Il mister della Polisportiva Caselle Giuseppe Bozzini ci ha inviato via mail alcune sue “riflessioni” (senza alcuna presunzione di verità) sulla possibilità di ripartenza dell’attività agonistica nei nostri dilettanti. Questo il suo pensiero: “Il futuro del calcio dilettantistico non dovrebbe rincorrere gli eventi e le decisioni delle varie leghe professionistiche. La passione del gioco e del divertimento è una componente importante nella vita delle persone e soprattutto dei giovani. Certamente l’avvento dell’epidemia Corona-virus, ha messo in discussione la cosa più importante, la salute delle persone, modificato stili di vita e libertà individuali. Le misure di quarantena e la interruzione dell’attività sportiva introdotte dalle autorità governative e dalla LND erano, e sono necessarie. Partendo però dalla realtà delle condizioni sanitarie ed economiche del paese, e tenendo conto della regola AUREA sportiva che assegna solo alle partite e al campo (e non a tavolino ) la vittoria o la sconfitta, i punti realizzati, le classifiche e le conseguenti promozioni o retrocessioni, occorre programmare la ripartenza delle attività, per dare certezze e futuro alle migliaia di sportivi. Con il Corona virus e il rischio di contagio, in attesa della scoperta di un vaccino, molto probabilmente, anche se ora in forma più contenuta, noi tutti dovremmo convivere per almeno un anno e più. Quindi le misure del distanziamento sociale e le relative precauzioni dovranno essere tenute in considerazione sia per lavorare, che per andare a scuola e per la vita sociale e sportiva. Per quanto riguarda il Calcio dilettantistico, se vogliamo che tutti dalle scuole calcio alle prime squadre possano allenarsi e giocare con un minimo di sicurezza, penso sarà necessario riorganizzare e riprogrammare l’attività. Occorrerà in primo luogo fare in modo che gli impianti sportivi vengano utilizzati, diluendo la presenza e garantendo spazi individuali opportuni. Per un bel po’ di tempo, ho paura che dovremmo scordarci quella bellissima sensazione di appartenenza che derivava dal trovarsi numerosi, piccoli e grandi calciatori, genitori, tifosi, all’interno dello stesso impianto sportivo. Sarà quindi necessario rimodulare il numero di allenamenti settimanali per poter ruotare nell’utilizzo degli spogliatoi e dei campi per garantire le varie attività a tutte le categorie di giocatori della stessa società, mantenendo così il distanziamento sociale opportuno. La stessa programmazione dei tornei e delle partite dovrà tener conto del rispetto di questa precauzione e quindi la programmazione non potrà che essere riformulata”.
“Si potrebbe – chiude Bozzini – prevedere di giocare le partite ufficiali ogni quindici giorni e non settimanalmente. Questo perché, nella eventualità che sfortunatamente qualche giocatore dovesse risultare ancora positivo al Corona virus, con la conseguente quarantena per la squadra, il rinvio di una o due partite per quella squadra con un calendario ridotto e con una programmazione quindicinale delle partite sarebbe più facile da gestire, senza dover fermare tutto il campionato. Pertanto mi chiedo perché invece di buttare tutto ciò che in questo anno si è fatto (visto anche le poche risorse economiche disponibili) con il rischio di penalizzare o favorire qualcuno, non si riprogrammano le partite non disputate nel campionato 2019-2020 traslando il calendario dei vari campionati fino a giugno 2021. Ripartendo da settembre di questo anno, lasciando la possibilità nei mesi di giugno, luglio, agosto alle società di riorganizzarsi, anche riaprendo il mercato per i calciatori e gli allenatori. Rallentare l’attività per un anno aiuta a ripartire e a concludere con play off e play out i campionati, e forse concretamente tornare a correre verso un calcio giocato!”
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