Anche per il massimo dirigente dell’ASD Casaleone 1956, Marco Faella, le giornate di quarantena per combattere e contenere il Coronavirus trascorrono lentamente, molto lentamente. “Non saprei proprio cosa dirti, non so se ce la faremo a chiudere il campionato; allo stato attuale, direi proprio di no. Dal punto di vista medico è vero che stiamo assistendo, per via dei restringimenti chiesti dal Ministero della Salute e dal Governo, a dei buoni cali di contagio, ma, chi poi, terminata questa “guerra” si prenderà la responsabilità – e mi riferisco alle Amministrazioni locali – di riaprire un impianto sportivo, un teatro, una sagra, una palestra, curando la loro disinfestazione? Si espone a responsabilità penali di non poco conto”.
Si sono giocate ufficialmente 22 gare di campionato: bastano per tirare dei verdetti finali? “Le classifiche, così come si sono fermate da domenica sera 16 febbraio, hanno espresso graduatorie più di merito, che di valori. Una qualsiasi decisione che verrà presa dal Parlamentino di Marghera lascerà di sicuro l’amaro in bocca a qualcuno, lascerà qualche società con il cerino in mano. Non saprei come stilare classifiche con ancora 24 punti in palio: noi eravamo in piena lotta per un posto di play off”. Che scenario si presenterà, una volta terminata questa drammatica battaglia contro il Coronavirus? “Mi auguro che tra le società dal campanile vicino sorgano fattive collaborazioni al fine di creare poli calcistici più grandi: questo, affinchè il calcio territoriale, comunale, di quartiere non possa sparire. Gli sponsor, di sicuro, ci daranno meno aiuti di prima perché le aziende che subiranno cali di profitti e di fatturati, a causa dello stop per il Coronavirus, dirotteranno la liquidità per far ripartire la ditta o per salvaguardare il posto di lavoro di chi, già occupato, ha famiglia, figli da crescere”.
Ed ancora il presidente dei “casaleoncini della Bassa veronese”: “Le società dilettantistiche faranno di necessità virtù, guarderanno la disponibilità che resterà nelle loro casse, la quale sarà certamente inferiore a quella degli anni precedenti. I giocatori saranno costretti ad accontentarsi di quello che il convento proporrà di passare e di riconoscere a loro, dovranno mettersi in testa che esisteranno delle sensibili restrizioni a livello di rimborso-spese. Si farà con meno, non resta altra via di uscita!”
Andrea Nocini per www.pianeta-calcio.it