsor, sanificando gli spogliatoi, facendo docce separate, misurazione della temperatura e cosi via, se si è fermato questo movimento allora tutto ciò sembra che non sia servito assolutamente a nulla. Non sono stati gli stessi “Tecnici” luminari e medici nella lotta al virus che hanno ribadito la validità ed i valori dello sport dilettantistico che toglie dalla strada molti giovani entusiasti nel praticare lo sport, e nel nostro caso, il gioco del calcio, ribadendo che in totale sicurezza si poteva praticarlo?
Certo siamo d’accordo che il pallone è uno sport di contatto, che il virus viaggia a velocità supersonica contagiando le persone durante la vita lavorativa e quella normale, negli spostamenti con i mezzi pubblici, nella scuola, fuori dai bar, ma se il calcio dei ricchi, quello professionistico, deve andare avanti per interessi economici contingenti perché regala ricchezza a pochi, lo sottolineiamo, perché quello dei dilettanti che non regala nulla dal punto di vista prettamente economico deve fermarsi? Giriamo ancora una volta la domanda agli esperti. Non dimenticando che tutti gli italiani vanno in giro con la mascherina, dimostrando senso di forte responsabilità. I dilettanti ed i settori giovanili rappresentano una fucina inesauribile di passione, aggregazione ed educazione, allora perché non garantire ai nostri giovani il benessere fisico e mentale che ogni giorno hanno bisogno? Una cosa è certa, da questo maledetto virus non ne usciremo molto in fretta. Dobbiamo arrivare al vaccino che però è sempre in fase di sperimentazione. Per fare una previsione, i campionati riprenderanno non prima dell’anno nuovo, visto che non si vede una via di uscita a breve. Un 2020 che è assolutamente per tutti da noi da dimenticare.
Roberto Pintore per www.pianeta-calcio.it