12 maggio 1985, una data storica per chi ama i colori gialloblu dell’Hellas Verona. Fu proprio la domenica che il Verona, con il pareggio per 1 a 1 conquistato sul manto erboso dello stadio “Atleti Azzurri” di Bergamo, vinse il campionato e portò a casa lo storico ed unico scudetto della sua epopea calcistica. Artefice e protagonista, assieme ai suoi impareggiabili ragazzi, fu il mister classe 1935 lombardo, nato nella Bovisa di Milano, Osvaldo Bagnoli. Lui ed il presidente Celestino Guidotti, con una squadra partita nel massimo campionato di serie A per salvarsi, mai avrebbero immaginato, con il passare delle giornate, di poter vincere lo scudetto. Impresa che fu raccontata dalle radiocronache di Renzo Puliero, il più amato tra i tifosi veronesi, che illuminò con la sua voce la cavalcata esaltante dei rampanti ragazzi gialloblu. “Oggi non ci rendiamo conto quale impresa abbiamo realizzato – disse allora Domenico Volpati – ma sarà il tempo a farcelo capire”. Una stagione, quella targata 1984-85, che si aprì con l’ingaggio nell’estate del 1984 dei due stranieri che poi risultarono determinanti, il terzino-marcatore tedesco Hans-Peter Briegel e l’estroso attaccante Preben Larsen Elkjaer, soprannominato “Cavallo Pazzo”, che quell’anno sfiorò la vittoria del Pallone d’oro arrivando secondo dietro al juventino Michel Platini. Dopo due giornate, grazie alle buone geometrie di gioco insegnate da mister Bagnoli, il Verona era già in testa alla classifica. A fine novembre importanti furono il pareggio con la Sampdoria e la vittoria sul Torino che portarono i gialloblu a +2 su queste squadre loro dirette inseguitrici. Solo l’Avellino si permise di battere i gialloblu nel girone di andata ma il titolo di Campioni d’Inverno andò ugualmente all’Hellas Verona.
Nel girone di ritorno, alla 16^ giornata, l’Hellas pareggiò con il Napoli e l’Inter agganciò i gialloblu al primo posto. Ma poi il Verona, nelle restanti gare, riprese a macinare punti. A metà aprile il Torino fece il secondo sgambetto stagionale alla truppa di Bagnoli ma a due giornate dalla fine del campionato i gialloblu erano in testa alla classifica con 4 punti di vantaggio proprio sui granata del Toro. Il Verona, con il pareggio conquistato a Bergamo, ottenne la matematica certezza di aver vinto il suo primo scudetto (allora la vittoria valeva 2 punti). Chiuse il campionato la domenica successiva battendo 4 a 2 in casa l’Avellino con 43 punti conquistati e due sole sconfitte incassate, una in casa e l’altra in trasferta, con 15 vittorie e 13 pareggi totali, segnando 42 gol e subendone 19. Si qualificò per la Coppa dei Campioni 1985-86, schierando ben 17 giocatori fra i quali furono sempre presenti in campionato i tre moschettieri Garella, Volpati e Tricella. La rosa dello scudetto era composta dai portieri Garella e Spuri, e dai giocatori Briegel, Bruni, Di Gennaro, Donà, Elkjaer, Fanna, Ferroni, Tricella, Turchetta, Terracciano, Fontolan, Sacchetti, Galderisi, Fabio Marangon, Luciano Marangon e Volpati. Questa la classifica finale della stagione scudetto 1984-85: Verona punti 43 (campione d’Italia), Torino 39, Inter 38, Sampdoria 37, Milan 36, Juventus 36, Roma 34, Napoli 33, Fiorentina 29, Atalanta 28, Como 25, Udinese 25, Avellino 25, Ascoli 22, Lazio e Cremonese 15 punti (queste ultime tre furono retrocesse in serie B).
Roberto Pintore per www.pianeta-calcio.it