E’ un mister, Paolo Corghi, che mastica calcio fin quando era piccolo e lo ha praticato dai 9 fino ai 40 anni. Da dieci anni a questa parte, una volta appesi gli scarpini al chiodo, ha intrapreso la carriera di allenatore. Ma esiste un segreto per essere un buon allenatore? Abbiamo provato a chiederglielo. Mister, che qualità servono per fare l’allenatore? Innanzitutto, nel nostro mondo, capire che siamo dei dilettanti, i professionisti sono chiaramente un’altra cosa. Allenare non è facile per niente, devi spesso entrare nella testa dei tuoi giocatori, e se tu lo sei già stato in passato questo ti diventa più facile. Serve passione, una dose massiccia di sopportazione alle pressioni, credere nel tuo credo calcistico e saper ascoltare le critiche per farne qualcosa di propositivo. Devi capire che sei legato ai risultati e cercare sempre di dare continuità allo spirito di squadra, allo spogliatoio e al duro lavoro in allenamento. Bisogna saper esaltare la voglia di divertirsi dei ragazzi che alleni e sfruttare al massimo le loro caratteristiche tecniche. Devi continuamente aggiornarti e relazionarti con altri tecnici, bisogna anche conoscere i giocatori che vai a prendere. Tante variabili insomma che fanno la differenza, che devi affrontare, cercando sempre di dare il meglio di te stesso. Alla fine non esistono segreti, ognuno deve essere stesso fino in fondo. Poi sarà il campo ed i risultati conseguiti a darti ragione o meno”.
Mister quando giocavi che tipo di giocatore eri? “Un centrocampista al quale piaceva giocare palla a terra e distribuirla ai compagni con intelligenza. Amavo più offendere che difendere. Ero il classico centrocampista d’ordine con la giusta personalità che serviva e sempre al servizio dei compagni ma nello stesso ero anche in grado di leggere bene le varie fasi della partita”. Con Simone Boron, tuo ex compagno di squadra che vive oggi per motivi di lavoro a Pordenone, che cosa è rimasto? “Una bella amicizia che è nata ai tempi che giocavano nel Casaleone di Eccellenza, anni molto belli ed esaltanti vissuti con una squadra che era forte in tutti i reparti. Boron in campo era il leader, era dotato di un talento sopraffino e in grado di macinare chilometri su chilometri. Aveva tanta grinta ma mai una frase ed una battuta fuori posto. Un signor giocatore ed un grande amico!” Ed i tuoi ricordi del mantovano? “Buoni, ho giocato nel Mantova allenato da mister Franco Corbelli, un allenatore sia di quantità che di quantità. Mi ha fatto crescere come giocatore insegnandomi in campo a non mollare mai. Ma ricordo con piacere anche i tempi quando giocavo nel Suzzara, una storica rivale proprio dei virgiliani”.
Poi la tua bella esperienza da allenatore a Casteldario, sempre nel mantovano… “Bei tempi! A Casteldario ho fatto il giocatore-allenatore prima e poi solo l’allenatore portando la squadra bianconera dalla Seconda categoria fino alla Promozione. Tanti ricordi molto belli, come quando ho vinto il campionato Allievi a Porto Mantovano, il mio paese”. Ed ora mister parliamo dei tre anni appena conclusi alla guida del Garda del presidente Vittorino Zampini… “Ho trovato un ambiente sano che aveva grande voglia di lottare per conquistarsi un sogno. Direi che ci siamo riusciti, dalla Promozione siamo saliti in Eccellenza e poi siamo arrivati fino alla finale regionale di Coppa Italia persa contro il Sandonà per 1 a 0, attimi di gloria spezzati da una sconfitta bruciante. Abbiamo trovato un Sandonà più esperto e forte di noi, ma non non abbiamo deluso, abbiamo affrontato la gara a viso aperto e senza timore, proprio come piace a me!”
Che cosa ha lasciato a Garda Paolo Corghi? “Lasciare Garda è stato difficile, la società ed il gruppo dei ragazzi della prima squadra che ho allenato mi hanno dato tantissimo. Mi hanno fatto venire anche qualche lacrimuccia, quando mi hanno regalato una bella targa ricordo e la maglietta del Garda con tutti gli autografi dei ragazzi e dei dirigenti della società, una cosa da libro cuore, sono tutti troppo forti davvero. Li ringrazierò sempre, mi hanno fatto passare a Garda tre anni davvero stupendi”. Ora sei pronto alla nuova avventura a Villafranca con una squadra che è appena retrocessa dalla serie D all’Eccellenza, che cosa ti aspetti? “So che vado ad allenare una squadra che nella prossima stagione vuole lottare per i piani alti della classifica. Mi è piaciuto il programma del direttore generale Mauro Cannoletta, colui mi ha fortemente voluto in blaugrana. Sarà una squadra giovane, con promettenti ragazzi del territorio uniti a giocatori più esperti. Ci sarà da lavorare con profitto ma sono pronto. Non vedo l’ora di iniziare la preparazione. Colgo l’occasione per ringraziare voi della testata di pianeta-calcio che con dedizione e bravura illuminate il mondo di noi dilettanti. Grazie di cuore!”.
La società Asd Villafranca aveva comunicato, in data 26 giugno 2020, che il Presidente Mirko Cordioli ha rassegnato le dimissioni e che il nuovo Presidente, eletto all’unanimità, sarà l’imprenditore Villafranchese Roberto Cobelli. Alla famiglia Cordioli, che ha scritto la storia del Villafranca Calcio, la dirigenza blaugrana ha rivolto il più sentito ringraziamento per i suoi 25 anni di Presidenza costellati da sacrifici, passione, successi e infinite emozioni. Al nuovo Presidente Roberto Cobelli la società rivolge un caloroso benvenuto ed un particolare ringraziamento per l’incarico assunto.
Roberto Pintore per www.pianeta-calcio.it