Tra gli “angeli” che lottano in trincea nella guerra per arginare il Coronavirus c’è anche Carletto Agnolin, centrocampista avanzato in forza Borgoprimomaggio. Il “drago rosso” borgataro opera nella Croce Europa presieduta da Enrico Sgreva (diggì dei viola) e questi giorni sono davvero un autentico forcing anche per uno, come il giocatore, abituato a eludere le difese con i suoi tocchi e le sue conclusioni vincenti. “Sono autista e soccorritore, guido cioé l’ambulanza e propino assistenza (erogazione dell’ossigeno, monitoraggio della situazione ed altro) ai pazienti che carichiamo. In questo momento di emergenza Covid-19, con me in ambulanza agisce anche il medico, specialmente se non si tratta di un asintomatico, ma di uno effettivamente affetto dal morbo. Lo specialista, al mio fianco, mi suggerisce tutto ciò che è necessario rivolgere al paziente, e questo mi rende tranquillo nel mio agire”. Carletto è operativo a Bussolengo: “Presto il servizio ambulanza h24, abbiamo una stanzetta riservata a noi, con tanto di letto per riposare alla notte o dopo un turno massacrante, e con tutto ciò che può servire. Da Bussolengo carichiamo tutti i pazienti che arrivano qui, al Pronto Soccorso, in quanto Bussolengo è diventato un punto di Primo intervento, non più Ospedale, ed allora tutti i pazienti, specialmente i più gravi, li trasferiamo, col medico a bordo, all’Ospedale di Villafranca”.
Tra i servizi, anche il trasporto di sangue urgente: “Trasportiamo plasma urgente al laboratorio presso l’Ospedale di Bussolengo, che lo purifica; poi, lo riportiamo al paziente che si trova nell’Ospedale di Villafranca, diventato oggi Ospedale Covid-19. E’ un bel macello entrare nella struttura di Villafranca perché devi seguire alla lettera un percorso obbligatorio – composto da un percorso sporco e da un altro cosiddetto pulito -. Che consiste nel porre la massima attenzione a dove metti i piedi, le mani protette da guanti in lattice, devi usare solo determinati ascensori. Ogni volta che metto piede all’Ospedale di Villafranca, mi vengono i brividi perché si rischia il contagio, solamente nell’aver sbagliato a mettere la mano!”. Tu, per fortuna, non hai corso rischi; notizie di altri tuoi colleghi? “Io, fortunatamente, e tocchiamo ferro!, non sono stato infetto, ma so di miei colleghi – non del gruppo cui appartengo – che, soprattutto durante il picco massimo del virus, sono entrati in contatto col Covid-19. E, mi hanno raccontato che questo è successo non solo con anziani, ma anche con 50enni, sempre a Villafranca”.
Cosa ne pensi della durata, della forza di questa “peste”, tu che hai toccato con mano, pardon, neanche con i guanti? “All’inizio, non conoscendolo il Covid-19, lo si è un po’ trascurato; e, se è dilagato in questa maniera, a livello globale, credo sia stato proprio anche per questo. Nessuno, subito, pensava che si sviluppasse con questi numeri alti di contagi e di letalità. All’inizio, non nascondo di aver provato un certo timore, tipico di un morbo di cui non conosci la vera forza epidemiologica. Ora, personalmente, ci sto facendo l’abitudine, ho paura sì di contrarlo, ma anche di trasmetterlo a tutti i miei cari”.
Diamo un gran bel calcio al Coronavirus e rituffiamoci nel nostro calcio… “La stagione è oramai conclusa: manca, credo, solo l’ufficialità. Come verdetti, promuoverei tutte le prime classificate e condannerei alla retrocessione le ultime. E, tutto questo, senza poter effettuare i play off o i play out”. E, quando si riprenderà? “A settembre torneremo alla normalità: la paura la fa ciò che senti in giro, le forti preoccupazioni, ciò che apprendiamo alla tivù. Fa più paura la paura, voglio dire, tra 5 mesi le cose cambieranno, almeno questo è quello che mi auguro”. Che calcio sarà il nostro? “Per le società sarà un bel problema andare avanti, perché sarà difficile reperire nuovi sponsor. Assisteremo a un bel ridimensionamento sotto il profilo dei rimborsi-spese di mister ed atleti”. Carletto Agnolin, classe 1983, ha vestito la casacca di 3 clubs: quella del San Giovanni Lupatoto (dal 2002 al 2005), della Nuova Cometa (5 stagioni con la punta massima di 12 reti personali) e, infine, da 10 anni a questa parte, è una “colonna”, un “fedelissimo” dell’U.S. BorgoPrimomaggio 1966 del presidente Lucio Antolini che è attualmente quinto nel girone B di Seconda categoria appaiato all’Avesa a 38 punti.
Andrea Nocini per www.pianeta-calcio.it