Non ha ancora sotterrato l’ascia di guerra, Claudio Sganzerla, una larea in Agraria, il decano dei nostri allenatori. Lui è pronto a tuffarsi subito nella mischia, non appena squilla il cellulare; e con l’entusiasmo della prima volta, quando più di 30 anni fa la sua parabola di allenatore decollava dalle Golosine: “Mi ricordo che i giovedì sera” riavvolge il nastro della sua lunga carriera e intensa di aneddoti “terminato l’allenamento, ci trovavamo a casa del giocatore classe 1958 Giorgio Manzato a giocare tutti a Risiko. Non esistevano ancora i cellulari, i tablet, ma era una maniera come un’altra per stare insieme, per fare gruppo”. Come Leonid Breznev, l’ex Segretario Generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica, sul suo petto tentennano orgogliosamente le mostrine e le medaglie conquistate in anni di panca: sotto la sua direzione, gli atleti si trasformano come quei soldatini che a passo d’oca attraversano la Piazza Rossa di Mosca con il cadenzato passo d’oca: “Mi piace partire a bocce in movimento, non più da fine estate. Il calcio è il gioco più bello del mondo, ed è sempre quello. A volte, agli allenatori piace mescolare le carte, scoprire ruoli nuovi ai loro giocatori per assurgere a valore aggiunto all’interno del gruppo, per diventare l’ingrediente fondamentale del successo. Ma, in realtà, è sempre il campo che ti sottopone ai raggi ics”.
Quello che lo stesso Sganzerla si augura possa decollare sarebbe il campionato numero 38 della sua carriera: “Ho vinto 8 campionati (che potrebbero essere 9 perché arrivato 2° in Coppa) in diverse categorie e non con gli stessi club. Non le ho mai contate una a una, ma sono arrivato a conteggiarne 852 vissute con le Prime squadre e senza computare quelle di Coppa, oltre 1200, invece, con le giovanili. E’ che mi diverto ancora, e sono disposto a entrare non solo in Prima categoria o in Promozione, ma anche in Eccellenza, dove sono pure stato anni fa”. Poi, un personale parere, un invito rivolto ai “padroni del vapore”, ai presidenti, che aprono ai giovani e si dimenticano dell’…usato sicuro: “Non sono d’accordo affidare la propria Prima squadra a colleghi che hanno allenato solo nel settore giovanile. L’esperienza la acquisisci solo nel campo e le Prime squadre costituiscono un mondo a sè, sono un altro pianeta, diverso da gestire”. Il decano dei nostri allenatori esprime un proprio giudizio sui Tornei di Promozione ed Eccellenza: “Il Montorio non è una sorpresa perché è il frutto di una società seria ed organizzata che fa le cose per bene da alcuni anni. Poi, mister Stefano Paese aveva dato prova della propria abilità salvando il Pozzo e salvando la pelle come fosse stato in Vietnam. In ritardo con la tabella di marcia sono Mozzecane, Albaronco ed Aurora Cavalponica: le loro strutture meritano molti più punti in classifica”.
Ed ancora: “In Prima categoria, girone “A”, l’Alba Borgo Roma è sicuramente la più attrezzata e farà un campionato a parte. Nel girone “B”, le vicentine Chiampo e Sovizzo sono sopra le altre, mentre il Casaleone potrà dare a loro qualche bel fastidio. Mi auguro che Casteldazzano e Pozzo si riprendano il prima possibile perché rischiano di imitare la Provese e il SanguinettoVenera dello scorso anno”. Sganzerla fino ad ora non è stato – come le stelle di Cronin – a giudicare e basta: qualche domenica è andato a godersi qualche partita: “Ho visto il mio ex Sona e sono convinto che è un gruppo che dirà la sua. Viaggia bene, anche in Coppa, il Garda. Poi, ho visto il Caselle del bravo trainer Giuseppe Bozzini: dovrebbe avere qualche punto in più anche perché sciorina un bel calcio”.
Sganzerla salvatore della patria in più occasioni: “A Nogara, in Promozione, sono entrato quando i bianco-rossi avevano conquistato zero punti, ma siamo riusciti a salvarci senza fare i conti con la sempre rocambolesca appendice dei play out. La stessa impresa mi è capitata a Bovolone la scorsa primavera. L’ambiente era molto depresso, ormai tutti credevano alla retrocessione, ho guidato i “mobilieri” a 5 giornate al termine, e con i 9 punti totalizzati siamo riusciti a raggiungere la salvezza, risparmiandoci di disputare la lotteria dei play out”. Così, senza tanti peli sulla lingua, il “Leonid Breznev dei nostri mister”: luccicano sul suo petto 8 orgogliose piastrine (3 vittorie con le vecchie Golosine, trionfo e imbattibilità a Cavalcaselle, vittoria col Sona nello spareggio, 2 successi alla guida del Bovolone ed ancora primato di imbattibilità, un altro exploit col Team Santa Lucia Golosine). Novembre, si sa, è il mese delle influenze, della caduta delle foglie, delle panchine che scottano come i bicchieri di brulè rosso Valpolicella: magari, il suo cellulare sta già squillando, non si sa mai!
Andrea Nocini per www.pianeta-calcio.it